ABBIAMO OSPITI – ATTUALITA’: elezioni, queste sconosciute

Domande che abbiamo posto al Prof. Giuseppe de Vergottini* e risposte che ci ha gentilmente fornito e che scacciano almeno i dubbi operativi di queste prossime elezioni.

1) I partiti presentano le loro liste?

Ciascun partito può presentare una lista. La legge elettorale vigente, così come modificata dalla l. 21 dicembre 2005, n. 270, presenta però soglie di sbarramento differenziate a seconda che il partito sia inserito o no in una coalizione. In entrambe le camere ci sono determinate soglie percentuali che riguardano rispettivamente le coalizioni di partiti, i partiti non coalizzati e i partiti inseriti in una coalizione. Nella Camera dei deputati, le coalizioni dei partiti per essere rappresentate devono raggiungere almeno il 10% dei voti, i partiti inseriti nelle coalizioni il 2%, i partiti non coalizzati il 4%. Nel Senato della Repubblica le soglie sono più elevate, per partecipare alla ripartizione dei seggi le coalizioni devono raggiungere almeno il 20%, i partiti inseriti in coalizioni il 3%, i partiti non coalizzati l’8%. Viene “ripescato” per essere incluso nel riparto dei seggi il primo partito inserito in coalizioni con suffragio inferiore al 2%.

2) Le liste, però e se ho capito bene, sono bloccate quindi non possiamo esprimere una nostra preferenza per uno o l’altro candidato?

Sì, le liste sono “bloccate”, formate dalle segreterie dei partiti e non è possibile esprimere un voto di preferenza. I candidati inseriti nelle posizioni “alte” delle liste hanno maggiori possibilità di essere eletti di quelli inseriti nelle posizioni inferiori. I capilista sono sicuri di ottenere un seggio in Parlamento, come del resto tutti i candidati inseriti nelle prime posizioni.

3) Come varranno poi suddivisi i voti tra i candidati presenti nelle liste?

Per quanto riguarda la Camera dei deputati, 340 seggi (c.d. premio di maggioranza pari al 55% dei seggi totali) vengono attribuiti alla coalizione o al partito che abbia ottenuto la maggioranza relativa, ossia il maggior numero dei voti.  Il riparto dei seggi avviene con metodo proporzionale, secondo il sistema dei quozienti interi e dei più alti resti. Per determinare l’attribuzione dei seggi alle diverse formazioni politiche, l’insieme dei voti ottenuti da ciascuna coalizione o da ciascun partito (cifra elettorale) viene divisa per il c.d. quoziente elettorale nazionale. Il quoziente elettorale viene calcolato dividendo il numero dei voti complessivi per il numero di seggi da assegnare. Tale numero indica quindi la cifra di voti necessaria per ottenere un seggio.  In pratica, in base al numero di seggi ottenuto da ciascuna coalizione o da ciascun partito, si “scorrono” le liste da essi presentate e si individuano gli eletti. Come già sottolineato, una posizione alta in lista garantisce maggiori probabilità di elezione.

Al Senato, invece, il premio di maggioranza non viene attribuito su base nazionale, ma su base regionale. Non esiste quindi una competizione nazionale ma singole competizioni regionali. Il rischio è che il sistema dei premi di maggioranza su base regionale non consenta la formazione di una sicura maggioranza parlamentare all’interno del Senato, come è successo durante il secondo governo Prodi e come si teme possa avvenire anche per le prossime elezioni. Come alla Camera, del resto, le liste sono bloccate e la possibilità di elezione è direttamente proporzionale al “livello” di posizione occupata nella lista.

4) In definitiva ci è consentito solo votare per un simbolo o non votare…giusto?

Sì, si può votare solo la lista ma non i singoli candidati, a differenza ad esempio di quanto prevede la legge elettorale per l’elezione del Parlamento europeo ove è possibile esprimere un voto di preferenza per i candidati. La possibilità di esprimere voti di preferenza è garantita altresì dalla legge sul voto degli italiani all’estero (12 seggi alla Camera e sei al Senato nella c.d. circoscrizione estero).

5) la proporzionale come incide?

La legge elettorale di stampo proporzionale generalmente tende a garantire la rappresentatività delle forze politiche a scapito della governabilità, maggiormente tutelata da sistemi elettorali maggioritari. La legge elettorale in questione, di stampo proporzionale, ha introdotto però dei meccanismi tesi a correggere i rischi di frammentazione politica insiti nei sistemi proporzionali, come le soglie di sbarramento e il premio di maggioranza, attribuito su base nazionale alla Camera e su base regionale al Senato. Si può parlare quindi di sistema proporzionale “corretto”.

Prof. Giuseppe de Vergottini

*Giuseppe de Vergottini, nasce a Pisa nel 1936. Si laurea in giurisprudenza nel 1959 con il massimo dei voti. Attualmente è professore emerito di diritto costituzionale  presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bologna e, tra le numerose altre cariche, Presidente Onorario dell’Associazione Internazionale Diritto Costituzionale.

Subscribe
Notificami

2 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
Manù Selvatico Estense
3 Febbraio 2013 23:10

Ottime spiegazioni, sopratutto per me che vivo all’estero e faccio una grande confusione fra quello che posso fare qui’ e che potrei fare in Italia. Grazie al Prof.de Vergottini ed anche, ovviamente, alla Lampadina che lo ha intervistato!

Adriana Zampaglione Picardi
26 Gennaio 2013 16:56

Grazie per le esaurienti spiegazioni