I viaggi de La Lampadina – Trieste e Istria: note di Elisabeth Foroni

Note architettoniche e storiche su Trieste e istria
(a cura di Elisabeth Foroni)

TRIESTE
Il nostro itinerario prevede un breve percorso finalizzato alla conoscenza di alcune tappe fondamentali della storia dell’Adriatico orientale attraverso elementi storico artistici significativi.
La prima tappa Trieste: città di confine fortemente contesa, di fondazione romana (Tergeste) i cui resti irrompono nel tessuto urbano di impronta  prevalentemente asburgica, segno del lungo dominio austriaco interrotto dopo la grande guerra quando Trieste diviene Italiana.

MOLO AUDACE E PIAZZA UNITÀ D’ITALIA: molo Audace: simbolo della città costruito durante il periodo asburgico di Maria Teresa d’Austria sul relitto della nave  militare San Carlo (1740) affondata in porto per un fortunale da cui deriva il primo nome “molo San Carlo”. Il 4 novembre 1918 al molo attraccò il cacciatorpediniere Audace da cui poi il molo prese il nome segnando il passaggio della Trieste austriaca alla Trieste italiana.
Piazza Unità d’Italia: la piazza più grande d’Europa e l’unica con affaccio sul mare. Definita dai sui maestosi palazzi prevalentemente in stile asburgico: palazzo della luogotenenza dei primi del ‘900 oggi sede della prefettura, palazzo Stratti il cui piano terra ospita l’antico caffè degli specchi e palazzo Pitteri sede della Lloyd Austriaco poi divenuto Lloyd  Triestino.

MUSEO REVOLTELLA: dimora storica dell’illustre barone Pasquale Revoltella (1795-1869), una delle principali figure della società Triestina dell’ottocento, oggi recuperato esteriormente e interiormente con gli arredi originali d’epoca. Il museo si sviluppa su sei piani con la seguente sistemazione: al terzo piano gli autori italiani del secondo Ottocento (Fattori, Induno, Palizzi, Morelli), al quarto piano gli acquisti effettuati – tra la fine dell’Ottocento e la prima guerra mondiale – alle Esposizioni internazionali (De Nittis, Nono, Ciardi, Trentacoste, Canonica, Bistolfi, Carena, von Stuck, Zuloaga), al quinto piano gli artisti del primo Novecento a Trieste e in Italia (Marussig, Bolaffio, Timmel, Dudovich, Casorati, Sironi, Carrà, de Chirico, Martini) e,in una galleria più piccola, gli artisti del Friuli-Venezia Giulia degli ultimi cinquant’anni (Zigaina, Afro, Dino e Mirko Basaldella, Spacal, Perizi) mentre i protagonisti del panorama nazionale del secondo Novecento trovano posto nella grande sala del sesto piano che si apre alla vista della città e del mare. Da qui si può uscire sulla grande terrazza, disegnata pure dall’architetto Carlo Scarpa, e vedere uno splendido panorama.

SINAGOGA E LA CATTEDRALE DI SAN GIUSTO: la multireligiosità della città viene confermata durante il dominio austriaco con la costruzione nel 1912 della seconda Sinagoga più grande d’Europa su progetto degli architetti Berlam.  I Berlam hanno progettato  nel loro stile “ecclettico” numerosi edifici a Trieste e alcuni anche a Parenzo (Istria), tra fine ottocento e novecento nel periodo di transizione tra lo stile classico e il moderno linguaggio razionalista.
Sede principale della vita religiosa cittadina sin dalle sue origini è la Cattedrale di San Giusto situata sull’omonimo colle. L’aspetto attuale della Cattedrale deriva dall’unificazione delle due chiese preesistenti: la Chiesa di Santa Maria e la Chiesa dedicata al martire San Giusto, patrono della città di Trieste. L’unione venne fatta dall’allora vescovo Roberto Pedrazzani da Robecco tra il 1302 e 1320, dando così alla città una cattedrale maestosa.
L’altare maggiore della cattedrale fu consacrato il 27 novembre 1385 dal primo vescovo tedesco di Trieste, Enrico de Widenstein, nomitato dall’allora imperatore austriaco Leopoldo III.

