ATTUALITA’: manipolazione del consenso: “l’agenda setting””

In precedenti articoli de “La lampadina” ho già toccato, con lo stile che ci è proprio, del tema della “manipolazione del consenso“: un tema appassionante.
Proseguo su quella strada.

NL31 - manipolazione del consenso - manipulacionNon so se abbiate mai sentito parlare di “agenda setting“. E’ un’espressione ben nota agli esperti di comunicazione. L’espressione è intraducibile: letteralmente potrebbe essere resa con “ordinamento delle cose da fare”, ma non rende esattamente il concetto.
La teoria dell’agenda setting, avanzata nel 1972 da Maxwell McCombs e Donald Shaw, sostiene che siano i mezzi di comunicazione di massa (mass media: principalmente televisioni e giornali) che predispongono per il pubblico “l‘ordine del giorno” degli argomenti cui prestare attenzione.
Già nel 1922 Walter Lippmann, nell’ormai famoso Public Opinion, sottolineava come il pubblico dei media di fatto non si trovi dinanzi ad eventi reali, ma  in pratica solo “alle immagini che ci facciamo nella nostra mente”.
Due sono i postulati alla teoria principale:
1-Il postulato della selezione sostiene che «la gente (cioè noi) tende ad includere o escludere dalle proprie conoscenze ciò che i media includono o escludono dal proprio contenuto». Un fatto se non è raccontato sui giornali o in televisione, praticamente non è accaduto.
2-il postulato della gerarchizzazione afferma che il pubblico (cioè noi) tende ad assegnare alla realtà un’importanza che riflette l’enfasi attribuita dai mass media agli eventi, ai problemi, alle persone (Shaw 1979). Un fatto è importante se se ne parla molto, se lo si accenna appena vuol dire che non ha rilevanza.
Curiosamente si deve osservare come le ricerche effettuate tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Novanta non abbiano portato alcuna conferma “scientifica” alla teoria!

NL31 - manipolazione del consenso - agenda-setting-2Eppure lo spunto di riflessione che offre questa teoria è di estremo interesse, soprattutto per la nostra Italia dove i media sono in mano a grandi gruppi tutti con fortissime connotazioni politiche.
È ovvio che una madre che trucida il proprio figlio, due adolescenti che uccidono i familiari, i vicini di casa che danno fuoco all’abitazione degli altri vicini siano fatti che scuotono l’opinione pubblica: agiscono su quegli istinti ancestrali dell’essere umano -esperienze chiamate in comunicazione “insight” – che accomunano un’intera popolazione al di là di ceto sociale, istruzione e status economico.
Ma è anche vero che la “morbosità” e l’insistenza con le quali vengono trattati questi argomenti dalle trasmissioni tv, da quelle di approfondimento della seconda serata a quelle del pomeriggio per le signore, focalizzano l’attenzione degli spettatori/ cittadini su fatti specifici, facendo perdere così la visione dell’insieme e magari dei veri problemi che interessano alla società.
Cosa succedeva in Italia mentre tutti parlavano del plastico di Cogne, presentato a “Porta a Porta”, cosa accadeva mentre si parlava dei vicini di Erba? Tutti ricordiamo questi fatti, nessuno – o pochi – i fatti importanti della politica di quel momento.
Quando tutti trattavano di uno di questi argomenti di cronaca nera, Enrico Mentana al TgLa7 annunciò ai propri telespettatori che il suo telegiornale non ne avrebbe più trattato se non a fronte di notizie nuove e degne di questo nome, per lasciare spazio ad argomenti più seri ed importanti. Una denuncia, senza mezzi termini, al tentativo mediatico di insabbiare alcuni fatti tramite una banalissima applicazione della teoria di “agenda setting”!
E che dire della tv del pomeriggio? Nessuno di coloro che partecipano alla vita attiva del Paese probabilmente guarda Barbara D’Urso o la “Vita in diretta” eppure la maggior parte delle donne italiane in quelle ore si sintonizza proprio su questi programmi che hanno il potere di formare la loro opinione.
Come? Ore ed ore di “talk politici” conditi di urla, populismo e “protesta facile” che offusca i veri problemi e le vere soluzioni. Talk seguiti poi dall’ennesima dichiarazione esclusiva ad es. di Raffaella Fico in merito alla storia relativa alla paternità della figlia.
Cosa ne rimane alla telespettatrice media? Un senso di disperazione per la situazione politica e sociale attuale – che “casualmente” poi verrà cavalcata da una parte politica, magari quella del suo editore – e la testa piena di notizie di inutile cronaca rosa.
Questo è il modo in cui avviene l’agenda setting: un’evoluzione moderna del panem et circenses con annessa della malizia in più.

NL31 - manipolazione del consenso - agenda-settingQualcuno potrebbe dire: “Ma per fortuna c’è il web, dove l’informazione corre libera e dove è possibile crearsi un’opinione senza condizionamenti”.
Eh no, spiace deludere, ma il fenomeno dai mass media classici si sposta anche sul web. Ne parleremo in un prossimo articolo.
Vi sentite un po’ depressi per esservi resi conto di come siamo inconsapevolmente influenzabili/influenzati dai “volponi” della comunicazione? Coraggio, rianimatevi: la presa di coscienza e’ il primo passo, indispensabile, per procedere nella via della acquisizione di una vera indipendenza di giudizio.
Beppe Zezza

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2 Commenti
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Mario Testi
6 Ottobre 2014 15:17

Condivido quanto riportato nell’articolo è vero, anche stando attenti, una certa influenza sulle nostre opinioni è frutto di campagne mediatiche sempre più pressanti L’unica cosa da fare, ritengo, per difendersi è limitare la televisione e leggere più quotidiani per fare una sintesi e costruire così la propria visione della cose. Per fortuna Qualcuno 2000 anni fa con il Suo immenso sacrificio ci ha indicato una unica Verità.

Filippo Gammarelli
3 Ottobre 2014 17:02

Mi è piaciuto molto l’articolo. Molte cose dette si sanno, ma spesso inconsapevolmente, e ricordarsele può acuire, e di molto, il nostro senso critico.
Bravo Beppe