Grande attenzione alla natura, al paesaggio, al rapporto uomo-ambiente: la pittura fiamminga rappresenta una visione disincantata dell’umanità segnando l’arte europea tra il XVI e XVII secolo.
Questo è il tema affrontato dalla grande esposizione dedicata alla dinastia dei Brueghel, celeberrima stirpe d’artisti in mostra al Chiostro del Bramante dal 18 dicembre al 2 giugno 2013. Uno spettacolare iter espositivo che ripercorre un orizzonte pittorico e familiare lungo centocinquant’anni.
Più di 100 le opere esposte – dipinti, disegni, tavole-provenienti da Collezioni e Musei internazionali e sinora mai esposti a Roma.
Attraverso la genealogia di Pieter Brueghel il Vecchio, la mostra propone un viaggio appassionante nell’epoca d’oro fiamminga del Seicento, alla ricerca del genio visionario di ben cinque generazioni d’artisti in grado di esprimere coralmente, come mai nessuno prima né dopo di loro, lo stile e le tendenze di oltre un secolo di storia dell’arte.
La mostra inizia con la sezione dedicata alle straordinarie ricerche espressive di Pieter Brueghel il Vecchio e di Pieter Brueghel il Giovane parallelamente ai dipinti di Hieronymus Bosch con il quale il capostipite dei Brueghel (il Vecchio) ebbe un singolare scambio intellettuale s’eppur intendendo – quest’ultimo- la pittura, in senso diverso: Bosch attraverso una visione disincantata dell’umanità (con tutti i difetti, le mancanze proprie dell’uomo), Brueghel invece con una narrazione pittorica più tenera, con scene e impatti paesaggistici più reali, tradizionali vicini al quotidiano.
La rassegna capitolina mette in luce aspetti interessanti inerenti alle ricerche di Pieter Brueghel il Giovane (1564/1658) rispetto al fratello Jan; infatti non farà altro che ripercorrere costantemente le orme del padre, realizzando a volte vere e proprie “copie” dei suoi dipinti utilissime per gli studiosi, visto che alcune sono andate disperse. La sua pittura è così densa di atmosfere di colori forti, con tonalità decise; ne è l’esempio il quadro intitolato “Le trappole per gli uccelli” del 1605 che racchiude un singolare stile Barocco-Fiammingo. In Jean Brueghel il Vecchio (1525/1530) il suo rinnovamento stilistico unisce invece, una preziosità, una tecnica così raffinata, leggera per questo forse soprannominato “Il Pittore di Velluto” divenuto così riferimento imitativo per gli “artisti brughelliani” successivi…
Lo stile Brueghel in pieno Seicento così si amplifica nei tratti di un vero e proprio marchio di qualità, tant’è vero che il percorso espositivo della mostra si focalizza attorno alle vicende di ciascun artista e si sviluppa attraverso le esperienze d’innumerevoli autori coevi fiamminghi: da Jean van Kessel a David Teniers il Giovane sino, ad Abraham.
Curata da Sergio Gaddi e Doron J.Lurie Conservatore dei Dipinti Antichi di Tel Aviv Museum la mostra è promossa e organizzata da Arthemisia Group e DART Chiostro del Bramante, catalogo Silvana Editoriale.
Articolo di Laura Novello – Autore ospite de La Lampadina
Molto interessante.Ma non ho capito se la mostra si limita ad opere di Brueghel il giovane o se sono presenti anche altri artisti importanti (p.e. Bosch)
Comunque grazie per la segnalazione.
Emilio Maraini
p.s. perchè non fare un po’ di spazio alla musica ed ai concerti?