L’azienda Borsalino protagonista di mostre e incontri
E’ a tesa larga per Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in Casablanca (1972), più sportivo per Harrison Ford in Indiana Jones (1984), più classico per Adrien Brody ne il film “Il Pianista” del 2002… per non parlare poi di quello più glamour, sofisticato appartenente a Greta Garbo in Ninotchka!
Stiamo parlando di un capo d’abbigliamento fondamentale nel campo del costume e protagonista assoluto nella quotidianità: il cappello. A rendere omaggio a quest’ultimo è l’esposizione intitolata “Il Cinema e il cappello: Borsalino e altre storie”, visibile dal 13 febbraio al Palazzo Monferrato di Alessandria. Ricco si profila l’excursus espositivo della mostra (curata dall’Azienda Borsalino) tra migliaia di cappelli “a paglietta”, “Panama”, “a cilindro”, “ a tubo” sino ad arrivare al mitico “modello Borsalino” nato nel 1970 in occasione del film omonimo e reso celebre dai protagonisti che lo indossavano: Alain Delon e Jean Paul Belmondo. Da allora divenne un vero e proprio status-simbol accento d’eleganza maschile; sia estivo che invernale, elemento indispensabile nel guarda-roba quotidiano.
Negli anni l’Azienda Borsalino venne rafforzata dall’immagine data dalla pellicola cinematografica. Ma quanto tempo occorre per la realizzazione di un Borsalino?
L’alta manualità è indispensabile, l’arte della creazione di quest’importante oggetto richiede tempo, si parla di settimane (forse 7/8) e più di cinquanta fasi di lavorazione. Tecnica, passione, alto artigianato e alta estetica (che dura da oltre cento anni) stanno alla base di un Cappello Borsalino prodotto italiano di altissima qualità, sia per la scelta dei tessuti , delle stoffe che per i particolari.
Basta analizzarne tutte le cuciture e i particolari per rendersene conto! Per tutto questo un salto al Museo del Cappello è indispensabile. E’ il Museo dell’Azienda Borsalino dove sono raccontate le vicende dell’industria dagli esordi del 1857 ad oggi. Esposti più di duemila modelli, percorsi stilistici più svariati accanto a filmati d’epoca, ai prototipi stilistici, ai disegni, schizzi preparatori di cappelli, parallelamente a un grande numero di realizzazioni pubblicitarie: posters e manifesti d’arte legati al tema.
Non mancano iniziative collaterali alla rassegna; convegni, incontri, giornate di studi e altresì la mostra dal titolo “Tanto di cappello” che vede le interpretazioni artistiche di Gian Luigi Toccafondo e i numerosi collages di Tonino Conte quale omaggio all’accessorio assieme ai costumi di Santuzza Calì. Questa mostra intende focalizzare l’attenzione –oltre al tema davvero ricco di spunti e molteplici interpretazioni storiche- sulla città di Alessandria, sulle sue culture, sulle eccellenze della città.
Concluderà il ricco itinerario una grande caccia al tesoro che si snoderà attraverso i percorsi artistici della città previsto per la Primavera.
Articolo di Laura Novello – Autore ospite de La Lampadina