Già nel lontano 1761 Goldoni ne parlava nella trilogia dedicata alle vacanze e per tanto tempo da allora nulla è cambiato.
In tempi più recenti le case di città venivano impacchettate e chiuse per mesi, per tutto il periodo delle lunghe vacanze estive. Con un lungo lavoro i tappeti venivano arrotolati e cosparsi di naftalina, le tende smontate o ricoperte, bianchi teli venivano stesi su divani letti e poltrone. Nessun argento a luccicare, soprammobili chiusi negli armadi e le case vissute per tanti mesi invernali diventavano più grandi ,più spaziose, silenziose mute, senza strilli di bambini,rumore di giochi, musica, passi di corsa.
Restavano a volte i mariti che, in attesa delle loro più brevi vacanze, rimanevano per qualche mese padroni assoluti e a volte radiosi, di case divenute tanto estranee. A volte affidati alle cure di solerti portiere o vecchie cuoche in pensione da anni e riesumate per l’occasione per nutrirli con cibi non eleganti ed in genere untissimi.
Mogli preoccupate riempivano di raccomandazioni e solo dopo alcuni mesi la casa tornava a rivestirsi di oggetti, di rumore, di vita.. La portiera tornava giù e la cuoca tornava nella sua casa
ORA?
Nelle giovani coppie sono quasi sempre in due a lavorare: i periodi di vacanza sono brevi per ambedue.
I figli intanto vanno e vengono da viaggi di studio, la casa non viene smontata: per un periodo così breve non ne vale la pena, ci si allontana per poco , ma, a volte accade che…
Il giorno prima della partenza l’allarme fa le bizze: suona come un pazzo senza alcuna presenza estranea e tace cocciuto quando simuliamo un’intrusione.
Il tecnico è già in vacanza. Il sostituto non da alcuna certezza di intervento prima dell’orario di partenza. E sarà bravo?
Agitazione ed ansia
Un ultimo controllo all’irrigazione automatica che la scorsa estate ha inondato per giorni e giorni tutti i clienti del bar sottostante, provocando telefonate furiose del gestore che non sapeva come salvarsi dall’inondazione continua.
Funziona per fortuna.
Il sostituto del sostituto del sostituto del filippino che ci segue durante l’anno, ovviamente suo cugino primo, parente strettissimo, venuto a prendere in consegna le chiavi, non parla e non capisce alcuna lingua al mondo. Ci ritroviamo a comunicare a gesti mimando il pulire, spolverare, annaffiare le piante del salotto e nel farlo ci sentiamo totalmente idiote.
Si inchina, sorride e dice continuamente “si”.
Lo avvisiamo (ma ci saremo riuscite?) che i ragazzi passeranno a lasciare le loro valigie per ripartire subito dopo. Che dovrà fare qualche lavatrice e stirare. “Si signora, si signora, yes madam.” Sorride. Si capisce che non ha capito nulla.
Non basta. Se poi ci succedesse qualcosa? Se l’assenza dovesse prolungarsi? Un ospedale per cui non possiamo tornare per qualche tempo? Verrebbe la suocera al galoppo a prendere le redini della situazione e non vedrebbe l’ora di mettere il naso dappertutto.
Ed è così che due giorni prima della partenza estiva si fanno invece le pulizie di Pasqua. Tutti i cassetti in ordine perfetto, la biancheria in pile ordinate ben diverse dal solito mucchio, la cucina con le forchette allineate come soldatini,come i coltelli, il frigorifero asettico, le scarpe pulite bene in fila nell’armadio.
Mariti sbigottiti assistono a queste grandi manovre. Ma LEI non potrà dire “Mamma mia quanto è disordinata! Povero figlio mio!”
Ora di preparare la valigia. Ahh… quest’anno poche cose INDISPENSABILI. Lo scorso anno una tonnellata di cose inutili. Così… pochi mucchietti preparati sul letto da mettere nella sacca piccolissima. Ma….
Se ci invitassero alla festona annuale di ferragosto??????
Tocca aggiungere un vestito elegante, ed allora anche le scarpe adatte, e la borsa e la sciarpa. E se poi andassimo a fare delle escursioni? Qualche golf, altri pantaloni, una giacca…ed è così che il piccolissimo sacco si gonfia a dismisura fino a trasformarsi in una enorme valigia . E i ragazzi fanno lo stesso.
L’ingresso sembra il terminal di un aeroporto. Ci vorrà un camion, la macchina non basterà.
Si parte finalmente. Carichi come per stare fuori mesi e si tratta di brevi vacanze..
Da fuori ogni tanto una telefonata inutile al sostituto del sostituto che al telefono è ancora più indecifrabile, ma pare tranquillo.
Ma al ritorno non facciamoci illusioni: il caos di mucchi di biancheria usata svuotati in ogni stanza, e li rimasti, piante del salotto stecchite, polvere..
Il sostituto del sostituto del filippino ci accoglie sorridente, felice, orgoglioso: ha imparato due frasi in nostra assenza:
“Visto signora? Tutto bene.”
Devo dare un voto? sempre 10 alla mia sorellina!
Un abbraccio
Francesca
Cara Lalli,
Sei proprio brava e sempre divertente. Dovresti raccogliere e pubblicare i tuoi articoli su La Lampadina!
Un saluto affettuoso e buone vacanze
Giovanni
Buonissima idea, vogliamo un libro! Con tutte le cose che abbiamo vissuto o viviamo ogni giorno ma che non sappiamo esprimere così bene e argutamente.