CURIOSITA’: La strana sensazione del tempo

Vi ricordate quando, da piccoli, al ritorno delle lunghe vacanze estive, entrando in casa tutto sembrava, grande, differente da quel poco che ci ricordavamo? Ci aggiravamo a bocca aperta per un’esplorazione della nostra stanza, della cucina, del grandissimo “salotto”, i giochi, poi i rumori della strada, i pavimenti tutto ci sembrava nuovo, e tutti luoghi da scoprire.
Oggi non facciamo in tempo a partire che toh… già a casa di nuovo e in un frenetico scorrere delle giornate. Certo il passare del tempo, le sensazioni differenti delle età, sono temi oscuri e affascinanti difficili e troppo grandi per essere trattati in poche righe.
A proposito del tempo, qualche giorno fa tornando da una visita da amici in Toscana, pensavo a quella stranissima sensazione che ci lascia sempre interdetti ed è relativa ai tempi dei viaggi di ritorno.
Nel nostro immaginario, il viaggio di ritorno è sempre più corto di quello dell’andata. Tornato alla base ho fatto qualche ricerca.
Vastissimo è il panorama dei ricercatori che hanno condotto studi sull’argomento, forse la ricerca più seria con infinità di esempi e formule matematiche, che Vi risparmio, è quella riportata su Psychon Bull Rev. 2011 Oct;

Diciamo più semplicemente: la nostra mente ci inganna sulla durata del tempo che passa.
E’ un illusione e si chiama “effetto del viaggio di ritorno”. I molto ricercatori sull’argomento hanno stabilito che questo effetto è reale, è sul perché, che non c’è molto accordo tra loro.
In realtà Il tempo lo modelliamo noi stessi nella nostra testa, le aspettative del viaggio tendono a recepire la percezione del tempo che passa in modo anomalo tanto da modificare la realtà in modo sostanziale.

Gli argomenti che più influiscono sulle nostre sensazioni sono queste:

  • in genere partiamo con in mente un orario prestabilito di arrivo. Questo ci porta a preoccuparci dei tempi, il che fa sembrare il percorso più lento, non si arriva mai.
    Al ritorno siamo più rilassati, pensiamo meno ai tempi e questo ci fa sembrare il percorso più veloce.
  • Potremmo anche pensare che il tempo del ritorno sia più veloce per un concetto di familiarità; riconosciamo i punti di riferimento e questi ci aiutano a orientarci e la nostra mente si concentra di meno, si rilassa.

Il concetto di familiarità fu la prima ipotesi suggerita nel lontano 1950, venne però subito contraddetta da diversi altri esperimenti. Uno, che vale per tutti, si riferisce ad una prova di due gruppi di ciclisti che affrontano un percorso identico all’andata ma diverso al ritorno. Sorprendente, entrambi i due gruppi stimarono il viaggio di ritorno più veloce, quindi il concetto di familiarità sembra che abbia poco a che vedere con la sensazione di velocità.

  • Forse è l’aspettativa del viaggio a renderci poco attenti. Partiamo per una vacanza: all’andata le nostre aspettative sono alte, tendiamo a sottostimare la durata del tragitto che, invece ci risulta lungo. Al ritorno, con il ricordo dell’esperienza conclusa, tendiamo a creare un’aspettativa negativa per la durata del tragitto. Il viaggio verso casa quindi ci sembrerà più breve.

Questa sensazione del tempo reale si può provare viaggiando con diversi mezzi di locomozione e anche a piedi; devono però esserci due condizioni di base: essere consapevoli che ci sarà un ritorno a breve e la non periodicità del percorso, infatti, i pendolari che fanno lo stesso percorso ogni giorno, percepiscono poco l’effetto “viaggio di ritorno.

La conclusione? Il tempo è un parametro che se non calcolato con i dovuti sistemi, viene interpretato a secondo del nostro modo di essere e pensare.

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5 Commenti
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8 Febbraio 2017 8:23

Il tempo scivola via e poi non passa mai, apprezzarne l’alternanza rallentando con calma la sera prima perché non arrivi mai il bello di domani e poi di nuovo, sapere che quel brutto momento è quasi già passato. Una meravigliosa altalena nel parco della mente. Quando leggerai zio Carlo, saprai che ora, proprio ora, ti voglio bene, ma per te e’ già dopo.

Reply to  Domitilla
8 Febbraio 2017 11:50

Bello il tuo commento Domitilla, hai proprio ragione, è questa alternanza dei momenti belli e meno belli che sono il sale della vita…io ti voglio bene ora è in tutti i momenti successivi..
A presto.
Carlo

Beppe Zezza
7 Febbraio 2017 17:20

Gli elementi che influiscono sulla sensazione soggettiva sono tanti.
Thomas Mann nella “montagna incantata” diceva che “lo spazio è come il tempo”.
È una sensazione che tutti abbiamo; quando torniamo a casa da un viaggio il tempo trascorso sembra molto più lungo rispetto a quello percepito da chi è rimasto a casa.

Massimo Cestelli Guidi
6 Febbraio 2017 18:23

Caro Carlo, come forse già ne abbiamo parlato, io ritengo che la “sensazione” del trascorrere del tempo sia un fatto soggettivo legato agli anni che la persona ha vissuto. Ossia un anno dovrebbe essere sempre un anno, ma invece la persona che ha questa “sensazione” del trascorrere del tempo quando ha dieci anni di età un anno rappresenta 1/10 (un decimo ) della vita che ha vissuto. Quando la persona ha 70 anni un anno è 1/70 ( un settantesimo ) della vita che ha vissuto, per cui la sensazione è che sia trascorso un periodo di tempo notevolmente inferiore.

Carlo
Reply to  Massimo Cestelli Guidi
9 Febbraio 2017 21:47

Beh, caro Massimo, possiamo consolarci con il fatto che “abbiamo molta piu esperienza” certamente inversamente proporzionale… almeno lo speriamo.