ROMA DA SCOPRIRE – Al Pigneto: tra assaggi di Giappone e Storia

Maurizio torna dal Giappone portandosi dietro un bagaglio di sapori, atmosfere e novità e così decide, insieme alla sua compagna Giulietta, di aprire la valigia e concretizzare la sua passione nel quartiere romano del Pigneto.

Così nasce Yakiniku che non rispecchia il classico ristorante giapponese ma se ne distacca completamente, attraverso i suoi tavoli Yakiniku (senza fumo) dove ognuno è libero di cuocere direttamente e a proprio piacimento carne, pesce, verdura con un braciere posto al centro del tavolo. La particolarità è in questo sistema di cottura (unico a Roma) che rende il cibo soffice ed evita di essere sopraffatti da fumi e odori.

Cosa provare?

Yaki Gohan riso al vapore saltato con pollo e funghi, zenzero oppure manzo con bamboo; Tataki  di tonno scottato su piastra con spinaci ed avocado o la carne Kobe (manzo giapponese Wagyu allevato secondo le ferree regole della tradizione) con asparagi al sesamo nero; il salmone marinato in salsa Teryaki; spiedini di pancetta e asparagi e tante altre specialità della cultura del sol levante. Maurizio è anche un appassionato di vini e offre una scelta di oltre 150 ottime etichette, birre artigianali italiane e francesi.

Dal Giappone al Pigneto per riscoprire un quartiere popolare di Roma attualmente molto vivo ed interessante. “Pigneto città aperta” propone per esempio, a cadenze varie, (gli ultimi appuntamenti del 2012 sono stati a maggio e a ottobre), una serie di iniziative come teatri, concerti, laboratori, studi, librerie, gallerie d’arte organizzati in maniera semispontanea dalle persone che popolano e che sono effettivamente presenti nel quartiere.

Tra questi da segnalare il Museo Storico Didattico di Giochi e Giocattoli del Novecento.

Fritz Billig Hoenigsberg inizia la sua collezione di automobili, all’avvento del Nazismo, con le macchinine ricevute da bambino della Lehman e della Tipp Co, aziende di proprietà di famiglie ebree che vennero requisite dalla Germania hitleriana. Continua tutta la vita nella sua missione di raccolta motivato dall’idea che il giocattolo è il simbolo del luogo o dello spazio dove tutti i bambini sono uguali e giocano senza distinzione di razza, religione, livello sociale.

Nel Museo della Memoria Giocosa sono esposti, in uno spazio di 308 mq, giocattoli prodotti tra il 1900 e 1960 e che rappresentano la vasta gamma di giocattoli americani, asiatici ed europei.

Da far conoscere ai nostri figli …

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Barbara Sportelli Bizzarri
17 Dicembre 2012 11:42

Brava Angelica…dovremo andarci insieme!!!!