Prima di pensare alla prevenzione è bene sapere che l’artrosi va distinta in artrosi primitiva e artrosi secondaria.
L’artrosi primitiva può manifestarsi a qualsiasi età, più spesso dopo i 50 anni e colpire le articolazioni senza alcuna causa apparente, biologica o meccanica, tale da giustificare la genesi del processo degenerativo e a tutt’oggi non se ne conosce la causa reale. Si può ipotizzare una causa genetica, nel nostro DNA potrebbe essere scritto che ad una certa età le nostre articolazioni, più spesso rachide, anca, ginocchio e piede si debbano ammalare con l’insorgenza progressiva di una caratteristica sintomatologia caratterizzata da dolore, gonfiore e difficoltà funzionali. Tale sintomatologia può peggiorare a tale punto da ridurre notevolmente la nostra qualità di vita. A volte alle difficoltà funzionali si associano delle deformità ben visibili dell’asse e della forma delle articolazioni stesse.
L’artrosi secondaria al contrario ha sempre una causa che induce il processo degenerativo, a volte lentamente, a volte molto rapidamente spesso senza alcun rapporto con l’età.
Causa dell’artrosi in questi casi possono essere delle malformazioni congenite del rachide, dell’anca, del ginocchio e del piede. Tanto più la patologia è grave tanto più rapidamente insorge e si manifesta l’artrosi. Anche le deviazioni assiali degli arti inferiori: ginocchio valgo meglio conosciuto come ginocchio ad X e ginocchio varo conosciuto come il ginocchio del cavallerizzo, possono portare nel tempo ad una artrosi più o meno grave alla quale forse era già destinato il paziente ma che si manifesta prima ed evolve più rapidamente proprio a causa dell’alterata biomeccanica. Un piede piatto o cavo a causa del non corretto appoggio sul suolo può divenire artrosico.
Altra forma frequente di artrosi è quella postraumatica, una frattura specie a livello articolare danneggia la cartilagine e può rompere l’osso in più punti come un piatto che cadendo per terra si può rompere in due pezzi, in tre pezzi o in tanti piccoli pezzi. Quando il chirurgo ortopedico dovrà operare il “piatto” il risultato sarà più o meno buono non solo in base alla capacità tecnica del chirurgo ma specie in rapporto al numero dei pezzi che dovranno essere ricomposti e fissati! A seguito di una frattura, la tibia o il femore possono guarire ma non con l’asse originale ed a volte è sufficiente anche una modesta alterazione assiale per indurre una artrosi da alterato carico e quindi su base biomeccanica. Tra i traumi che più frequentemente favoriscono un’artrosi ricordiamo le distorsioni, specie quelle del ginocchio che si verificano frequentemente non solo durante l’attività sportiva ma anche nella vita di tutti i giorni. Le frequenti rotture del legamento crociato anteriore se non trattate correttamente possono causare un’instabilità del ginocchio che, se sottoposto a movimenti di rotazione in appoggio, può cedere. Tali cedimenti, ripetuti nel tempo, danneggiano le componenti anatomiche dell’articolazione del ginocchio e specialmente i menischi e la cartilagine.
Naturalmente esistono altri fattori che possono favorire l’insorgenza di un’artrosi o peggiorarla, primo tra tutti il peso e in secondo luogo la vita sedentaria o paradossalmente il “troppo” sport. Che il peso sia negativo è logico in quanto le nostre articolazioni ed in particolare la cartilagine si consumano più facilmente quando nella vita di tutti i giorni un sovrappeso vi carica sopra. Pensiamo alla nostra automobile sovraccarica di passeggeri e bagagli, povere sospensioni! In conclusione la prevenzione dell’artrosi si basa sul controllo dei fattori di rischio. Occorre a tal proposito evitare il sovrappeso, le posizione viziate ed i carichi eccessivi e ripetuti.
Un peso ottimale associato a un’attività fisica corretta costituiscono la sola prevenzione dell’artrosi. Naturalmente chi dovesse subire fratture o gravi distorsioni deve sempre mirare un trattamento conservativo o chirurgico ottimale e precoce.
Molto spesso si legge che l’attività fisica eccessiva favorisce la comparsa di una artrosi e che pertanto vada assolutamente evitata se la malattia ha già colpito l’articolazione. In realtà non esiste nulla di più sbagliato. E’ vero che l’insorgenza di problemi cartilaginei è frequente in molti sportivi ma è anche vero che spesso insorge in seguito a traumi. Dobbiamo infatti ricordare che anche in caso di artrosi conclamata, l’attività fisica mirata è in grado di alleviare il dolore e di migliorare la mobilità articolare. Pertanto si consiglia di eseguire un programma regolare di ginnastica basato su stretching leggero ed esercizi per il recupero della mobilità articolare. E’ molto importante eseguire un adeguato riscaldamento muscolare prima di iniziare il programma di allenamento, proteggere le articolazioni da traumi ed impatti, scegliere calzature con massimo ammortizzamento. L’esercizio e il dimagrimento aiutano a migliorare l’umore e l’aspetto, diminuisce il dolore, aumenta l’elasticità migliorando l’equilibrio e così diminuendo il rischio di cadute.
In presenza di artrosi sono consigliabili sia il nuoto che il ciclismo dato che i muscoli lavorano al meglio mentre le articolazioni non sono sollecitate dal carico, assente nel nuoto e molto ridotto nella bicicletta.
In conclusione come dicevano e facevano i nostri antenati Romani, “mens sana in corpore sano” ma solamente se si mantiene un ritmo di vita caratterizzato dal controllo del peso e da una giusta attività fisica quotidiana!
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