MOSTRE
Roma
Palazzo Sciarra: American Chronicles: the Art of Norman Rockwell. Curata da Danilo Eccher, direttore della GAM di Torino e Stephanie Plunkett, chief curator del Norman Rockwell Museum.
La nuova mostra di Palazzo Sciarra rende omaggio al grande talento d’illustratore di Norman Rockwell e descrive l’America dagli anni venti agli anni settanta. Rappresenta, con le opere dell’artista, cento opere provenienti dalle collezioni del Museo di Stockbridge, gli ideali, i sogni e le speranze della società america. Rockwell conosciuto soprattutto per le sue storiche copertine (323 ) del The Saturday Evening Post, con il quale ha collaborato per cinquant’anni, era solito illustrare scene di vita quotidiana facendo affiorare gli aspetti rassicuranti del mito americano, sempre con una visione positiva e accattivante. Una bella sintesi del “Sogno Americano”.
Fino al 15 Febbraio
MdM e CV
Complesso del Vittoriano di Roma: “Mario Sironi. 1885-1961” curata da Elena Pontiggia.
La mostra di Mario Sironi è già aperta da parecchio tempo ma vale la pena di una visita per quelli che non hanno ancora pensato di vederla. Grazie all’appassionato lavoro di Elena Pontiggia è stato ricostruita la complessa attività del Maestro attraverso le opere più significative del suo percorso artistico come pittore ma anche come illustratore, grafico, architetto, scultore e decoratore ripercorrendo tutte le stagioni della sua pittura, dagli esordi simbolisti al momento divisionista, dal periodo futurista a quello metafisico, dal Novecento Italiano alla pittura murale fino alle opere secondo Dopoguerra. La mostra ospita novanta dipinti, oltre a bozzetti, riviste, e un importante carteggio con il mondo della cultura del Novecento italiano.
Fino all’8 febbraio 2015.
Palazzo Braschi: I vestiti dei sogni. La scuola dei costumisti italiani per il cinema ideata da Camilla Morabito e a cura della Cineteca di Bologna. Un percorso cronologico con cento abiti originali, decine di bozzetti e una selezione di oggetti che comincia dalle dive del muto con Lyda Borelli e i suoi audaci abiti in Rapsodia satanica (1917), per arrivare a Toni Servillo e al suo raffinato guardaroba esibito ne La grande bellezza; da Matrimonio all’italiana di De Sica al Casanova di Fellini, a Marie Antoinette di Sofia Coppola.
“La mostra intende valorizzare la scuola italiana del costume, che ha un segreto: la tradizione artistica – spiega Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna – Tutti i maestri della stoffa che hanno fatto e fanno grande il cinema italiano sono legati alla storia dell’arte e delle epoche. E hanno un naturale senso del bello”.
Dal 17 gennaio fino al 22 marzo.
La street Art invade Roma. Da qualche anno Roma ha visto interi quartieri cambiare volto.
Dal Quadraro a Ostiense, dal Prenestino a San Basilio l’arte urbana si è creata un posto veramente importante sui muri di questi quartieri. Opere di street artist italiani e internazionali hanno trasformato interi edifici anonimi facendoli diventare autentiche opere d’arte. Girando per il Quadraro e il suo M.U.R.O, per il Pigneto, San Basilio, la Prenestina, o per le archeologie industriali dell’Ostiense, si scopre la nuova vocazione underground della Capitale.
Il 2 e 3 dicembre 2014, inoltre, il popolare fumettista romano ZeroCalcare, ha realizzato nel quartiere di Rebibbia un murales sulle pareti di quella stazione della metropolitana, popolato dai suoi personaggi più conosciuti, dagli armadilli a Ken Shiro.
