Nel numero 16 della Lampadina è stato pubblicato un articolo sui Testimoni di Geova.
A motivo della vivacità e della intraprendenza dei fedeli di questa religione è possibile che li abbiamo incontrati almeno una volta. In tal caso sappiamo che uno dei “cavalli di battaglia” con i quali portano avanti la loro propaganda è quello del “Nome di Dio”, che dicono essere GEOVA, nome che è, a loro dire, tenuto nascosto per oscuri motivi dalla Chiesa Cattolica.
Ma come stanno le cose? Dio ha un Nome? E qual è, questo Nome? E perché questo Nome non compare nei documenti della Chiesa Cattolica?
[Bisogna fare una prima osservazione di tipo grammaticale: mentre il vocabolo “dio” è un “nome comune” indicante genericamente “Persona o cosa oggetto di adorazione, culto, devozione”, Dio viene scritto con la iniziale maiuscola, è trattato cioè come un “nome proprio”. In altri termini, una risposta alla domanda: “quale è il nome del dio dei cristiani?, potrebbe essere: il suo nome è “Dio”!
Questa risposta, che ha dei sottintesi teologici (essendoci per i cristiani un solo dio, non è quindi necessario dare alcuna altra specificazione ) non è però soddisfacente.]
Vediamo di approfondire.
Nelle Sacre scritture Mosè rivolge al dio che gli si manifesta sull’Oreb proprio questa domanda: (Esodo 3 :13-15) 13Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?». 14Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”». 15Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.“ –
Quindi, in questo passo, Dio afferma che il suo nome è “Signore”.
Ma le cose sono un po’ meno semplici.
Perché quella sopra riportata è la traduzione italiana della Conferenza Episcopale Italiana (CEI)
La Bibbia – sembra ovvio ricordarlo – è stata scritta in ebraico. E il termine che in italiano troviamo indicato come “Signore” nell’originale ebraico compare come “JHVH”, una parola formata dalle quattro lettere yod he vav he.
Dunque il nome ebraico con il quale Dio ha identificato se stesso è JHVH (un vocabolo che ha relazione con il verbo ESSERE, detto anche Tetragramma)
Sorgono spontanee due domande: a) che rapporto c’è tra JHVH e il termine SIGNORE che compare nelle nostre Bibbie?; b) come si pronuncia in italiano JHVH?
Per rispondere al primo quesito bisogna fare un po’ di storia.
Uno dei dieci comandamenti dati da Dio a Mosè sul Sinai e che ci sono stati trasmessi in forma abbreviata dal catechismo, recita: “Non nominare il Nome di Dio invano”. Il popolo ebraico ha da sempre interpretato questo comando in forma molto restrittiva: per essere certi di non nominarlo “invano” (cioè inutilmente, banalmente o inappropriatamente) è bene non nominare affatto il nome di Dio JHVH (con la eccezione di alcuni eventi liturgici specialissimi). Ogni volta che trovano scritto JHVH, nelle celebrazioni liturgiche, gli Ebrei dicono Adonai (vocabolo che significa “Signore”), mentre nelle altre occasioni dicono Hashem (vocabolo che significa “il Nome”)
Nel II sec a.C la Bibbia è stata tradotta dall’ebraico in greco (traduzione detta dei Settanta). I traduttori, ovunque trovarono scritto YHVH, consapevoli che si leggeva Adonai, trascrissero direttamente KYRIOS – cioè il termine greco corrispondente a “Adonai”.
I cristiani inizialmente usarono per le loro funzioni liturgiche la Bibbia greca e dunque trovarono, al posto del nome di Dio YHVH, il termine “Kyrios”. Anche San Girolamo quando tradusse in latino la Bibbia partendo dall’originale ebraico seguì lo stesso criterio e usò il termine “Dominus” e così è stato fatto poi anche nelle traduzioni cattoliche nelle lingue Volgari, seguendo la tradizione consolidata attraverso i secoli.
Primo risultato che possiamo quindi considerare acquisito è che il Nome del Dio giudaico-cristiano è JHVH e che il termine SIGNORE che troviamo nelle nostre Bibbie è la traduzione del termine ebraico sostitutivo ADONAI.
Ma come si pronuncia JHVH dato che sono quattro consonanti?
E’ necessario anche qui fare un po’ di storia.
La scrittura ebraica è una scrittura “consonantica” – cioè le vocali non si scrivono. Per poter leggere correttamente un testo bisogna conoscere le parole! (E’ così ancora oggi nell’israeliano moderno). La Bibbia dunque in origine era solo un insieme di consonanti. Con il passare dei secoli e con l’affievolirsi della conoscenza dell’ebraico antico, per evitare il rischio che non si sapesse più leggere la Scrittura in modo corretto – cambiando le vocali muta anche il significato delle parole -, i saggi ebrei inventarono una serie di “segni” vocalici che misero sotto alle lettere per indicare come queste dovessero essere vocalizzate durante la lettura.
In corrispondenza del Tetragramma JHVH, anche per ricordare al lettore che non doveva essere letto così come scritto, misero i segni della vocalizzazione di Adonai.
Di qui l’errore dei geovisti. Quando, alla fine dell’Ottocento, si venne formando il loro gruppo interpretarono in senso proprio quei segni e conclusero che il Tetragramma dovesse essere letto GEOVA! (sommessamente riconoscono oggi che questa vocalizzazione può non essere esatta ma ritengono opportuno non modificarla a causa del largo uso che ne è stato fatto).
Oggi la maggior parte degli esperti ritiene che la pronuncia più corretta per il Nome di Dio sia IAHVE’ o IAHUE’.
Ciao Beppe ti ringrazio per enviarmi ogni mese questo giornali, per me e molto importante per me leggere sopratutto per no dimenticare la lingua ialiana, e questo articulo me a chiarito di dove viene el nome di Dio e conoscere la storia e ricorarmi che la Bibbia é stata tradotta dall’ebraico in Greco e veder l’errore dei giovisti.. continua Beppe a scrivere. un abbracio forte a te e Eloisa ..Buone Vacanze..