ATTUALITA’: noi e gli americani continuiamo a ragionare in modo diverso?

Differenze di vedute tra europei e loro dirimpettai oltre oceano

Qualche anno fa intorno a un tavolo per una colazione di lavoro, ci trovammo in sette: due italiani, un francese, un tedesco, un inglese e due americani.
Gli argomenti, l’andamento delle materie prime, le valute e la loro evoluzione, argomenti certo interessanti ma dopo una giornata di lavoro cercavamo qualcosa che ci proiettasse in un mondo differente.
Cominciammo a parlare della Piramide Cestia vista il giorno precedente con grande impressione degli americani, da lì poi passammo al viaggio di Giulio Cesare in Egitto e a come fosse sorpreso di apprendere che le piramidi esistevano già da quasi 2000 anni prima di Roma. Naturalmente arrivammo ai giorni nostri e a come l’umanità avesse trascorso gli ultimi due millenni …
Ma cosa pensava ognuno di noi dei prossimi duemila anni?
Ci guardammo incerti su cosa dire… poi cominciammo noi europei, tutti più o meno di un pessimismo “filosofico” adducendo situazioni sociali, guerre, economia, cataclismi etc.
Gli Americani ci guardavano con un’aria perplessa e finito di esprimere la nostra idea cominciarono loro..
Rimanemmo senza parole per il profondo ottimismo della loro posizione che riferendosi alle nuove frontiere della medicina, a sistemi curativi rivoluzionari, intelligenze artificiali, l’astronomia, nuovi pianeti, sistemi di comunicazione, diminuzione della fame nel mondo, gli OGM etc. chi più ne ha più ne metta, contavano che i prossimi due millenni sarebbero stati di grandissimo successo per ogni aspetto della nostra vita.

Terminata la loro disquisizione, rimanemmo in silenzio per qualche minuto. Avevano ragione loro?
Leggendo in questi giorni un articolo sul “Corriere della Sera” a proposito delle mentalità differenti tra noi e gli americani mi veniva in mente quella nostra colazione di lavoro e cosa avrebbero fatto i vari Zuckerberg, Brin, Page o Gates se anziché in USA fossero nati qui, nella vecchia Europa.
Il Corriere poi proseguiva riportando un quadro interessante delle due differenti mentalità, riscontrate in principal modo tra i giovani, in verità si riferiva più alla differenza tra Usa e Italia che non all’Europa ma ecco cosa ci diceva:
per quanto riguarda il futuro

– USA: per il 35% dei giovani rappresenta un’incognita, per il 65% un’opportunità.

– Italia: per l’83% dei giovani italiani è un’incognita, per il 17% un’opportunità.

Il denaro:

– USA: per il 57% degli americani significa libertà, per il 43% sicurezza.

– Italia: per il 19% degli Italiani significa libertà, per l’81% sicurezza.

Il lavoro

– USA: per il 45% rappresenta il posto sicuro, per il 55% la possibilità di finanziare una propria idea.

– Italia: per il 93% è il posto sicuro e solo il 7% lo intende per finanziare una propria idea.

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Giorgio Onetti
23 Ottobre 2012 6:59

Bravo Carlo. Ti scrivo da quel lontano Paese che e’ l’America, pur se non mi trovo neanche sul suo territorio fisico, essendo le Hawaii un arcipelago piu’ riconducibile alla Polinesia o alle altre isole oceaniche. Ma e’ America anche qui, nella mente e nelle abitudini di quei molti che ne formano la complessa societa’ oggi esistente. E cio’ che sto respirando corrisponde senza dubbio a quanto tu hai sinteticamente descritto. Adieu, vecchia Europa. Chi ti potra’ salvare dal declino?