Parigi
Centre Pompidou: Jeff Koons curata da Bernard Blistène. In questa particolare mostra, la prima grande rassegna europea dedicata a Jeff Koons, il Pompidou di Parigi ripercorre, con cento opere, i trentacinque anni di carriera dell’artista. Nelle tredici sezioni dell’esposizione, lo spettatore scopre tutti i suoi grandi lavori, perfetta espressione del parossismo della cultura di massa dove il pacchianismo sembra dettare legge. Nel catalogo si dichiara che “l’esaltazione della cultura di massa non è gratuita né tantomeno ironica”, ribadisce Bonito Oliva: “Il tentativo dell’artista è offrire alla middle class americana una estetica adeguata a santificare un gusto senza gusto, quell’inclinazione a procurarsi opere da sé medesima, ribadire ciò che più le somiglia”.
Una mostra da non perdere perché è un’occasione unica per tentare di capire l’evoluzione stilistica dell’artista vivente più quotato al mondo!
Fino al 27 aprile 2015
Londra
Royal Academy. Rubens and His Legacy: Van Dyck to Cézanne curata da Jenny Saville. Con la mostra della Royal Accademy si continua la tradizione delle mostre curate da artisti famosi. Jenny Saville nota per i suoi monumentali dipinti di corpi femminili, ha avuto l’incarico di elaborare una mostra sull’influenza che possa avere avuto Rubens sugli artisti del XX e XXI secolo. Saville presenterà dipinti di artisti come Willem de Kooning, Pablo Picasso, Francis Bacon, Lucian Freud, oltre che opere di artisti contemporanei come Cecily Brown e Sarah Lucas, che, in qualche caso, hanno realizzato per l’occasione.
“Che piaccia o meno, Rubens ha influenzato la pittura in moltissime sue espressioni”, ha dichiarato Jenny Saville. “Come Warhol, anche lui ha cambiato il gioco dell’arte“.
Dal 24 gennaio al 10 aprile
Ancora in mostra
Royal Academy, Giovan Battista Moroni
Questo grande e sconosciuto artista del cinquecento italiano è stato un ritrattista prodigioso. Giovanni Battista Moroni non è quasi mai uscito della sua città (Bergamo) ed era poco conosciuto al di fuori dall’Italia del nord.
La mostra della Royal Academy le rende un degno omaggio. I suoi ritratti non si rivolgono solo agli eleganti e raffinati soggetti dell’alta società bergamasca che descrive nei minimi particolari, ma rende con incredibile acuratezza e vitalità anche la piccola borghesia e gli artigiani. Il suo quadro “il sarto” è così vivo che il soggetto sembra quasi presente di fronte a chi lo osserva. Sono anche esposti dei suoi quadri di soggetto religioso che sono forse meno notevoli. La mostra è curata da Arturo Galansino.
Fino al 25 gennaio 2015
Roma
Gnam: Secessione e Avanguardia. L’Arte in Italia prima della Grande Guerra 1905 – 1915, a cura di Stefania Frezzotti.
Questa eccellente mostra della GNAM approfondisce un momento di particolare fervore innovativo in Italia a ridosso della prima guerra mondiale. Con 150 opere di 70 artisti fra dipinti, sculture, disegni ed opere d’arte applicata, il museo indaga sull’intenso e complesso clima artistico, letterario e politico che si era creato in un periodo di contrasti politici e sociali immediatamente precedente la prima Guerra mondiale. Giovani artisti si associarono sotto al segno della Secessione, per raccogliere le loro forze e innovare intorno ai concetti di modernismo e avanguardia.
Fino al 15 febbraio.
Studio SALES di Norberto Ruggeri: Charles Avery, Charles Avery, What’s so great about happiness?
Nei nuovi locali dello studio Sales al numero 2 di piazza Dante, nel cuore del quartiere Esquilino, l’artista scozzese realizza una bella mostra centrata su disegni e oggetti costruiti da lui stesso.
Ci narra, con il suo tratto preciso, di una terra immaginaria che chiama The Island, un’isola in un arcipelago sulla quale c’è anche la città principale, Onomatopoeia.. I suoi disegni ci danno il “sapore” dei personaggi che popolano l’archipelago che Avery si crea come luogo “altro”. Un affascinante avventura dell’artista nel mondo di “The Islanders”.
Fino al 16 gennaio 2015.