CULTURA: Aldo Manuzio, un geniale editore del Rinascimento

Quando si pensa all’invenzione della stampa moderna si pensa subito a Johannes Gutenberg. Si sa che il famoso tipografo tedesco, perfezionando l’uso dei caratteri mobili con materiali rivoluzionari rende la pubblicazione dei libri più veloce ed economica. Innova sostituendo il legno ed il ferro con una lega di antimonio, stagno e piombo, sceglie nuovi inchiostri ad olio e decide di usare una pressa ispirata al torchio per l’uva, dando alla macchina per la stampa maggiore precisione, velocità e resistenza nel tempo. Ma è Aldo Manuzio di Bassiano vicino a Roma a fare diventare la carta stampata, un’arte e farla entrare nel mondo moderno.

Manuzio è stato un grande imprenditore, un grande scopritore d’arte e di talenti, un grande innovatore. Si istalla a Venezia e diventa, forse, dal 1495 al 1515, il più importante tipografo del mondo. I suoi libri prendono il nome di Edizioni Aldine. Ha una serie di intuizione geniali che permettono di rendere disponibili al pubblico degli studiosi e di letterati del suo tempo i grandi classici della cultura greca, da Omero ad Aristotele, da Sofocle a Euripide a Tucidide, per poi raccogliere i testi latini da Virgilio a Cicerone, da Orazio a Ovidio, a Catullo, a Properzio, Lucrezio, Giovenale, Marziale, e ancora ebraici e italiani della nuova letteratura in volgare.

Grazie a Manuzio e alla sua collaborazione con Pietro Bembo, grande umanista italiano, il volgare si afferma, accanto al latino, come la lingua della contemporaneità in tutta Europa, facendo di Dante, Petrarca, Pietro Bembo, Erasmo da Rotterdam e Boccaccio modelli da seguire. Quando sceglie la città lagunare come sede delle Edizioni Aldine può sfruttare l’imponente rete logistica della quale solo una città mercantile come Venezia può disporre.

Inventa il “corsivo” con Francesco Griffo, la “punteggiatura” in chiave moderna. Il punto chiude il periodo. Inventa la virgola, l’apostrofo, il punto e virgola e l’accento così come gli usiamo ancora oggi.

Inventa il primo libro con le pagine numerate su entrambi i lati. Crea un catalogo della sua casa editrice. Ha l’ingegnosa intuizione di pubblicare edizioni lussuose in carta azzurra dieci volte più costose, da vendere ai clienti più ricchi.

La circolazione di questo patrimonio di testi e di idee non solo contribuisce a creare una cultura comune europea, capace di integrare l’ambito classico greco-romano al mondo moderno e contemporaneo, ma favorisce l’emergere di temi assolutamente nuovi. Dove i primi libri stampati in Germania riflettono gli interessi di una società strettamente organizzata in funzione delle esigenze del clero e delle comunità religiose, in Italia si privilegia, invece, le esigenze dei lettori dell’epoca: gli umanisti.

A Venezia si afferma un’atmosfera laica. Si valorizza l’abilità dimostrata nel proprio lavoro, i miglioramenti ottenuti rispetto al passato da attribuito soltanto all’uomo. Ma la vera rivoluzione culturale che introduce Manuzio è il libro dal formato in ottavo piccolo ottenuto piegando tre volte un foglio intero (enchiridion, dal greco, libro che sta nel palmo di una mano), un vero libro tascabile: “libelli portatiles in fornam enchidii”. Vuol dire che il libro, che era prima un oggetto ingombrante destinato soltanto ai luoghi del sapere e dell’erudizione diventa un compagno che può seguire il lettore ovunque. L’idea si diffonde velocemente in tutta Europa, così come i libri portatili di Aldo. Il libro in ottavo diventa subito un oggetto alla moda, un must have per l’epoca. I libri di Dante, Petrarca e anche Tibullo, Ovidio, Properzio, sono alcuni dei titoli appartenenti al catalogo editoriale di Manuzio, tutti in ottavo piccolo.

Quando Manuzio sceglie di pubblicare testi in latino, greco ed ebraico, crea caratteri tipografici in piombo (oggi chiamati “font”) che si impongono presto, in tutto il mondo, per la loro bellezza. Li elabora con il bolognese Francesco Griffo, tipografo e disegnatore di caratteri per la stampa, con cui collabora per anni. Griffo disegna per le edizioni Aldine almeno sei serie di caratteri tondi, di grande eleganza e armonia, quattro serie di caratteri greci e una di caratteri ebraici. Griffo disegna anche il primo corsivo che diventa un vero stile tipografico; si riesce ad imitare un tipo di scrittura e la sua compattezza permette di ridurre il formato dei libri.

Il nome del tipografo Rinascimentale Aldo Manuzio ha portato ai massimi splendori l‘arte della tipografia italiana nel mondo ed è arrivato a condizionare la vita dei nostri giorni segnando i destini grafici di grandi aziende internazionale che usano tutt’ora i suoi font.

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