Un gruppo di entusiasti soci della Lampadina in ottobre ha trascorso tre intense giornate in compagnia di Ferdinando Bonora che ci ha guidato tra i meandri della ricca città, nei Palazzi storici di Strada Nuova (via Garibaldi), tra i carruggi e creuze della Genova antica, cercando di darci un’idea più completa possibile, sullo sviluppo che conoscerà la città fino ai nostri giorni. Ferdinando, uno storico esperto in didattica del patrimonio culturale che si definisce un “archeologo di superficie di Genova”, ci ha fatto scoprire gli aspetti vari e spesso confusi del grande territorio Ligure.
La città che si è sviluppata, a volte senza pietà per il suo patrimonio storico, ha subito una continua trasformazione guidata da eventi drammatici, da grandi interessi economici, per non parlare dell’assalto di una spietata edilizia che rispondeva alle esigenze dell’esiguità del territorio nello sviluppo, nel corso dei secoli, della ricca città marinara che sorge tra l’Appennino e il mare.
Dopo un atterraggio fortunoso (a Genova c’era allerta meteo rossa..), abbiamo scoperto nella zona di Cornigliano, a ridosso dei fabbricati dell’Ansaldo, Villa Durazzo Bombrini, innovativo esempio di architettura residenziale del XVIII, con il suo scalone completamente a sbalzo di prima realizzazione a Genova.
La data scelta per il nostro viaggio appositamente coincideva con “I Rolli days”, eccezionale evento sotto tutela dell’Unesco durante il quale la città mette a disposizione del pubblico una grande parte del suo patrimonio storico. I Rolli erano, al tempo dell’antica Repubblica, le liste dei palazzi e delle dimore eccellenti delle nobili famiglie, che, dal 1576, in funzione della loro grandiosità e dell’importanza, costituivano, in assenza di un palazzo reale, una sorta di reggia repubblicana per poter ospitare, a turno, sulla base di un sorteggio pubblico, le alte personalità in visita in città.
Nel 1528 sono 28 le famiglie che si distribuiscono la città e nel nostro percorrere le vie, entreremo in contatto con i loro nomi, sia nei nomi dei loro palazzi che nelle zone delle città dove la loro influenza era più marcata. I Doria, gli Spinola, i Durazzo, i Pallavicino, i Cattaneo, i Fieschi, i Grimaldi, gli Adorno, sono alcune delle tante famiglie di armatori, mercanti e banchieri di cui tutt’ora ci pervengono testimonianze di grandezza.
Grazie alla grande disponibilità degli amici genovesi di Riccardo e Sveva Paternò, la nostra prima giornata si è arricchita dell’apertura, in forma privata, dei saloni di Palazzo Cattaneo Adorno con affreschi di primo Seicento di Lazzaro Tavarone, dove, con un gradito rinfresco, ci ha ricevuto la proprietaria Consuelo Cattaneo.
Poco dopo, visita privata a Palazzo Grimaldi della Meridiana, accolti da Davide Maria e Caterina Viziano, parenti dei nostri soci Beppe ed Eloisa Zezza, che hanno eseguito un accurato restauro della dimora acquistata dal Gruppo Viziani solo pochi anni fa.
La giornata prosegue con una visita all’Acquario di Genova.
Nel tardo pomeriggio, la nostra prima giornata si è arricchita dell’apertura, in forma privata, dei saloni di Palazzo Pallavicini, ora di Giacomo ed Emanuela Cattaneo Adorno. In questa dimora troviamo, nell’ingresso, una bella opera di Anish Kapoor, poi nei saloni un Kieffer, un Fontana e varie opere notevole tra cui uno splendido arazzo realizzato in Belgio su disegno di Rubens per finire con uno sguardo alla loro settecentesca spettacolare biblioteca.
In serata ci aspetta un bel concerto al Carlo Felice. La nostra prima intensa giornata si conclude al Ristorante Cavo, con assaggi di piatti tipici genovesi gustati tra gli affreschi secenteschi di Bernardo Strozzi.
Sabato abbiamo esplorato a piedi il centro della città. Le cinte murarie di Genova sono sette e lasciano, nel tessuto urbano, dei segni indelebili; dal Belvedere di Castelletto se ne scorgono le tracce. Una densa giornata ci aspetta, poi, tra altri Rolli, camminate nel centro, salita alla Facoltà di Architettura s
ui resti di un antico convento, ridiscesa visitando la chiesa di San Donato, colazione e visita dell’area archeologica dei Giardini Luzzati, poi un giro nei vicoletti alla ricerca di una Genova più segreta e inquietante: un’ex casa chiusa, qualche strada dove è meglio non passeggiare di notte e dove si incontrano dubbi personaggi di cui abbiamo turbato i traffici e piccole case e palazzi sui cui muri si trovano resti di antica storia decisamente affascinanti. Alcuni di noi non hanno resistito nell’Antica Bottega del Confettiere Pietro Romanengo all’acquisto di pacchettini golosi di cannella candita e di Goccie al Rosolio, all’anice e alla menta.
La domenica, giorno del nostro ritorno, ci regala una splendida giornata di sole e tante sorprese. Con una prima visita al mattino del Museo Diocesano vedremo i quattordici teli blu dipinti a monocromo provenienti dall’Abbazia benedettina di San Nicolò del Boschetto in Val Polcevera, realizzati in fibra di lino tinta con indaco e decorati a biacca con la passione di Cristo come apparato effimero per la Settimana Santa o la Quaresima. Ripartiamo verso i quartieri lungo la costa dove Genova estende il suo territorio nei primi del Novecento. Dopo una rapida vista dalle Mura Nuove settecentesche con uno sguardo verso i quartieri di Levante, ci avviamo verso il mare non senza un’occhiata sull’estensione della città dopo i primi del Novecento con belle case di Coppedè, piazze realizzate negli anni Trenta e Cinquanta con criteri senz’altro avveniristici, per passare oltre verso il monumento dedicato a Garibaldi, ai Mille, sullo scoglio di Quarto, davanti a un mare azzurro zaffiro e un sole splendente che fanno da contraltare alle cabine divelte dalla tromba d’aria di due giorni prima.
Poi una sosta nel porticciolo di Boccadasse, un antico borgo marinaro perfettamente conservato nel quartiere di Albaro. Prima di riprendere la strada verso Roma ci fermiamo a Villa Saluzzo, per dare uno sguardo all’incredibile collezione di Aldo Zerbone in cui la sua divorante passione per l’arte del 600’ Genovese riempie tutto lo spazio possibile con grandi tele, statue e ceramiche disposti sia sui muri che in mezzo alle stanze.
La conclusione del nostro intenso girovagare sarà per visitare i saloni di Palazzo Reale antica dimora dei Durazzo ripresa dai Savoia e trasformata in regale dimora.
La città invasa da tanti curiosi intorno ai Rolli ci avrà sedotti, incuriositi, meravigliati ma senza il validissimo aiuto di Ferdinando Bonora” non saremmo stati, certo, in grado di apprezzarne la complessità. Complimenti anche a tutti gli organizzatori della “Lampadina”, precisi, efficienti, puntuali e senza i quali il viaggio non sarebbe stato possibile.