POLA
Capoluogo della Regione Istriana nella attuale parte croata dell’Istria, sede principale della vita amministrativa e politica della costa, di fondazione romana succedendo all’antica Nesactium principale centro degli Istri.
Il suo valore strategico per il controllo dei traffici marittimi già individuato dai romani venne confermato dalla Serenissima Repubblica  (1331-1797), dove  il porto di Pola assunse il principale ruolo di porto per l’ interscambio tra Venezia e l’Oriente, e anche dal dominio austriaco (1814-1918) quando Pola assunse il ruolo di base militare navale con la costruzione dell’arsenale militare.
Il principale monumento oggi destinato a museo eseguito dai Veneziani a Pola è il “CASTELLO”. Posizionato sul colle a sud della città, dove nell’epoca preromana sorgeva uno dei castellieri ( principali strutture di difesa delle città dell’adriatico orientale), in epoca romana era presente una basa militare sino ad arrivare all’epoca veneziana dove ad opera dell’architetto francese Antoine de Ville venne realizzata  la nuova struttura militare.
Numerosi sono poi gli edifici realizzati in stile razionalista nel periodo italiano  (1918-1945) tra cui il palazzo delle poste dell’architetto Angiolo Mazzoni, progettista della ricevitoria postelegrafonica di Sabaudia e di Ostia Lido. Il palazzo viene annoverato tra i primi edifici razionalisti in Istria dopo la visita di Marinetti (movimento futurista) a Pola.
La parte monumentale più  interessante riguarda l’epoca classica con i resti della romanità che si può leggere facilmente dai numerosi monumenti presenti nel centro cittadino:

ANFITEATRO: conosciuto come l’Arena, è stato costruito nel I sec. al tempo dell’ imperatore Vespasiano, parallelamente alla piu’ famosa costruzione del genere – il Colosseo di Roma.

TEMPIO DI AUGUSTO: il tempio al Foro romano e’ dedicato alla dea Roma e all’ imperatore Augusto. Venne costruito tra l’ anno 2 prima di Cristo e il 14 , quando Augusto mori’.

ARCO DEI SERGI-PORTA AUREA: costruita tra il 29 e il 27 prima di Cristo da parte della famiglia Sergia, in onore a tre congiunti che occupavano alte cariche amministrative a Pola. L’ arco era appoggiato alla porta cittadina Porta Aurea, cosi’ chiamata per le ricche decorazioni dell’ arco o per la doratura dello stipite. Agli inizi del XIX secolo la porta e le mura vennero demolite in seguito all’ urbanizzazione e all’ allargamento della citta’.

FORO ROMANO: la piazza centrale della Pola antica e medievale si trova ai piedi del colle della citta’ sul versante ovest, vicino al mare.. Per la sua costruzione avvenuta nel I sec. parte della costa venne rinterrata per ottenere maggiore superficie.

Nel Forum avevano sede tutte le funzioni cittadine,  religiose, amministrative, giudiziarie ed economiche. Nella sua parte nord c’erano due templi laterali uguali e uno centrale dedicato a Giove, Giunone e Minerva. Dei tre, e’ completamente conservato quello di Augusto mentre del secondo tempio laterale oggi e’ visibile il muro posteriore utilizzato nella costruzione del Palazzo municipale nel XIII sec.

TEATRO ROMANO: sul pendio nordorientale del colle sotto il Castello troviamo i resti di un teatro di epoca romana di cui sono conservati i resti delle fondamenta dell’ edificio scenico e parti della tribuna, in parte restaurata. Sotto il teatro si trova l’ edificio di quello che una volta era il ginnasio tedesco e che dal 1930 ospita il MUSEO ARCHEOLOGICO dell’ Istria con un ricco fondo di oggetti e testimonianze di epoca preistorica, antica e del primo medio evo.

BRIONI
L’arcipelago di Brioni è composto da 14 isole e si estende davanti alla costa occidentale istriana, oggi parco nazionale. Risultano popolate sin dalla preistoria dove numerose sono le testimonianze dei reperti archeologici presenti in sito (castellieri e insediamenti produttivi romani).

MURA DIFFENSIVE: dei castellieri sono localizzate sulle cime delle colline della Brioni Maggiore sulla collina di San Michele della Brioni Minore, edificate in cerchi (o chiostre) concentrici con grandi blocchi di pietra, in tecnica di tipo muro a secco.

