CODROIPO (Udine)
Villa Manin: Robert Capa: La realtà di fronte
Suggerisco una scappata un po’ fuori zona per visitare la bellissima Villa Manin dalle parti di Udine e vedere un importante mostra fotografica. All’occasione del centennario della nascità del fondatore dell’Agenzia Magnum si svolge l’unica retrospettiva europea di Robert Capa. Sono esposte 180 fotografie che riprendono il percorso del grande fotografo impegnato su vari fronti nelle rivoluzioni in atto all’epoca. E’ anche esposto il suo lavoro come fotografo sui set di celebri film hollywoodiani.
Fino al 19 gennaio 2014
ROMA
Academia Belgica: Wunderkammer
Un dinamico gallerista italiano, stabilitosi a Bruxelles da tanti anni, ha curato una conturbante mostra che ha già conosciuto un notevole successo di pubblico e di critica prima a Bruxelles e poi all’ultima Biennale di Venezia. Con la sua “camera delle meraviglie contemporanea” Antonio Nardone ha chiamato 20 artisti belgi per creare, in un atmosfera intrigante, un mondo che mischia la realtà con la fantasia, ispirandosi a quei collezionisti che tra il XVI ed il XVIII secolo erano soliti raccogliere e conservare oggetti stravaganti ed eccezionali realizzati dall’uomo o dalla natura e ha portato il suo progetto a Roma, nella bella sede dell’Academia Belgica. Da non perdere!
Dal 05 Novembre 2013 al 29 Gennaio 2014
Galleria Alessandra Bonomo: Graeme Todd
Da Alessandra Bonomo una mostra dello Scozzese, Graeme Todd, nato a Glasgow nel 1962, che vive e lavora a Edimburgo. L’artista costruisce i suoi quadri con superficie su cui s’incrociano linee prospettiche che chiamano lo spettatore ad un attenta osservazione e invitano alla meditazione.
Fino al 1 gennaio 2014
Galleria Gagosian:Tatiana Trouvé
I cento titoli in 36524 giorni Per me il razionale e l’irrazionale, la mente e i sensi sono sempre connessi. Mi piace lasciarli scivolare l’uno nell’altro, e che siano complementari piuttosto che opposti.
L’artista è nata a Cosenza (1968), cresciuta in Senegal e ora vive a Parigi. Lavora sul tempo lo spazio e l’archiviazione della memoria. Con le sue installazioni, le sue sculture e i suoi disegni, l’artista esplora la fragilità dei confini tra finzione e realtà.
Fino al 4 gennaio 2014
Istituto Polacco: Ana Rewakowitz – Ponte Rotto
Interessante proposta dell’artista Ana Rewakowitz che immagina di ripristinare l’integrità dell’antico ponte romano con materiali bio degradabili. Ci dà la possibilità di sognare un ipotetico recupero dell’antica struttura con ampli dettagli sulla possibile visione artistico-urbanistica.
Fino al 17 gennaio 2014
La selezione delle mostre è a cura di Marguerite de Merode Pratesi.
FOCUS MOSTRE PARIGI
Se siete in zona, non perdetele
a cura di Luciano Berni Canani
“Maschile/Maschile. Il nudo maschile nell’arte dal 1800 ai nostri giorni”.
Al Museo d’Orsay, è in corso dal 24 settembre scorso (e fino al 2 gennaio 2014) un’esposizione affollatissima, che richiama il pubblico più vario: si tratta di opere realizzate nei due ultimi secoli, tutte incentrate sul nudo maschile, da sempre poco frequentato, in rapporto al suo alter ego femminile.
Benché sia stato per lungo tempo alla base della formazione accademica, prima d’ora soltanto nell’autunno 2012, il Leopold Museum di Vienna si è posto per obiettivo la rimessa in prospettiva del nudo maschile su di un ampio periodo.
Nelle sale sono esposte opere che iniziano con le rappresentazioni dei miti classici: Ercole, Sisifo, Apollo, Prometeo, Ulisse e altri, personaggi leggendari, ben lontani dal quotidiano, visti in atmosfere simboleggianti.
Seguono poi quadri e sculture dove il nudo rappresenta personaggi lirici (Orlando furioso) o specialmente atletici, per poi progredire negli anni fino ad arrivare a giorni più vicini, con fotografie e pitture in cui l’autore rappresenta se stesso, un amico, “un vicino di casa”.
Si assiste quindi alla progressiva banalizzazione del soggetto che talora ammicca, e, al di là dell’occasione a volte storicizzata, manifesta delle valenze di tipo marcatamente sensuali.
La mostra è comunque divertente e varia: alle opere dei grandi quali David, Ingres, Bouguereau etc. si affiancano quelle “più mondane” di Pierre et Gilles, David Lachapelle e altre ancora, di autori meno noti, accanto a quelle di giganti quali Lucien Freud e Francis Bacon.
