Da una intervista a Ian Robertson
Ho avuto modo di conoscere Ian Robertson, professore di Psicologia presso il Trinity College di Dublino: sua moglie andava a scuola con mia moglie, e sono stati ospiti da noi a Roma. Ian è un neuroscienziato con una reputazione mondiale nella ricerca di metodi per migliorare le funzioni cerebrali.
Sono rimasto affascinato da alcune sue rivelazioni comprovate scientificamente che, fino ad ora, conoscevo poco e consideravo americanate da Readers Digest (Selezione), la nota rivista in voga fra la generazione dei nostri genitori.
Vi propongo perciò la relazione di una recente conferenza di Ian.
Come possiamo invertire il flusso del nostro invecchiamento mentale?
Ci sono sette segreti per rimanere mentalmente giovani:
- Attività fisica: mantenersi fisicamente in forma mantiene la mente più nitida.
- Stimolazione mentale (ad esempio giocare a bridge, lavoro, musica, giochi) – apprendimento, la sfida e il cambiamento aiutano ad aumentare le capacità del cervello.
- New Learning: come una lingua straniera o uno strumento musicale: quanto più si impara, tanto più si può imparare.
- Ridurre lo stress: livelli moderati di stress possono essere energizzanti e stimolanti, ma se si vive una vita molto stressante si produrrà una ricaduta negativa sulla memoria.
- Buona dieta: il cibo giusto ha un effetto nutriente e protettivo sulle cellule cerebrali. Mangiare verdure come spinaci e cavolo; o anche tonno o salmone. Ridurre al minimo il consumo di carni rosse, grassi saturi, patatine e torte.
- Interazione sociale: L’evidenza mostra che le persone che coltivano le amicizie e le interazioni sociali mantengono la loro acutezza mentale molto più a lungo.
- Considerarsi giovani: Dal 1950 l’aspettativa di vita di è aumentata di 8 – 10 anni. Considerare noi stessi vecchi a 60 ci farà comportare come se fossimo veramente vecchi.
Come possiamo ricaricare e rendere più attivo il nostro cervello?
Nuove sfide: fare cose che non si considerano facili;
Cambiare spesso: fare cose diverse, andare in posti diversi;
Nuove strategie (nuovo ‘software’ per il cervello).
I test dimostrano che le persone raggiungono il loro picco di memoria più che ventenni, per poi declinare lentamente. Quasi tutti constatano dei vuoti di memoria di tanto in tanto ed fra i quaranta e i cinquanta anni si nota che la memoria dei ricordi peggiora progressivamente nel tempo.
Come consideriamo la nostra capacità mnemonica attuale rispetto a quando eravamo più giovani?
La buona notizia è che è possibile aumentare la memoria impegnando la mente con metodi e pratiche semplici. Quando si impegna la memoria per ricordare meglio, si ‘accendono’ decine di milioni di cellule cerebrali e quando questo accade un processo chiave del cervello entra in gioco, vale a dire le cellule nervose che agiscono insieme si connettono meglio fra loro in modo più duraturo.
Questo processo aiuta a migliorare le connessioni cerebrali e renderne le attività più funzionali. Un cervello meglio
“collegato” funziona molto meglio e più a lungo rispetto ad un cervello che non è stato oggetto di esercizio mentale.
Per le persone di qualsiasi età, la frase: ‘use it or lose it‘ è dunque vera per il cervello come lo è per i muscoli del corpo.
Ian Robertson ha pubblicato fra l’altro Scultura Mentale; Gli occhi della mente e Mantenere sveglia la mente.
Per chi fosse particolarmente interessato a questo argomento e, conoscendo l’inglese desiderasse approfondire con degli esercizi mnemonici studiati dal Prof. Robertson clicchi qui