AREE ARCHEOLOGICHE: del periodo romano-antico sono stati ritrovati in molte località: nella baia di San Nicolò sulla Brioni Minore, sull’isola di Vanga, un grande castello col complesso economico nell’areale del golfo situato sulla costa occidentale dell’isola di Brioni  Maggiore. I reperti del lussuoso castello romano, nel golfo Verige, della costa occidentale di Brioni Maggiore, per la sua composizione architettonica, costituiscono il più prezioso esempio dell’architettura campestre antica.
Nel centro, in cima al golfo, sono stati edificati tre tempi: quello di Venere, di Nettuno e di una divinità sconosciuta. Da tutte e due le parti dei tempi, sono ubicati edifici economici, terme, abitazioni per i sacerdoti e il castello.
Nel centro del villaggio di Brioni si trova una chiesetta di stile gotico del 1481.
Verso la fine del XIX secolo le Isole Brioni erano state comprate dall’industriale di Merano  Paul Kupelwieser  che le ha valorizzate come sito turistico balneare esclusivo. Di quel periodo, escluso alcuni edifici in stile secessione del periodo austriaco, abbiamo una lapide in ricordo del famoso batteriologo Robert Koch il quale ha sanato le Isole Brioni dalla malaria, e una lapide in bronzo di A Cufara, esperto in foresteria (Opere dello scultore e pittore viennese J. Egelhardt).
Non erano solo un posto di villeggiatura, ma facevano anche parte del sistema di difesa della città di Pola  e del Canale di Fasana, per questo sulle isole furono edificati sette forti dei quali il più grande è il Forte Teghetoff .
Dal 1936 le isole Brioni furono di proprietà del Ministero italiano delle Finanze e vi sono state edificate alcune ville in stile moderno secondo i progetti di architetti italiani.
Durante la seconda guerra mondiale le Isole furono la sede dell’Accademia militare e della Marina italiana, e in seguito luogo di villeggiatura per gli equipaggi tedeschi dei sommergibili della base di Pola, più volte bombardate dagli Alleati  nel 1945. Dopo la fine della guerra le Isole Brioni sono state annesse alla  Jugoslavia e divennero sede estiva e di rappresentanza del  maresciallo Tito.

ROVIGNO
L’impronta della cittadina è medioevale e nei suoi punti scenografici decisamente veneziana. con vie che si diramano a ventaglio lungo i pendii, legata alla terraferma da un ponte inizialmente in legno e poi in pietra, unico collegamento con l’entroterra. Nucleo con doppia cinta di fortificazione, la prima lungo tutto il canale verso la terra ferma e la seconda verso il mare delimitata da tre torri quadrangolari. Durante la dominazione asburgica l’impianto urbanistico viene modificato espandendo l’edificato fino alla doppia cinta muraria e successivamente fino alla terra ferma interrando definitivamente il canale colmato durante la dominazione francese. Lo sviluppo dell’industria del pesce, favorisce l’ammodernamento del vecchio porto Andana con la costruzione del molo grande, mentre nelle baie a sud si incrementano gli squeri e i cantieri navali. Nell’Ottocento fu aperta una manifattura Tabacchi che ebbe particolare importanza per lo sviluppo di organizzazioni operaie, rare in Istria.

SANTA EUFEMIA: la grande chiesa di Sant’ Eufemia che domina la cittadina è da sempre il simbolo della comunità locale. L’attuale costruzione risale al Settecento ma le sue origini si trovano in precedenti edifici. L’interno della chiesa è ricco di altari e immagini.

IL CENTRO DI RICERCHE STORICHE DI ROVIGNO (CRSR) è una delle Istituzioni della Comunità Nazionale Italiana (CNI) che da oltre 40 anni opera nel campo della ricerca, colmando una grave ed ingiustificata lacuna nell’ambito della storiografia e, di recente, anche della sociologia. Fondato nel 1968 dall’UI (Unione Italiana, ex Unione degli Italiani dell’Istria e di Fiume) è l’unica entità di livello culturale  di sicuro prestigio rappresentativa della minoranza nazionale italiana che vive in Croazia e Slovenia. Ha una propria produzione libraria, dispone di un importante archivio ed è particolarmente attiva come centro specializzato del Consiglio d’Europa.

