Vuoi investire seguendo uno dei parametri non proprio convenzionali? Puoi farlo seguendo il prezzo del Big Mac (McDonald’s) in giro per il mondo, otterrai così un indice di riferimento, credibile, del potere di acquisto (PPP =purchasing power parity), delle singole monete sul mercato mondiale.
Ci racconta tutto questo “The Economist” in un articolo di qualche settimana fa. La McDonald’s è infatti presente con propri punti di ristoro in 120 paesi e quindi è gioco facile calcolare l’incidenza dei vari costi, oltre a quello della carne, data uguale per tutti. La dinamica dei costi è infatti differente da paese a paese e dipende principalmente dalla valuta ma molto anche dal trasporto, dalla lavorazione, etc.
I tre parametri importanti sono quindi:
– costo della carne che comunque è uguale per tutti i paesi;
– valuta di riferimento al dollaro,
– costi di logistica e produzione.
Dall’elaborazione di questi dati capiamo che: in Europa le monete che hanno subito una rivalutazione più forte sono le scandinave, la moneta norvegese si è rivalutata del 104 % e il Big Mac, a Oslo, costa due volte quanto negli USA.
Le monete con la svalutazione maggiore, sono quelle del mercato asiatico, la Malaysia del 53%, le Filippine, la Tailandia e l’Indonesia dal 30 al 40%. Lo yuan cinese è svalutato, rispetto al dollaro, di circa il 44%. Il Big Mac costa 2,27 dollari americani in Cina al tasso di cambio corrente (inizio giugno 2012), contro i 4,07 dollari in un locale americano. Questo ci dice come il basso valore della moneta cinese agisca a forte sussidio alle esportazioni.
Tutti i dati così ottenuti possono orientare i nostri investimenti verso una valuta o l’altra. La loro evoluzione, che è legata al tasso d’inflazione, ci fa anche capire la solidità finanziaria di ciascun paese nel lungo periodo. Potremmo quindi scegliere, una valuta forte, una debole con possibilità di rivalutazione o il paese dove il prezzo del Big Mac è costante negli anni? Decidete Voi…
Dall’analisi “Big MAC” risulta che: il franco svizzero è fortemente sopravalutato rispetto a diverse monete, (quindi difficile aspettarsi una continua ascesa di questa moneta.); l’Euro, il dollaro australiano e quello canadese sono sopravalutati del 20% rispetto al dollaro americano; lo yen giapponese e la sterlina inglese sono in linea con i valori medi. Il dollaro Usa è molto sottovalutato, a lungo termine è quello che è più probabile possa riprendere il valore di qualche tempo fa, con buona pace dei pessimisti del momento… lo vediamo anche in questi giorni…
Innanzitutto grazie per il periodico invio della Lampadina,sempre molto interessante e “sfiziosa”per gli argomenti trattati poco o solo apparentemente conosciuti.
Mi complimento per i tuoi articoli in materia finanziaria molto utili in questo periodo assai turbolento.
Suggerisco solo, per quanto riguarda la segnalazione delle Mostre,precisare la durata,in particolare il termine.
Buone vacanze.
Enrico
Ciao Enrico, mi fa molto piacere il tuo commento ed il tuo apprezzamento per la “lampadina”, prendiamo nota del Tuo commento e siamo qui nel caso avessi qualcosa di interessante da proporci…
Ciao a presto
Carlo