ABBIAMO OSPITI – ARTE: Lucio Fontana: il senso dei tagli

Articolo di Vittorio Grimaldi – Autore Ospite de La Lampadina

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Nella catalogazione di Enrico Crispolti i tagli di Lucio Fontana sono 112. Tutti rigorosamente elencati sotto la lettera T con le date di esecuzione, così come i gessi (G), le pietre (P), gli olii (O), gli ovali della “Fine di Dio” (FD) e i “Teatrini” (TE). Solo ad alcune opere, in maggioranza tagli, Fontana ha attribuito un titolo, ma è difficile stabilire un rapporto fra ciò che il pittore ha scritto e le opere da lui intitolate, in base al colore delle tele, alle dimensioni, al numero dei tagli o alla profondità delle incisioni.

Eppure un rapporto ci deve essere. Se fosse possibile scoprirlo potremmo arrivare ad una sorta di “Interpretazione autentica” dell’opera dell’artista.

Alcuni dei titoli sembrano banali promemoria, tipo “Domani vado a Comacchio” (67 T 39), altri, soprattutto quelli più risalenti, sono descrizioni nostalgiche o affettuose pagine di diario: “All’alba Venezia era tutta d’argento” (61 O 40); “In Piazza San Marco di notte con Teresita” (61 O 51).

Alcuni titoli ci danno la possibilità di sbirciare sulle vicende della vita privata e della carriera del pittore, sui suoi klein-fontana-mostra-milanoamori, sulle sue amicizie con altri artisti (Klein, Consagra, Dova, Crippa, Rotella, Alviani) e sulle sue idiosincrasie: “E’ venuto un gran barbone. Chi era? Vedova” (66 T 104).

Due o tre rivelano la passione quasi infantile di Fontana per il ciclismo: “A me piace andare in bicicletta senza mani” (67 T 11); “Strepitoso Gimondi, Domina Pulidor nella cronoscalata” (63 T 31).

L’amore per le donne è una costante apparentemente antitetica rispetto alla presunta atmosfera asettica delle sue opere. Certi titoli, peraltro molto composti, svelano un certo gusto per la varietà e un temperamento passionale mai sopito. Viene in mente l’assoluto contrasto con le donne impudiche, scosciate e volgari dipinte da Guttuso in quegli stessi anni.

Così:

“Voglio bene a Teresita” (60 T 9)

“Yvonne es muy linda” (64 T 92)

“Io credo che Cinzia sia una bella modella” (65 T 80)

“Susanna era una linda gordita” (67 T 55)

“Le mani di Alessandra sono belle” (67 T 118)

“Serafina, Giuseppina, Teresa e Emilia, qual è il problema del sesso?” (68 T 50)

Su questo tema, uno dei titoli più espliciti e suggestivi è quello che accompagna una tela bianca con 5 tagli (66 T 106). Qui Fontana si chiede se “E’ più bello il visone o il sedere di Sofen?”.

Nel 1967, con sei opere in sequenza (67 T 83 – 88) l’artista saluta la tragica scomparsa di un amico:

“Il Blek si è suicidato? Forse si”

“Bleck ti volevo tanto bene, ciao”

“Perché gli uomini si suicidano Bleck?”

“Bleck, addio per sempre”

“Bleck sogna con questo splendido azzurro, ciao”

“Sono ancora tanto triste ciao Blek”

Nel settembre del 1968, pochi mesi prima della sua morte, Fontana dipinge un piccolo quadro bianco con un solo taglio verticale (68 T 3) e l’intitola “Blek! Forse ti ho dimenticato”.

L’ultimo saluto all’amico è costituito da tre tagli sottili, alternati come canne d’organo, tracciati su una tela dipinta di rosa: “Sono immensamente triste, ciao Blek” (68 T 9).

Il commiato di Fontana si compie in un lungo periodo di tempo tra 1967 e il 1968 con molti titoli evocativi che sfidano la sensibilità di ciascuno di noi a dare un significato ai suoi misteriosi tagli:

“Dove ero e cosa facevo il 29 agosto 1918?” (67 T 27)

“Il 1967 è cominciato con il sole nero” (67 T 37)

“Aspetto il giardiniere dell’anima” (67 T 70)

“Buon viaggio e buona fine” (67 T 71)

“Incomincio a essere stanco di pensare” (68 T 27)

“Chi ha ucciso Cristo? Io e Giovanni” (68 T 45)

“Dieci rintocchi di campana” (68 T 60)

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24 Aprile 2015 12:49

Sono tentata di dare qualch’altra spiegazione sul senso dei tagli che penso, possa arrichire questo interessante articolo. Spesso Fontana non è capito, e suoi tagli, che sono una bella evoluzione del processo artistico del novecento, sono considerati come facili. Tutt’altro. Con Fontana, l’arte diventa tridimensionale. Quelle fessure nette aprono verso il retro della tela, mettono in contatto l’oltre, il di qua e di là che si fondono in un unico spazio. “Fontana, apre al nuovo, alla comunicazione, al diverso, all’opposto, apre il colore all’oscurità.” Viste nel contesto del suo tempo rappresenta un atteggiamento ardito e revoluzionario. Infatti i suoi titoli insoliti ne sono l’illustrazione. Grazie a Vittorio Grimaldi! L’articolo mi ha stupito e appassionato.