PARENZO
La fondazione romana di Parentium è facilmente riconoscibile dalla pianta urbana che ricalca lo schema del castrum romano, con strade che si intersecano ad angolo retto delimitando con una certa disciplina i singoli isolati. Nonostante le modifiche apportate in epoca medievale e barocca, la struttura originaria è ancora riconoscibile dalla regolare disposizione viaria. Il FORO, affiancato dal capitolio con i templi, si trovava sul lato occidentale della penisola parentina. Sulle rovine del tempio di Nettuno (e forse del tempio di Marte) in particolare su un altare, vi è un’iscrizione a testimonianza di intervento commissionato nel II secolo dal viceammiraglio della flotta di Ravenna Tito Abudio Vero.
Nel 1297 la città giurò fedeltà a Venezia e divenne un importante porto sull’Adriatico, dove si movimentavano soprattutto prodotti agricoli. Le mura medievali non bastarono a impedire il saccheggio dei Genovesi che nel 1354 trafugarono dalla Basilica Eufrasiana le reliquie del patrono San Mauro (restituite solo nel 1934). In seguito (XV secolo) all’entrata della città si costruì una torre pentagonale, mentre sui lati settentrionale e occidentale sorsero delle torri rotonde di stampo rinascimentale.
Nel corso del XV e XVI secolo le epidemie di peste svuotarono la città, per cui Venezia la ripopolò coi profughi provenienti dai Balcani e da Creta.
Nonostante i tempi difficili, in città furono eretti bei palazzi tardo-gotici e rinascimentali, quest’ultimi adornati da dettagli architettonici scolpiti con motivi fioriti. Per adeguarsi allo stile umanistico i cittadini ricorsero anche all’uso di antichi artefatti; ecco perché la Casa dei due santi, edificio popolare di epoca rinascimentale, è ornata da sculture di santi risalenti al periodo romanico.
In epoca barocca l’angusto nucleo medievale viene trasfigurato mediante la costruzione di complessi più grandi con cortili interni. Le facciate rappresentative dei palazzi si affacciano sulla strada; i saloni aristocratici vengono abbelliti con pitture murarie e raffinati stucchi (palazzo Sincich, palazzo Vergottini, la nuova ala del palazzo vescovile).
Nel XIX secolo, sotto l’amministrazione austriaca, Parenzo conosce il progresso economico, specie dal 1861, allorché vi si tiene la Dieta provinciale istriana. Per l’occasione, la chiesa francescana abbandonata viene tramezzata in due piani: quello superiore serve da sala per le riunioni della Dieta.
Parenzo merita di essere visitata soprattutto per la basilica di stile ravennate che rappresenta uno dei più importanti monumenti della regione istriana.

La BASILICA EUFRASIANA: si sviluppò gradualmente a partire dal IV secolo nelle adiacenze della porta settentrionale, nel punto ove sorgeva un’antica casa che fu il ritrovo dei primi fedeli cristiani. Nel volgere di un secolo si ampliò in un complesso di basiliche gemine rispettivamente dedicate alla Madonna e a S. Mauro (vescovo di Parenzo e martire del III secolo), decorate da mosaici, con battistero ottagonale e atrio. Dopo che verso la metà del VI sec. Giustiniano riconquistò l’Adriatico, il vescovo Eufrasio, per dimostrare il potere della Chiesa, fece edificare un nuovo tempio sulle fondamenta della basilica meridionale e lo intitolò alla Madonna: l’edificio a tre navate presenta degli interni sfarzosi, rifiniti con colonne, balaustre d’altare in marmo proconnesio, fregi di stucco e mosaici perfettamente conservati. Fiero di quanto aveva realizzato, commissionò un suo ritratto da inserire nel mosaico dell’abside accanto a San Mauro e alla Madonna col Bambino sul trono.
La basilica e il battistero comunicano attraverso un atrio con archi sorretti da colonne con capitelli bizantini a cesto. Successivamente, vicino al presbiterio dell’Eufrasiana, fu costruita una cappella memoriale a forma di trifoglio nella quale nel 1247 fu collocato un sarcofago marmoreo contenente le reliquie di S. Mauro. Accanto alla basilica, Eufrasio fece erigere anche il palazzo vescovile, che al primo piano vantava un’imponente sala ricevimenti. Fu dimora dei vescovi di Parenzo fino agli anni Novanta del secolo scorso, quando la curia fu trasferita altrove per permettere l’accurato restauro dello stabile. Nonostante le numerose modifiche e gli ampliamenti, il complesso ha mantenuto le dimensioni esterne originarie del V e VI secolo. Nel 1997 questa perla del patrimonio culturale è stata inserita nella lista dei monumenti tutelati dall’UNESCO.

Elisabeth Foroni

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