Chi pensa che sul massimo genio del Rinascimento non sia più possibile scrivere qualcosa di nuovo…
… potrà ricredersi leggendo il volume appena uscito e presentato in questi giorni a Roma. L’autore è un giovane e appassionato storico dell’arte, che fra le altre realizzazioni ha al suo attivo un libro di successo su Caravaggio (e il legame fra i due personaggi non è casuale, come si vedrà).
La via scelta dall’autore per orientarsi nel labirinto sconfinato – affascinante e al tempo stesso quasi terrificante – della personalità di Leonardo è quella di seguire, come un filo di Arianna, la traccia delle sue opere pittoriche: relativamente poche, se si pensa alla sua lunga vita e se si fa il confronto con la produzione ben più ricca di altri artisti contemporanei.
Ogni dipinto del maestro, secondo questa chiave di lettura, rappresenta la sintesi di un percorso di ricerca e di studio che abbraccia qualunque aspetto dell’universo: l’interesse per le scienze naturali e applicate, come sappiamo, è riconoscibile in ognuno dei suoi disegni e documentato dalle migliaia di pagine di appunti che ci sono rimaste.
Quando pensiamo a Leonardo, l’immagine che ci viene alla mente è quella del famoso autoritratto di Torino: una figura autorevole, dalla lunga barba e dai lunghi capelli, dall’espressione severa, quasi isolata sul piedistallo della sua immensa statura artistica e intellettuale. Dal racconto emerge invece un’immagine diversa e ben più umana.
Tutto nella vita del genio di Vinci è speciale: a cominciare dal nome insolito, a cui non si associa – caso unico negli artisti del Rinascimento – un cognome, un soprannome, un accenno alla famiglia, ma solo un riferimento al luogo di origine. Il giovane nato in campagna, privo di educazione, penalizzato dalla nascita illegittima che gli vietava l’accesso alle professioni, ebbe però la fortuna di trovarsi inserito nel più attivo laboratorio artistico che contasse la Firenze di allora, la bottega di Andrea Verrocchio. I suoi compagni si chiamavano Sandro Botticelli, Pietro Perugino, Domenico Ghirlandaio, Luca Signorelli; dunque la crema della pittura quattrocentesca.
Ma, strano a dirsi, Leonardo arrivò alla fama pittorica abbastanza lentamente per lo ‘standard’ del tempo. E in alcune delle sue opere lo stato di ‘non finito’, che è stato attribuito a ripensamenti o dubbi dell’autore, in realtà dipende anche da rifiuti della committenza: in sostanza, si tratta di insuccessi professionali per un artista che, perso dietro alla vastità dei suoi interessi, si era fatto la fama di inaffidabile.
Non è questo evidentemente il luogo per riassumere le vicende delle varie opere, anche per non anticipare il piacere della lettura (che è garantito). Voglio solo accennare, come esempio, all’avvincente analisi che D’Orazio svolge sul ritratto di donna detto La belle ferronière, scelto non a caso per la copertina del volume.
La sconosciuta oggetto del dipinto, forse Lucrezia Crivelli, è rappresentata con un incrocio di piani quasi vertiginoso: il busto è rivolto verso destra, il viso è in posizione frontale, lo sguardo punta in una direzione ancora diversa, come attratto da qualcuno che si trova al di fuori del quadro. Lo spettatore dunque è coinvolto all’interno della scena, e si ha la sensazione che qualcosa stia per avvenire; si può dire che nella narrazione venga introdotta la dimensione tempo, con un progresso straordinario rispetto alle tecniche artistiche dell’epoca.
Naturalmente il racconto percorre tutto l’arco dell’esperienza di Leonardo, dalle difficoltà degli esordi alle glorie della maturità, e senza mai cadere nella tentazione dell’aneddotica, ma basandosi su un rigoroso studio delle fonti, ne definisce la personalità attraverso aspetti noti e meno noti: ricorda la sua indole estroversa e brillante, la sua abilità nel cantare, costruire e suonare strumenti musicali, la sua predilezione per gli abiti vivaci, il sospetto della sua omosessualità (amplificato poi da un famoso saggio di Freud). E tratta, con la dovuta attenzione, il suo interesse per il mondo della natura, che si esplica nei celebri studi di anatomia, di fisica, di meccanica.
A dare colore al racconto non vengono trascurate le storie anche recenti, al limite dell’incredibile, che riguardano la perdita e il ritrovamento di alcune opere, ed altri fatti misteriosi connessi all’attività del maestro e all’interpretazione dei suoi capolavori (e questo spiega il titolo del libro). In appendice, come curiosità, vengono ricordate alcune delle sue invenzioni più singolari, tutte ineccepibili dal punto di vista dei principi fisici e meccanici, anche se non sempre realizzabili con le conoscenze tecniche di allora.
Un altro giudizio critico originale conclude il volume. Leonardo ebbe diversi allievi o continuatori, di statura più o meno notevole, ma un solo vero erede, vissuto quasi un secolo dopo: Michelangelo Merisi da Caravaggio, che fu attratto in modo irresistibile dallo stile leonardesco e ne seppe sviluppare i caratteri più innovativi. Una mostra congiunta dei due artisti, afferma D’Orazio, che permetta un confronto diretto e approfondito, potrebbe riservare non poche sorprese; ma si tratta di un’eventualità assai poco probabile, da vedere più che altro come una provocazione.
In conclusione questa ennesima biografia di Leonardo ha anche, rispetto a tanti illustri precedenti, il pregio della freschezza, della novità di organizzazione della materia e dell’immediatezza di linguaggio. E’ un libro (se posso usare questo termine senza sminuirne il valore) decisamente “divertente”. Lo si può leggere di un fiato, come ho fatto io, ma sarà piacevole tornare a sfogliarlo di tanto in tanto, per calarsi nuovamente nell’atmosfera magica di uno dei momenti più affascinanti della nostra storia.
Un’opera dunque senz’altro da consigliare, sia a chi conosce l’argomento sia a chi vi si accosti per la prima volta.
Leonardo segreto. Gli enigmi nascosti nei suoi capolavori
Sperling & Kupfer, 2014
pp. XXVI – 230
Divino articolo e… divina idea per un bel regalo di Natale che… faro’ a me stessa perché adoro Leonardo ed ancora di più Caravaggio!!! Grazie!
Molto interessante. Ho comprato subito il libro. Leonardo, oltre a essere un genio assoluto, è anche, a parer mio, il personaggio più intrigante della storia artistica dello scorso millennio.