Un libro e un dubbio: abbiamo sempre vissuto al di sopra delle nostre possibilità?
Eravamo ospiti di alcuni amici in campagna vicino Roma, una bella casa con un grande patio che si affaccia su un prato verde. Al centro un lungo tavolo ben apparecchiato per la nostra colazione e sulla parete opposta una scaffalatura piena di libri di ogni genere. Idea geniale e molto affettuosa, i libri erano lì perché ognuno, finita la colazione, ne scegliesse uno per tenerlo come ricordo della giornata e degli amici. I padroni di casa avevano da poco traslocato da una casa grande, spazi nuovi pochi e la soluzione più intelligente era regalare i libri ai propri ospiti…forse con qualche sospiro per i tanti ricordi …
C’e voluto qualche minuto, non ne potevo dedicare di più, la mia scelta è andata al “Il lungo freddo” di Miriam Mafai”. Ho sfogliato qualche pagina, letto l’incipit, e rimasto particolarmente intrigato, dalla vita di Bruno Pontecorvo, la sua improvvisa fuga verso la Russia e quel periodo della scuola Romana con a capo Enrico Fermi, durante il quale si iniziarono le prime ricerche e sperimentazioni sulla bomba e sull’energia atomica.
Un tema grandissimo, un’intuizione che ha provocato dolore, morti, ma anche un grande futuro.
Tra le tante notizie che scorrevo le più, certo brutte e che non facevano presagire nulla di buona, una frivola mi ha fatto sorridere. E’ un breve racconto dei coniugi Pontecorvo al loro rientro in Italia finita la guerra. Notizia divertente e che ci dà modo di pensare di come è bello vivere qui, forse e già da allora, al di sopra delle nostre possibilità.
….Bruno si era incontrato con Laura (sua sorella) a Londra per tornare insieme a Milano.
“Ero convinto, che in Italia, un paese da poco uscito dalla guerra, la gente fosse alla fame. Ci demmo molto da fare, quindi, per trovare generi di conforto da portare ai miei genitori. A Londra il razionamento era molto severo ed era quasi impossibile acquistare roba senza tessera. Solo mettendo insieme tutti i nostri sforzi riuscimmo a portare qualcosa a Milano: cioccolata, uova in polvere, scatolame e cosi via. Che ingenuità, arrivato a Milano mi resi conto che l’Italia, che aveva perso la guerra, viveva molto meglio dell’Inghilterra che la guerra l’aveva vinta.
Ricordo un pranzo ufficiale a Londra, al quale partecipava la Regina, nel quale vennero servite solo verdure per rispettare i regolamenti.
In Italia, al mercato e ai ristoranti si trovava di tutto, bastava pagare. .. Misteri dell’Economia.
Laura, racconta poi, che appena arrivata a Milano, si precipitò a bere un vero caffè di cui aveva perso quasi la memoria. Il ragazzo del bar Le chiese con gentilezza: ci vuole un po’ di panna? Mi sentii quasi svenire dall’emozione scherza Laura. Da circa 10 anni non avevo più assaggiato la panna…”
Carlo Verga
CV, la somiglianza della foto in basso con te è impressionante!
Ma… sei tu o è Pontecorvo? 🙂
caro Pinzi,
beh non volevo dirtelo, ma patto con il diavolo ed eccomi qui… ho cambiato il mio look al passo con i tempi, ora biondo platino e occhi azzurri non ti eri mai accorto? A presto. Carlo
Passano gli anni ed il mondo non cambia (o cambia in peggio???)
Bell’articolo che fa riflettere e dà qualche brivido, specialmente considerando gli ultimi tristissimi avvenimenti!
Grazie Carlo ed ancora Buon Anno a tutti i Lampadini!