Articolo di Matilde Pratesi – Autore ospite de La Lampadina
Le nuove generazioni che si affacciano ora al mercato del lavoro si trovano insieme a miriade di giovani recentemente laureati e pieni di speranza ad affrontare un difficilissimo compito. L’inevitabile scontro con la realtà li lascia delusi, depressi e terribilmente stressati. Ci sono pochissime opportunità di lavoro e spesso molto mal pagato. L’unico barlume di positività in questo cupo panorama ci è dato dai cambiamenti nel modo in cui comunichiamo avvenuti negli ultimi anni.
Sono nati dei ruoli completamente nuovi nel panorama del lavoro. Da due anni e mezzo io faccio parte di questa nuova categoria totalmente innovativa che si è venuta a creare. Faccio la Community Manager, all’inizio per ditte emergenti, poi nazionali e ora lavoro per una casa automobilistica a rete globale. Che si chiami Community Manager, Social Media Coordinator o Social Editor (o addirittura Social Media Ninja!) il succo del lavoro è questo: ormai, quando un cliente vuole mettersi in contatto con una marca – che sia per una lamentela o per una domanda di qualsiasi ordine, il modo più facile e veloce è di mandare un messaggio su Facebook o Twitter.
Ogni marca commerciale, ogni Società, ogni persona, sia essa nota o meno nota, possiede oramai un profilo sui social network. Nel caso specifico del community manager, le richieste che vengono comunicate sono poi viste da tutti coloro che seguono i profili “social” di una marca, rendendo essenziale l’avere una persona incaricata di filtrarli e rispondere. Se questi messaggi rimangono ignorati, la compagnia perde la faccia. Il che, in questi tempi di crisi, è una cosa che nessuno può – o vuole – permettersi.
Il lavoro del social media ninja, non è solo di risposta, è anche di azione: infatti, comprende l’attività di creazione di messaggi che una marca manda dai propri canali online ai consumatori, niente a che vedere con i messaggi pubblicitari ma piuttosto foto interessanti, fatti esclusivi e contenuto creato su misura per ogni cliente e aggiornato anche più di una volta al giorno. Il “ninja” in questione, è in costante contatto con una varietà di programmi informatici che gli permettono di capire esattamente l’età, il sesso, la personalità, le abitudini e gli interessi della comunità che segue la sua marca, e utilizza quest’insieme di informazioni per creare messaggi “social” su misura.
In poche parole il mio lavoro, e quello di una crescente maggioranza di persone, non cade più sotto una definizione unica ma è composto in parti uguali da psicologia, sociologia, assistenza clienti, marketing e, perché no, un briciolo di sfacciataggine, che, diciamocelo, in questi duri tempi, è necessaria.
Matilde Pratesi