In questi ultimi tempi è in atto un vero e proprio boom nello sviluppo e nella costruzione di nuove centrali intorno al mondo. La Cina, la Corea, il Sud Africa, l’ India l’Arabia Saudita e molti altri paesi guardano con interesse ai nuovi progetti e il totale dei nuovi i reattori in costruzione o in fase avanzata di progettazione è di circa 200.
Dal punto di vista finanziario chi ha investito nell’energia nucleare ha ottenuto e potrebbe continuare a ottenere dei margini molto interessanti ma….
Fukushima, è oramai passato qualche anno ed è ancora vivo il ricordo di quanto è successo. Mille incertezze riaffiorano quotidianamente. Saranno riusciti i tecnici ed esperti gapponesi ad ottenere un completo disinquinamento del mare o dei luoghi e dintorni del disastro? Ci sentiamo sicuri nell’utilizzare alimenti provenienti da quelle zone?
Sia il governo nipponico che la FDA Usa ci confermano che non esistono evidenze che alimenti provenienti da quelle zone provochino danni alla salute. Comunicati certo non chiarissimi e sappiamo come spesso i grandi enti ed anche i governi riescono con astute manovre divulgative a sminuire o perfino cancellare i problemi che di tanto in tanto si presentano nelle centrali nucleari o in altri simili eventi.
Certo Le quantità di denaro attorno all’argomento nucleare sono inimmaginabili e sicuramente prevalenti su ogni posizione salutistica.
C’è da considerare che il processo di produzione dell’energia nucleare non è considerato intrinsecamente pericoloso, le centrali di nuova generazione sono state progettate con dei margini di sicurezza elevatissimi e tali da scongiurare qualsiasi disastro derivato dal processo stesso.
Allora? Noi semplici cittadini ci chiediamo.. ma quale è il problema se ci sono tante assicurazioni e garanzie sugli impianti?
Il problema principale siamo noi umani e i nostri errori.
Sembra infatti certo che quanto successo a Fukushima sia derivato da una serie di errori umani che hanno portato al disastro finale. Errori molto spesso dovuti a politiche lassiste, procedure di sicurezza non sufficienti, e una scarsa pianificazione logistica.
Il problema quindi non è tanto del processo, quanto il fidarsi delle persone o degli enti predisposti al controllo delle regole e procedure che dovrebbero essere rispettate.
Consideriamo che i maggiori investimenti nell’energia nucleare, avvengono oggi in Cina, India, Corea del Sud e il Medio Oriente in generale. Anche se non proprio corretto politicamente, ci chiediamo se e come ci possiamo sentire a nostro agio considerate certe regioni, una certa loro approssimazione nel fare le cose e in principal modo, se si tratta di centinaia di centrali nucleari.
La Cina ha tanti problemi, non risolti, in merito al “controllo di qualità” e in tantissimi settori, alcuni li abbiamo visti, altri ne abbiamo sentito gli echi.. figurarsi pensare ad una centrale nucleare costruita in loco.
L’India ha ancora ingenti necessità di aiuto da parte del Fondo Monetario Internazionale per costruire le sue obsolete – e in alcuni casi inesistenti – infrastrutture. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è una manciata di centrali nucleari costruite a metà, lasciate in aree colpite dalla povertà e/o incustodite.
E il Medio Oriente? Regioni instabili in genere e non sembrano luoghi tra i più indicati per costruire centrali nucleari.
La Russia, stiamo particolarmente tranquilli? Lo abbiamo visto qualche anno fa con le loro reticenze sull’argomento Cernobyl. Gli Stati Uniti? Secondo il Nuclear Regulatory Commission sembra che quasi la metà delle centrali in funzione, operi pur essendo in violazioni con molte delle regole antincendio e il rischio di fusione del reattore a causa di incendio, è stimato a circa il 50%.
Tutti hanno il diritto o si sentono in diritto di costruire centrali nucleari ma é la fiducia nella capacità degli esseri umani nel gestire centrali nucleari in modo assolutamente sicuro ed efficace che forse ci manca.