Comparso, giorni fa, un articolo su un quotidiano che ci raccontava, minuto per minuto, la giornata della Regina Elisabetta. Una giornata da manager. Orari serrati da molteplici impegni e poco spazio per la vita privata e per le passeggiate con i cani. A cavallo mi sembra non monti più. A parte la dolorosa rinuncia alle salsicce per il breakfast, pare che nulla sia mutato da anni nella sua vita. L’articolo non è di per sé né interessante né divertente. Ma ha suscitato molto interesse. Perché? Da sempre siamo curiosi di vite diverse dalla nostra, curiosi di sapere dettagli della vita quotidiana di personaggi famosi contemporanei o protagonisti nel passato.
Nei nostri libri di storia un elenco mostruoso di aride date: inizio e fine delle battaglie, elenco di vincitori e vinti. Ma null’altro di curioso ci veniva raccontato, su chi queste battaglie conduceva; nessun dettaglio sul privato di tanti personaggi che avrebbero poi cambiato il corso della storia e la cui conoscenza li avrebbe resi più umani ai nostri occhi.
Pietro il Grande. Tutti conosciamo la sua storia ufficiale, ma quanti di noi sanno che era andato in incognito con il nome di Pietro Michajlov in Olanda a fare il carpentiere per due anni per imparare tutto sulla costruzione delle navi e così avverare il suo sogno di una grande flotta russa? Quanti sanno che amava fare il calzolaio e che da solo si fabbricava i suoi enormi stivali? Questo uomo mastodontico, due metri e cinque, aveva per moglie una specie di piccolissima bambola da cui aveva avuto una marea di figli.
Vedendo al Cremlino il manichino con i loro abiti, enorme l’uno piccolissimo l’altro si rimane perplessi al pensiero della loro notturna vita privata… Nel suo desiderio di fare della Russia un paese più moderno aveva imposto il taglio delle barbe agli uomini e delle gonne alle donne. Se si disubbidiva si pagava una tassa. Tutti preferivano radersi e tagliare i vestiti. Aveva voluto che contrariamente agli usi in voga ci si potesse incontrare prima delle nozze e che la moglie non potesse essere frustata dal marito.
Napoleone. Che notte ha trascorso prima di Waterloo? Come era il suo alloggio? Come si potevano gestire delle battaglie vestiti da parata? Phil Mason, scrittore, da trenta anni specializzato nella raccolta di informazioni bizzarre, ci dice che una delle cause della disfatta di Waterloo fu il fatto che Napoleone, avendo subito la sera precedente un doloroso attacco di emorroidi, curato con massicce dosi di laudano non fu in grado, il giorno dopo, di montare a cavallo, come era suo solito, per seguire ed indirizzare i movimenti delle truppe: la battaglia che doveva avere inizio alle 6, poi alle 9 non cominciò che alle 12 con l’esito disastroso che tutti conosciamo.
Elisabetta la Grande, rappresentata pallida con vestiti lussuosissimi, costellati di gemme: quasi una divinità. Quando si spostava con tutta la corte per le sue dimore reali, Hatfield House o Hampton Court, o ospite dei suoi cortigiani che, per ospitarla degnamente, si riempivano di pesantissimi debiti, sostava in queste magnifiche dimore abbastanza brevemente. Dopo qualche tempo infatti per necessità igieniche (mancanza di gabinetti) la corte era costretta a fuggire in un’altra dimora mentre la precedente veniva prontamente arieggiata e pulita da cima a fondo. D’altra parte in tempi più recenti non ci possiamo scordare la scena del ballo del Gattopardo con la stanza piena di un numero mostruoso di vasi da notte.
Il colore Isabella, che è un beige carico, deve il suo nome alla camicia della Regina di Spagna, un tempo bianca. Ma pensiamo che all’epoca per lo più non esistevano sale da bagno fisse, ma che venivano montate in una qualsiasi camera, con un gran traffico di brocche e bacili per riempire la vasca portatile. Lavarsi non era una impresa facile.
E non a tutti piaceva. Nell’epistolario di Napoleone a Josephine ci fa sobbalzare il suo messaggio, portato da veloci cavalli dai luoghi delle sue battaglie “Ne te lave pas… j’arrive!”
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