Pochi giorni fa, in un sito “di nicchia”, mi sono imbattuto in questo documento della Commissione Forze Armate Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti:
“La Commissione è al corrente dei recenti sviluppi positivi nell’evoluzione delle reazioni nucleari a bassa energia (LENR – Low Energy Nuclear Reactions), che producono energia rinnovabile ultra-pulita e a basso costo, con forti implicazioni per la sicurezza nazionale. Per esempio, secondo la Defense Intelligence Agency (DIA), se le LENR dovessero funzionare, sarebbero “una tecnologia dirompente in grado di rivoluzionare la produzione e conservazione di energia”.
Il documento prosegue così: “La DIA ha inoltre accertato che ”Giappone e Italia sono leaders in questo settore, mentre Russia, Cina, Israele e India stanno stanziando ingenti risorse per lo sviluppo delle LENR.”
Mi sono sempre interessato al problema dell’energia, alla spinosa questione dell’uso dei combustibili fossili che provocherebbero l’innalzamento della temperatura dell’atmosfera, alle fonti rinnovabili di energia ecc., per questo mi si sono drizzate le orecchie e ho voluto investigare un po’.
Cosa è questa LENR? E’ un altro nome per la cosiddetta “fusione fredda”. Si tratta della trasmutazione di alcune specie atomiche in altre, a bassa temperatura, che avverrebbe con emissione di calore (trasformabile in energia elettrica) e senza produzione di materiale radioattivo (senza cioè il problema delle “scorie” radioattive).
Ricordavo come negli ormai lontani anni ‘80 fosse apparsa su tutti i giornali la notizia della “fusione fredda” realizzata da due ricercatori Martin Fleischmann e Stanley Pons, la notizia aveva prodotto molto scalpore e provocato un’inchiesta promossa dal Presidente degli Stati Uniti. L’inchiesta si era conclusa con la dichiarazione che i risultati ottenuti dovevano attribuirsi non a fenomeni “nuovi” ma a errori di misurazione – cioè sostanzialmente che la “fusione fredda” era una “bufala”. Ricordavo anche come in una conversazione amichevole nei primi anni del nuovo millennio un ricercatore dell’Enea mi avesse informato che di lì a breve sarebbe apparso il risultato di esperimenti da loro condotti assolutamente positivi (dei quali invece non avevo più inteso parlare).
Ho fatto allora la mia piccola ricerca su internet e ho riscontrato che effettivamente l’Enea – su sollecitazione del professor Rubbia – aveva condotto e concluso positivamente gli esperimenti confermandoli con un rapporto – il rapporto 41 – al quale però (stranamente) non era stata dato alcun seguito e che della questione “fusione fredda” e del silenzio mediatico attorno ad essa si erano occupate due trasmissioni televisive italiane: Report e Voyager.
E ho scoperto anche che c’è un ricercatore italiano, Andrea Rossi, che ha messo a punto un impianto lo E-Cat Quark X, i cui risultati pare siano stati validati da terze parti indipendenti e che questo impianto potrebbe essere presentato al pubblico entro l’anno.
Che dire? Le parole giuste sono quelle della Commissione delle forze Armate Usa: se le LENR dovessero funzionare la produzione e conservazione dell’energia verrebbero rivoluzionate: niente più centrali a combustibili fossili, niente più centrali nucleari, niente più antiestetiche pale eoliche, niente più pannelli solari; ma soprattutto niente più guerre per assicurarsi i giacimenti di petrolio e di gas e un ridimensionamento del potere di ricatto dei paesi mediorientali dove i maggiori giacimenti si trovano.
La domanda che si impone però è questa: ma se le cose stanno così perché non si è pesantemente investito in questo settore? Perché invece le ricerche sono state ostacolate?
Non bisogna farsi troppo coinvolgere da mentalità complottistiche, tuttavia…