Articolo di Gianni Fazzini – Autore Ospite de La Lampadina
Passeggiando per Piazza Colonna, non pochi Romani pensano che la colonna trionfale che svetta in quella piazza, si chiami Colonna Antonina perché dedicata all’imperatore Antonino Pio, come è per l’appunto attestato dall’iscrizione che, nella faccia rivolta verso Palazzo Ferraioli, fa bella mostra di sé sul basamento della colonna stessa:
SIXTVS V PONT MAX
COLVMNAM HANC
COCHLIDEM IMP
ANTONINO DICATAM
MISERE LACERAM
RVINOSAMQ PRIMAE
FORMAE RESTITVIT
A MDLXXXIX PONT IV
[Sisto V Pontefice Massimo, nell’anno 1589, quarto del suo pontificato, restaurò al primitivo aspetto questa colonna coclide dedicata all’Imperatore Antonino (Pio, che era) miserevolmente mutilata e in rovina].
Sulla faccia del basamento rivolta verso Palazzo Wedekind, è presente un’altra iscrizione nella quale si continua a menzionare Antonino Pio quale destinatario della colonna. Essa recita:
M AVRELIVS IMP
ARMENIS PARTHIS
GERMANISQ BELLO
MAXIMO DEVICTIS
TRIVMPHALEM HANC
COLVMNAM REBVS
SESTIS INSIGNEM
IMP ANTONINO PIO
PATRI DEDICAVIT
[Marco Aurelio Imperatore, debellati gli Armeni i Parti e i Germani con una guerra immane, dedicò questa colonna trionfale, insigne per le imprese realizzate, al padre (adottivo) l’Imperatore Antonino Pio].
Le altre due iscrizioni poste sul basamento (rivolte verso Palazzo Chigi e verso la Galleria Sordi, già Colonna), ricordano invece la cristianizzazione della colonna trionfale pagana voluta da Sisto V Peretti, che la dedicò a San Paolo Apostolo, di cui fece collocare sulla sommità una statua in bronzo dorato (… S.Paulo Apostolo aenea eius statua inaurata in summo vertice posita… ). Le quattro iscrizioni del basamento furono redatte dal presbitero Silvio Antoniano (nominato successivamente cardinale da Clemente VIII Aldobrandi, nel 1599) che, insigne latinista, incorse tuttavia in un errore – peraltro scusabilissimo – di carattere storico-onomastico, scambiando Antonino Pio con Marco Aurelio. Ciò scaturì dalla confusione tra i nomi ufficiali dei due personaggi: infatti l’Imperatore comunemente noto come Antonino Pio (138-161) si chiamava ufficialmente “Cesare Tito Elio Adriano Antonino Augusto Pio”, mentre Marco Aurelio (161-180) come nomi ufficiali aveva “Cesare Marco Aurelio Antonino Augusto”. Quindi, nell’onomastica ufficiale di entrambi – oltre a quello di Cesare – ricorrevano i nomi “Antonino Augusto”. Pertanto, il comprensibile errore di Antoniano fu ingenerato proprio dal frequente duplicarsi di nomi che tra padri e figli – naturali o adottivi – era una caratteristica peculiare dell’onomastica romana. Tutto questo ingenerò una certa confusione circa la percezione del vero nome della colonna che, in realtà, è di Marco Aurelio. In effetti, fu proprio in onore dell’Imperatore filosofo – autore dei famosi Ricordi, in bilico tra l’autobiografa ed il trattato filosofico – che il figlio Commodo fece innalzare questa colonna trionfale in un momento imprecisato del suo regno, che durò dal 17 marzo 180 (morte del padre) al 31 dicembre 192 (uccisione dello stesso Commodo in una congiura di palazzo). A Roma è tuttavia esistita una Colonna Antonina. Apparteneva alla categoria dei monumenti onorari, ma non trionfali, perché sul suo fusto non era riportata la narrazione, in rilievo, delle gesta dell’Imperatore, come avveniva sulle colonne di Traiano e di Marco Aurelio. Situata non lontano da quest’ultima, la Colonna Antonina nei secoli si era parzialmente interrata; fra il 1704 e il 1705, si riuscì a liberarla ma, essendo stata danneggiata da un incendio nel 1759, si accantonò l’idea di risollevarla; venne invece tagliata in pezzi, che furono utilizzati per restaurare gli obelischi che vennero eretti durante il pontificato di Pio VI Braschi (1775-1799). Tutto ciò che rimane della “vera” Colonna Antonina è il basamento che, dopo vari spostamenti subiti all’interno dei Musei Vaticani, è oggi conservato nel Cortile delle Corazze.
Importante chiarimento! Grazie! Carlotta
Che bello avere ospite della Lampadina qualcuno che ci stupisce con notizie così ben documentate! Grazie Gianni Fazzini, chiunque tu sia!