LA LAMPADINA – LIBRI: Marzo 2016

Questo mese Carlotta Staderini Chiatante Vi propone un libro dall’argomento molto attuale: “Putin – Vita di uno zar” di Gennaro Sangiuliano.

Leggiamo cosa ne pensa…

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“Putin. Vita di uno zar” 

di Gennaro Sangiuliano
Casa Editrice: Mondadori (Collana Le Scie)
Pubblicazione: 2015
Pagine: 279

Vladimir Putin è figlio dell’assedio: nasce nel 1952, quando in URSS è ancora al potere Stalin. Nasce a Leningrado dove da pochi anni si è concluso il più tragico assedio della storia di tutti i tempi. Stalin, non volle  evacuare la città al fine di lasciare una spina nel fianco delle armate tedesche e questo causò un milione di vittime, prevalentemente civili che morirono di stenti;  anche la famiglia Putin sarà duramente colpita (un fratellino morirà di fame e i genitori riporteranno danni permanenti dovuti alle privazioni).  La famiglia Putin, dopo la guerra, vive in una “Kommunalka”, una casa collettiva di circa 100mq, di cui i servizi sono comuni e ogni famiglia ha diritto ad una stanza. Putin è quindi figlio della durezza dell’Unione Sovietica Stalinista. La religione ortodossa, malgrado le persecuzioni, si mantiene viva durante tutto il periodo del comunismo. Putin verrà battezzato segretamente da sua madre.

Questo libro è per tutti e si legge con molta facilità ed è interessante seguire le varie fasi umane e politiche di questo personaggio che secondo la rivista Forbes è “l’uomo più potente del mondo”. Laurea in diritto internazionale, matrimonio con Ludmilla nel 1983, gli anni trascorsi nella DDR  a Dresda e poi vicesindaco di Leningrado e poi direttore del FSB (ex KGB) e successivamente primo ministro e presidente della Federazione Russa, succedendo a Boris Eltsin.

Putin, entrerà nel KGB per le sue capacità, non essendo figlio della nomenclatura. Si rivelerà un appassionato ed instancabile studioso. Proviene da una famiglia di fede comunista, che aderì al comunismo prima della rivoluzione di ottobre e quindi famiglia ritenuta “affidabile”.

La polizia sovietica era in quel momento l’ambiente più colto dove maturava la consapevolezza della crisi irreversibile del comunismo. Putin appartiene ai giovani ufficiali che erano andati all’estero e che premono per dei cambiamenti.

Quando diventerà Presidente della Federazione Russa il 7 maggio 2000, Putin si impegnerà nel voler ridare orgoglio al popolo russo attraverso il recupero della tradizione ortodossa e la ricostruzione dell’identità nazionale della Russia. Putin vuole conservare un’importanza politica internazionale della Russia richiamandosi all’idea “imperiale” e dando rilevanza al ruolo della religione nella politica. La memoria zarista viene quindi riabilitata e Putin metterà dietro la sua scrivania il ritratto di Pietro il Grande. Forti saranno anche i richiami all’ortodossia e quindi alla tradizione ed alla storia dell’Unione Sovietica.

La storia di questi anni è estremamente interessante. In particolare  alcuni episodi, come il golpe del 1991, in cui i cospiratori più che assetati di potere erano assetati di vodka (Limonov p. 243) e come nella migliore tradizione russa, portarono avanti le cose “allegramente”, arrivando alle liberalizzazioni. La famosa “terapia shock”. Il risultato fu che l’inflazione schizzò al 2600% e il sistema di “privatizzare” con il sistema dei “voucher”  inviati ad ogni russo, del valore di circa 10.000 rubli ciascuno (un modo per far partecipare ogni cittadino alla economia del Paese), ebbe risultati a dir poco imprevisti e devastanti. Gli oligarchi mettono le mani sulle ricchezze  energetiche del paese (gas, petrolio, metalli rari), finanziati dalle banche americane. Si scatena il “Far West”: la mafia russa. I capi mafiosi diventano anche capi politici. E’ un mondo violentissimo. Putin sarà molto tempestivo nelle decisioni; riportera le ricchezze economiche nello Stato e liberalizza la piccola economia.

Il libro parla anche del problema islamico. Nel momento della dissoluzione dell’Unione Sovietica, emerse il problema islamico, il primo tentativo di costruire il Califfato Islamico si ha nel Caucaso. Putin intervenne in maniera dura e decisa. Forse questo episodio meriterebbe un approfondimento da parte del lettore; nel libro “Limonov”, a pag. 300, l’autore (Carrère) sostiene

che questa “guerricciola” venne organizzata ad arte per dare a Putin la veste del “salvatore”….

La storia ha dato un po’ ragione a Putin dato che si può dire che i Ceceni sono degli spietati tagliagole affiliati allo Stato Islamico.

Questo libro descrive un Putin percepito con positività dall’Occidente perché sembra quasi si sia fatto carico della difesa della Cristianità rispetto agli eccessi di una parte dell’Islam. L’autore  ha una certa simpatia per un politico che mostra di avere una visione.

Un buon libro che forse bisogna leggere con qualche prudenza di giudizio.

Buona lettura!

Carlotta Staderini Chiatante

 

 

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