L’insieme dà l’idea di come l’apprezzamento del nudo maschile sia cambiato nel tempo e di come oggi faccia parte, in molte occasioni, del nostro quotidiano, siano esse immagini di pubblicità, di rappresentazione cinematografica o genericamente artistica.
Il video clip di presentazione delle opere “viventi”
“Frida Kahlo / Diego Rivera. L’art en fusion”. Museo dell’Orangerie, dal 9 ottobre 2013 al 13 gennaio 2014.
A Xochimilco, un quartiere a sud di Città del Messico, nel Museo Dolores Olmedo, si trova la più ampia raccolta di opere dei due artisti messicani più emblematici del XX secolo: Diego Rivera e Frida Kahlo.
Una gran parte di questa collezione costituisce il cuore della mostra attualmente in corso all’Orangerie.
Uniti per 25 anni e animati da una comune passione per il loro Paese e per la lotta politica, i due artisti sono indissociabili sia sul piano intimo e personale che su quello artistico.
Totalmente opposto il loro genere artistico: di Rivera l’imponenza dei suoi giganteschi “murales”, della Kahlo la pittura intimista, minimale, concentrata sulle piccole cose e sul suo viso.
La mostra ricostruisce esaustivamente il loro legame artistico e personale, attraverso opere, riproduzioni fedeli (i “murales” di Rivera), filmati e fotografie.
Molte le opere da segnalare: di Rivera quelle meno conosciute, come le grandi tele cubiste (“mercato delle pulci”, “Fontana di Toledo”), realizzate durante il suo soggiorno parigino, dal 1909 al 1920 e i suoi primi “murales” (qui perfettamente riprodotti), influenzati dagli affreschi giotteschi e dai maestri del ‘400, scoperti durante il suo soggiorno in Italia nel 1920.
Di Frida Kahlo è difficile segnalare un’opera in particolare. Tutte quelle esposte confermano il mito di questo emblema popolare, internazionale, di rivolta e di passione. Il dolore fisico e psicologico costante, sono il cuore dell’opera della Kahlo. Gli autoritratti in piccolo formato, degli ultimi anni, quasi degli ex-voto, confermano la sua immagine come una icona. Con uno sguardo che scruta lo spettatore, le sue opere sono tra le più affascinanti dell’arte del XX secolo.
Una grande mostra a lei dedicata, con particolare attenzione al tema della auto-rappresentazione, sarà inaugurata alle Scuderie del Quirinale a Roma, nella prossima primavera.
Pasolini Roma. Cinémathèque Française. Fino al 26 gennaio 2014
Al 51 della rue de Bercy, nell’omonimo quartiere a sud-est di Parigi, completamente rinnovato ed in continuo sviluppo dagli inizi degli anni ’80, ha sede (dal 2005) la Cinémathèque Française.
E’ la prima realizzazione (1993) dell’architetto americano-canadese Franck O. Gehry in questa città. La costruzione sembra fluttuare nell’aria, i volumi destrutturati, asimmetrici, aggrovigliati, così come nello stile decostruttivista di questa “archi-star” mondiale: resta una delle architetture più interessanti della Parigi fine secolo XX.
In questo edificio, dedito alla storia ed alla preistoria del cinema, cicli di proiezioni, conferenze ed esposizioni sul tema, dal 16 ottobre di quest’anno è in corso una mostra su Pier Paolo Pasolini ed il suo rapporto, di amore-odio, con la città di Roma, durato 25 anni.
Uno dei maggiori artisti ed intellettuali italiani del secolo scorso, Pasolini è stato cineasta prolifico, artista impegnato, poeta, filosofo, linguista, scrittore, drammaturgo, sceneggiatore (prima per il cinema degli altri, poi per il suo cinema), cronista virulento, attore occasionale, pittore intimista.
Proprio le sue gouaches, del 1941-42 (provenienti dal Gabinetto Viesseux di Firenze), costituiscono uno dei momenti più emozionanti del percorso espositivo.
La mostra ha rigore cronologico e inizia con foto e documenti precedenti e susseguenti l’arrivo di Pasolini a Roma nel 1950, allora espulso dal Partito Comunista di Pordenone per “indegnità morale”. Come lui stesso racconta: “fuggì con mia madre e una valigia e un po’ di gioie che risultarono false, andavamo verso Roma”.
Un vero choc emozionale ed estetico, la scoperta di questa città da parte del giovane Pasolini, che ha permeato tutta la sua opera. Per il futuro cineasta, le borgate, “simbolo della ghettizzazione del proletariato da parte del potere”, costituiranno il soggetto dei suoi primi film: Accattone, Mamma Roma, Uccellacci e uccellini; di cui sono proiettati alcuni spezzoni nella mostra.
