Tanto diversi certamente da come eravamo noi ma anche da come erano i nostri figli. Sinceri, coraggiosi, bandite le formalità: vanno crudelmente alla entità delle cose, senza pietà.
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Una piccolina bionda con occhi azzurri e faccia da madonna del quattrocento, sdraiata a pancia sotto sul tappeto, mille matite colorate sparse intorno. Fa il ritratto alla nonna: il solito tondo, due piccole sfere per occhi, un triangolo il naso, un arco in su la bocca sorridente. Attorno a quella che pare la testa due matasse gialle sono i capelli.
La bambinetta osserva soddisfatta poi afferra un pennarello nero, largo dal tratto enorme e sotto mille vigorose tracce nere quasi fa scomparire il disegno.
“Che peccato perché lo scarabocchi? Un così bel ritratto!” Dice la nonna.
Alza la testa stupefatta.
“Mica lo scarabocchio, sono le rughe no????”
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“Muori? Quando muori? Vai da loro in cielo (dagli altri nonni e dai cani che tengono loro compagnia)?”
Cerchiamo di rassicurarli, di consolarli, non sarà un addio, saremo sempre loro vicini, li proteggeremo dall’alto.
Parte via saltando su un sol piede . ”Meno male che poi mi rimane qui giù l’altra nonna”
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Il papà chiede alla bambina se vuole parlare al telefono con la nonna: “NO” la risposta senza esitazioni e senza false scuse..
Come non pensare ai nostri disperati cenni di diniego per evitare di parlare nel telefono nero in corridoio alla vecchia zia che inesorabile e più e più volte senza pietà sempre e solo chiedeva “Eh come va la scuola?”
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Al racconto della nostra tavola in cui rombavano i “Non è la testa che va al piatto ma la mano che va alla bocca, dritta, giù i gomiti, non parlare a bocca piena, parla quando sei interrogata…..”
Il nipote con i gomiti larghi sulla tavola come un aeroplano in decollo e la testa affondata nel piatto, alza gli occhi stellati “Come siamo fortunati noi!” dice.
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Peggiori di come eravamo? Certo formalmente molte carenze, ma bisogna pensare forse alle cose veramente importanti.
Se uno di loro ci abbraccia è un abbraccio vero, se ci dicono con un enorme slancio che sentiranno la nostra mancanza è vero. Non dicono se non quanto sentono e sentono tantissimo. Hanno sentimenti forti. Che manifestano nel bene e nel male.
Certo la loro sincerità è disarmante: davanti al nostro vecchio album di fotografie, urli di stupore “Ma eri giovane !”
Quasi si sentono traditi per un nostro aspetto che non riconoscono: è con le rughe di ora che ci vogliono bene. Con il loro cuore grande e largo accolgono famiglie sbracate in intrecci e legami impossibili con nuove matrigne che sembrano sorelle, sorellastre che sembrano mamme, fratelli che fanno da padri e padri che paiono fratelli ed al pranzo di Natale un grande abbraccio anche al quarto fidanzato della nonna.
Ci ritroviamo tutte, nei teneri ricordi di ieri e in quelli veri e attuali di oggi, articoli sempre piacevoli da leggere, brava!
Brava ! Scrivi in modo … Sorridente …
Tutto vissuto e condiviso
La parte finale poi… Sulle nuove famiglie allargate è fichissima ! Susanna
…..troppo carino….brava è delizioso…..Désirée
Brava all’autrice dell’articolo: VERO, DIVERTENTE MA ANCHE MOLTO COMMOVENTE E TOCCA NEL PROFONDO…..