Massimo Biagiotti L
3 Ottobre 2012 12:35

Sono sempre più convinto che le situazioni della vita possono essere viste da diverse angolazioni e la prospettiva con cui la guardiamo la fa: la sensibilità personale, la storia e la cultura di ogni uno di noi. Comunque bisogna spargere buone notizie e ottimismo per alimentare il futuro.
massimo

Carlo Verga
Reply to  Massimo Biagiotti L
3 Ottobre 2012 17:38

Buongiorno Massimo, sono assolutamente d’accordo con Lei, ed è quello che, nel nostro piccolo, cerchiamo di fare con la “Lampadina”. Se ha qualcosa di interessante da pubblicare.. siamo qua.
A presto. Carlo Verga

Ludovico Sanseverino
24 Settembre 2012 15:39

la cosa che fa più pensare è che quando si fa questo genere di discussioni, si sente dire frequentemente che tutto sommato noi siamo così superiori agli americani, che sono un popolo di incolti e ignoranti, che la loro scuola è del tutto inferiore alla nostra , che oramai sono un paese in declino che in politica estera non ne azzeccano una…e via discorrendo.
Peccato che là in ogni piccola cittadina sperduta del mid west c’è una biblioteca pubblica, che le loro università sono le prime al mondo e le nostre le ultime, che rispetto a loro la nostra tecnologia è all’età della pietra ( basta che chiunque veda il film dell’atterraggio su Marte della sonda Curiosity )e che grazie loro oggi siamo un paese libero in un mondo libero e non un satellite di qualche Unione Sovietica o Cinese o chissa cos’altro.

Reply to  Ludovico Sanseverino
25 Settembre 2012 12:33

Sono assolutamente d’accordo con te e quanto ci diciamo, vale, fino ad oggi. Sono di ritorno da un viaggio in Cina e sorpreso di quanto succede in quel paese. A noi comuni mortali vedere una citta come Shanghai con un traffico impazzito e formato da auto nuove, auto tedesche solo di alta gamma, Jaguar in quantità , Ferrari e RR, fa una certa impressione, e poi quando vai a leggere i reports…
PIL: Cina oltre il 9%, Usa poco sopra l’1% (il che vuol dire che ogni anno il prodotto interno lordo cresce di 9 volte rispetto a quello degli Usa);
che la Cina non ha debito pubblico ma un surplus consistente, mentre il debito pubblico USA è di trilioni di USD e che la più parte è in mano cinese.
Che in USA l’immissione di denaro fresco ha fatto crescere i prezzi in modo consistente, di conseguenza i costi di produzion dei beni etc..
Che lo Yuan, la moneta cinese, è preso come riferimento in molti paesi Asiatici sostituendo il dollaro, e il governo Cinese spinge per adottarlo anche verso i paesi Europei e Usa.
Che molto dell’Africa è “colonizzata” da imprese Cinesi,
che la Cina acquista aziende in tutto il mondo con tecnologie avanzate: non hanno problemi.. di quanto costano.
Io credo che la Cina potrà condizionare sempre più gli Usa e il mondo con il semplice “ricatto” di non acquistare più il debito Usa.
Penso quindi che se non succederà qualcosa, ahimè di brutto e speriamo di no, entro qualche anno tutti a scuola.. a studiare il Cinese..
Ciao a presto

Clemente Micara-Sartori
Reply to  Isabella Confortini Hall
26 Settembre 2012 4:29

Mi sembra che il paragone USA-Cina sia un po’ superficiale anche se con qualche verita’. Il tasso di crescita dell’economia USA anche se molto basso (grazie a politiche economiche sbagliate .~2.0%) rispetto al normale (4%) e’comunque in via di crescita. Molti Europei, ma anche in altri paesi del mondo, forse non si rendono conto che in questo momento negli USA c’e’ una rivoluzione “energetica” con produzione di quantita’di gas naturale, gas liquidi (NGLs) e petrolio impensabili fino soli a due anni fa, grazie a nuove tecnologie per estrarre gas e petrolio dalle roccie Shale fino a profondita’ di 3000 metri all’INTERNO degli USA (e non off-shore). Il costo del gas naturale negli USA e’ minimo rispetto all’ Europa, Cina e sopratutto Giappone. Questo sta determinando un grosso calo del costo della produzione industriale, e molte aziende USA stanno gia’facendo rientrare la produzione industriale in America (basta guardare la forte diminuzione nel numero dei container che arrivano giornalmente dalla Cina). L’economia cinese si sta assestando sui 7% di crescita annui (e non 9% ma i dati economici della Cina sono sempre un po’ fasulli)che altrove sembrerebbe incredibile ma in Cina equivale ad una recessione e la garanzia di grossi “disordini” a livello sociale.