Dalle prime esperienze di pittore, alle sceneggiature per Soldati, Fellini, Bolognini, ai suoi film, le poesie, il teatro, i reportages, i viaggi e fino alla sua tragica fine nel 1975, il personaggio è proposto a un pubblico, soprattutto di giovani, insolitamente numeroso.
La mostra è consigliata a tutti e soprattutto a chi, negli anni ’60 e primi ’70 si è trovato a Roma e ricorda, oltre al personaggio principale, anche alcuni degli altri protagonisti di quella straordinaria stagione letteraria ed artistica, amici di Pasolini, come Moravia, Carlo Levi, Ungaretti, Bertolucci, Dacia Maraini, Paolo Volponi, Sandro Penna e tanti altri.
Lucano Berni Canani
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Già segnalate ma ancora visibili
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Napoli
“Ogni universo è un possibile linguaggio, Gastone Novelli dipinti e disegni (1957-1964)”. Gallerie d’Italia, Palazzo Zevallos Stigliano.
Una mostra dedicata a un grande interprete del secondo dopoguerra. Promossa e organizzata da Intesa Sanpaolo nell’ambito delle iniziative volte a promuovere la conoscenza dell’arte contemporanea in collaborazione con l’Archivio Gastone Novelli e curata da Marco Rinaldi, l’esposizione è la prima antologica dell’artista organizzata a Napoli.
In mostra un nucleo di 36 opere tra dipinti e disegni (provenienti dall’Archivio Gastone Novelli, dalla collezione Intesa Sanpaolo e da collezioni private) che intendono soffermarsi su un periodo particolarmente rilevante nel percorso creativo di Novelli. La mostra è aperta gratuitamente al pubblico fino al 12 gennaio 2014.
Roma
MACRO: “Vacatio”; dodicesima edizione del festival internazionale di fotografia curata da Marco Delogu.
Sono in tanti i grandi fotografi presenti in questo festival: Guido Guidi, Paolo Pellegrin, Leo Rubinfien, Patrick Faigenbaum, Guy Tillim, Jeff Wall e Tim Davis che esegue un lavoro a Roma tra svastiche e simboli fallici e un bellissimo video dal nome “Lala Traviata”.
Dice Delogu “Abbiamo scelto il tema alla fine dello scorso anno, in un periodo di totale vacatio, in cui traballavano le istituzioni… e abbiamo cercato di capire come rappresentare nella fotografia questa sospensione e assenza..”
Un bel programma che vede la partecipazione di circa 200 fotografi, l’esposizione di più di 2.000 fotografie e oltre 100 tra mostre, lecture, book signing, concorsi, letture di portfolio, workshop e uno spazio dedicato all’editoria indipendente e self-published.
fino all’8 dicembre 2013
Galleria del Cembalo, Qui, altrove un’antologica del grande fotografo finlandese Pentti Sammallahti.
Le fotografie presenti nella retrospettiva sono il frutto di quarant’anni di lavoro, in quaranta Paesi differenti, volto a mostrare con semplicità ed esattezza gioia e mistero del mondo.
La mostra è affiancata da “Il giardino”, progetto fotografico firmato da Alessandro Imbriaco, quinto italiano a ricevere lo European Publishers Award for Photography.
Il progetto nasce da una serie sulla quale il fotografo ha lavorato per diversi anni studiando le realtà abitative provvisorie degli immigrati, e in generale dei poveri, ai margini delle città italiane.
Fino all’8 dicembre.
Appuntamento al Macro con Blackfish
“La natura si ribella quando l’uomo supera i limiti stabiliti dalla natura stessa, e può arrivare ad uccidere.”
E’ questo il filo conduttore del film-denuncia Blackfish, proposto il prossimo 17 dicembre al Macro di Roma, dopo l’anteprima milanese, su iniziativa di LAV e Marevivo, nell’ambito della campagna SoS Delfini – condotta in collaborazione con associazioni internazionali come Faada e Born Free Foundation – finalizzata a denunciare rischi, pericoli e contraddizioni della cattività dei mammiferi marini.
Il film della regista Gabriela Cowperthwaite, prodotto da Magnolia Pictures con la CNN Films e la Our turn productions, in gara all’ultimo Sundance Festival, racconta la storia di Tilikum, orca in cattività coinvolta nella morte di tre persone. L’ultima uccisione, nel Sea World di Orlando, in Florida, è avvenuta in diretta nel 2010, durante uno degli spettacoli.
La serata sarà l’occasione anche per abbattere simbolicamente, pezzo dopo pezzo, un muro composto da 300 mattoncini che celano l’immagine di un branco di delfini che nuotano nell’immensità del mare. “La libertà è un dono anche per i delfini” è la frase riportata sul mattoncino che, con una libera donazione, ciascun partecipante può portare via con sé, contribuendo così a sostenere uno degli obiettivi della campagna, ovvero la realizzazione del progetto ‘un rifugio per i delfini’. “
Carmela Cioffi, Ufficio Stampa Marevivo