Articolo di Laura Novello – Autore Ospite de La Lampadina.
Al Museo Correr di Venezia sino al 2 giugno è visibile la rassegna Léger: la visione della città contemporanea 1910 – 1930. l’evento è organizzato dal Philadelphia Museum of Art in collaborazione con i Musei Civici veneziani.
La mostra mette in luce i risvolti delle avanguardie artistiche del Novecento, il dopo-cubismo, strutturalismo e le dinamiche scomposte delle immagini dipinte dai nuovi ”stili” dagli anni ’10 ai ’30.
Si tratta di una ricognizione sull’arte di questo periodo di estremo interesse, che vede Parigi al centro del dibattito culturale del Novecento quale capitale dell’arte e della cultura; un laboratorio intensissimo d’idee ardite e sperimentazioni. In tutto questo contesto s’inserisce Fernand Léger artista capace di ricercare soluzioni “oltre cavalletto”, il superamento della pittura con ricerca dell’arte capace di dialogare in più campi espressivi…
Dalla pittura al teatro, dal cinema alle soluzioni interdisciplinari a 360 gradi, una rivoluzione! La mostra veneziana si apre con immagini di opere di Léger dedicate al tema delle città, dei suoi dinamismi con le vivaci insegne luminose disegnate per i cartelloni pubblicitari sino alle visioni di cantieri dipinti visualizzati dalle architetture recenti e non mancano i quadri che delineano figure umane disegnate come fossero dei “robot”, a significare i nuovi sviluppi (non più figurativi) delle società: intense scene geometriche, piatte: quasi un omaggio “allo spazio della modernità” del progresso tecnologico, dell’impatto del ritmo e dello sviluppo nelle città.
Del resto, uno dei temi più indagati da Léger è proprio il contesto del “paesaggio urbano” con scene e ritratti di vita che invitano lo spettatore ad entrare nel quadro e nell’indagine dello stesso.
Esposto per la prima volta in Italia il dipinto dal titolo “La Ville” che nell’ambito della mostra al Museo Correr è il protagonista principale. L’excursus espone cento opere di cui sessanta dell’artista francese, colui che ha fatto da guida ad altri nel panorama parigino artistico.
Altissima è la qualità delle opere esposte che permettono di comprendere al meglio la ricerca di Léger e anche quella di altri protagonisti del periodo. Assieme a Léger sfilano in mostra Duchamp e Picabia, Juan Gris e Robert Delaunay sino a Mondrian e Van Doesburg.
Fernand Léger arriva a Parigi dalla Normandia (1881) rimane da subito affascinato dagli espressionisti, dal gruppo fauves, da tutto quello che George Braque e Pablo Picasso e naturalmente Cézanne ricercavano: un lungo percorso per avvicinarsi sempre più ai valori astratti, quasi geometrici: alla sintesi della composizione, del razionale. L’avvincendarsi delle esperienze umane portano Léger nell’ambito di un turbinio emozionale dato dall’esperienza della guerra, della nuova realtà sociale dopo il 1918 (l’anno della pace), ad avvalorare nuove soluzioni formali nella sua arte.
E’ un percorso creativo: “attivo in società” è il ruolo dell’artista che racconta la modernità, gli sviluppi di quest’ultima, assieme ai nuovi meccanismi del mondo del lavoro.
In ogni punto della città, in ogni scorcio, in ogni prospettiva urbana, il mondo “pulsa d’inventiva”. Nascono i dipinti che ritraggono il “Fumo sui tetti” del 1911, la figura del “Tipografo” del 1919 sino agli studi per innovativi progetti dedicati al teatro nell’ambito dell’espressione artistica tridimensionale.
La pittura entra così in tutti i territori del quotidiano e prende vita dall’ambiente circostante: idee per la realizzazione di opere-murales, studi per i manifesti per le opere editoriali ed illustrative, nonché le collaborazioni con Man Ray per la sceneggiatura di “Ballet Mécanique”, una sorta di film senza trama, ed ancora scenari particolari nei quali Léger immagina scenografie e scene mobili di enormi dipinti in teatro che prende vita tra composizioni mobili, forme e colori: è l’immagine della città in perenne dinamismo, un messaggio di energia e felicità per gli anni a venire!
Laura Novello