E’ vero’ che il debito USA e’ altissimo (vergogna!) ed anche la quota cinese del debito. Ma la storia – anche recente – dimostra che chi ha molti crediti (come i cinesi con gli USA) non sempre hanno il controllo della situazione. Se l’economia USA affondasse quella cinese sarebbe ancora piu’ colpita, non potendo la Cina contare su altri grandi mercati visto che l’ Europa e’ in recessione e lo sara’ per molto tempo. Nel medio e lungo periodo io – vedendo le cose da dentro gli USA – ancora scommetto su questo paese. La Cina in qualche modo continuera’ a crescere ma non deve essere uno zero-sum game: c’e’ spazio per due – e anche piu’ – giganti economici.

Carlo Verga
Reply to  Clemente Micara-Sartori
26 Settembre 2012 15:31

Buon giorno dottor Clemente Micara Sartori, La ringrazio per i Suoi commenti e d’accordo con Lei sui dati molto ballerini che si leggono sui vari giornali e le infinite discussioni che potrebbero aprirsi sull’argomento.

I dati da me riportati provengono dalla Cina, ma da fonti non Cinesi. I dati ufficiali oggi parlano di Pil al 7%, ma consideri il forte “sommerso” in quel paese che porterebbe il pil a due punti in più dell’ufficiale… ed è credibile …

Per quanto riguarda poi la crisi che si verificherebbe in Cina se mancassero i mercati Europei ed Usa, così come spesso riferiscono i giornali Europei ed Usa, non ci si rende conto della vastità del mercato interno Cinese e quanta disponibilità hanno per investire al proprio interno, dalle strade, ai centri commerciali, quartieri ed intere città, le ferrovie… creando così quel forte consumo che è mancato fino ad oggi. Sono rimasto perplesso nel leggere un articolo apparso su un giornale Cinese dove si parla di un investimento approvato di milioni di Yuan (scusi non mi ricordo quanto) per costruire 80 nuove linee ferroviarie…!
Parlando degli Usa forse avrà letto in qualcuno degli articoli precedenti
pubblicati sulla “Lampadina” che grande stima ho del Paese. Ma nei tempi in cui viaggiavo in lungo e in largo mi ero reso conto di quanto il paese fosse diventato grande per gli investimenti fatti al proprio interno, dalle biblioteche, come dice Ludovico Sanseverino, nei posti più sperduti, e a tutto il resto…. Ma come facevano? Acquistavano all’estero la più parte delle materie prime in quantità enormi ottenendo prezzi particolarmente favorevoli e investendo quasi tutto al loro interno. Quanto e quando in eccesso, lo esportavano solo e in presenza di forti surpus e a volte, facendolo in dumping…. La Cina, in modo differente, fa lo stesso, partiti dall’esportazione potranno riversare somme ingenti sul mercato interno rafforzandosi in modo più strutturato.
La storia, ahimè, si ripete come sempre …. Il solo problema della Cina al momento, e con tanti dubbi di come finirebbe, sono i possibili scontri sociali…
Sono poi d’accordo con Lei che molte aziende sono in fase di rientro e
principalmente verso il Messico, dovuto molto ai costi in aumento in Cina, ma principalmente alle difficoltà che hanno le piccole e medie aziende a
districarsi nelle varie regole all’interno del paese a vantaggio delle
locali.
Per quanto riguarda infine l’energia, sia il Canada che gli Usa hanno grandi riserve con i nuovi sistemi di estrazione e quindi costi energetici più bassi di moltissimi paesi… ma Lei pensa sufficienti se non riequilibrato il sistema finanziario (debito etc) e fiscale all’interno del Paese e/o con un dollaro che dovrebbe mantenere il suo valore? O può spiegarci perchè negli ultimi sei mesi nella benzina, nel food e in tutto il resto si è registrato un aumento consistente di prezzi anche negli Stati Uniti nonostante il basso costo energetico?
Dottor Clemente Micara-Sartori, come dicevo all’inizio è un argomento che potremmo discutere per ore e ore e nei mille aspetti…comunque la Cina fa veramente impressione e mi auguro veramente che l’ottimismo dei due Americani descritti nel mio articolo originale…possa corrispondere all’evoluzione del mondo nei prossimi anni.

Grazie, ho apprezzato molto i suoi commenti …