Barca che vai, donna che trovi
Seduti, a riposo, in un bar del porto con un drink in mano e lo sguardo che scorre sulle tante barche.
Ne sta entrando una: lui al timone, lei arrotolata in uno scomodo pareo svolazzante (Magliette in barca! No ai veli!), corre intorno piazzando malamente i parabordi: uno corto, uno troppo lungo, fissati in fiocchi gentili e poco marini.
Si appropria del mezzo marinaio, lo fa oscillare sulla testa del marito che la sgrida furioso. Lancia all’ormeggiatore la cima che piomba miseramente in acqua e, finalmente, nonostante tutto, la barca è attraccata.
Riposo?
No.
Scompare sottocoperta e ne riappare poco dopo aggravata da due enormi sacchi di spazzatura che, camminando con passo incerto sull’ancor più traballante passerella, va a scaricare nei lontanissimi bidoni.
Lui accende intanto un mezzo toscano e scambia con i vicini informazioni preziose su meteo, porti, cantieri, rotte e velai.
Eccola di nuovo a bordo che, con i capelli abituati a cure di parrucchieri solerti che ora schizzano invece da ogni parte, increspati, salati, di un colore fra l’arancione e il verde e nemmeno tentano più di nascondere la terribile ricrescita, brandisce la canna dell’acqua e armata di scopettone comincia furiosamente a lavare la barca, a strofinare via il sale.
Si sente un borbottio furioso da sottocoperta: si è scordata un oblò aperto.
La barca, pulita, lucida, grata.
Riposo finalmente?
No.
Riemerge con in braccio un bacile pieno di vestiti lavati e strizzati (a mano) che stende tutto intorno. E poi di nuovo sottocoperta: esce un profumo di cibo e poi apparecchia e poi laverà e metterà a posto e poi…… domani tutto di nuovo da capo.
A sera, prima di buttarsi esausta nella stretta cuccetta, dopo un nostalgico pensiero al king size bed di città, con un enorme tubo di pomata si cosparge gli innumerevoli lividi neri e bluastri. Per fortuna il grosso bernoccolo sulla testa si sta lentamente riassorbendo
Fa finta di essere felice, fa finta di ADORARE tutto questo.
In realtà non vede l’ora di tornare a casa, di fustigare la servitù, di correre dal parrucchiere, di non entrare mai più in cucina.
Una buona notizia?
Per motivi fiscali la barca passerà l’inverno fuori confine, lontana, troppo lontana per i fine settimana fuori stagione.
“Che peccato!” sussurra dolcemente al comandante. E corre a chiudersi in cabina dove, in una danza forsennata ma silenziosa di ringraziamento, anticipa le gioie di tornei di burraco e di vestitoni coprenti che finalmente permettano alla pancia di occupare il suo posto nel mondo.
Divertentissimo e certamente non autobiografico, direi. Che invidia questa NPGI cosi integrata, parla una NPGII (la seconda I sta per incapace) che però condivide in pieno l’ultimo paragrafo… quanto al flautato rammarico!
Triste, generalizza un campione limitato ad una tipologia, spero, in fase di estinzione.
Credevo di aver parlato di un piccolo campione di donne che per essere vicine ai loro affetti si sobbarcano a fatiche e disagi che non rientrano nel loro quotidiano.
Non penso che la loro tenacia e il loro coraggio debbano essere causa della loro estinzione.
Anzi io le guardo con simpatia anche se accompagnata da un sorriso divertito.
autobiografico oppure è paura del futuro?
brava !!!
molto spiritoso! anche se non sono un velista
Beh! quante ne ho viste di queste scene da vecchia velista.
Bravissima e spiritosissima la Lalli Theodoli
Bisogna scegliere tra le gioie del mare in barca a vela ed il parrucchiere ed altri confort? Non credo c’è un tempo per tutto.
Mitico!!!
E poi qualcuno si meraviglia ancora che dopo 25 anni io abbia spinto Filippo a vendere la barca?
La crisi della nautica dovuta alla rivolta delle NPGI ?
Molto spiritoso l’articolo…mi viene il dubbio che la crisi della nautica sia dovuta proprio a questo!!! Ricordo altri tempi, molto tempo fa, in cui le mogli del”comandante” venivano accudite da solerti marinai di nome Totonno (con l’occhio storto) o Antonio di Piano di Sorrento. Allora sì che era vita!!!!
Ne ho conosciute tante……….ma è difficile che al loro ritorno in città ammettano che il quadro è quello spiritosamente tratteggiato da Lalli. Brava ! Ne prepareresti un altro ? Stefano Gentile
mi è venuta la ridarella ….. brava Lalli!!
Ottimamente spiritoso e vero!
Brava Lalli….