COSTUME:  di qua o di là?

Stavo tornando da Positano in pullman. Le ultime volte con la mia macchina era stato estenuante, per cui avevo optato questa diversa soluzione.
Una macchina di traverso sulla strada  ad Amalfi  ci aveva però fatto partire con quasi un’ora di ritardo, per cui l’autista aveva deciso di recuperare affrontando la costiera ad una velocità pazzesca. I rami della parte a monte penetravano nei finestrini frustandoci la faccia, ma, a voltarsi verso il mare, sembrava di piombare sull’acqua ad ogni tornante. Da far venire il dubbio di essere saliti su un pullman con un autista kamikaze, uno di quelli che, nella loro  terribile scelta, vogliono portarsi dietro il più gran numero di  ignare persone.
Tutti noi passeggeri in piedi ruzzolavamo ad ogni curva aggrappandoci disperatamente l’uno all’altro nell’inutile tentativo di mantenere un po’ di equilibrio: al vedermi lottare fra loro, un ragazzo mi fa un sorriso e si alza per cedermi il posto.
Accetto ringraziando commossa. Non ci speravo. Che gentilezza!  Che educazione!
Prosegue il viaggio. Sull’autostrada le velleità da Grand Prix dell’autista non creano danni. Ma il tentativo di recuperare non lo abbandona.
Ci chiede con la radio di decidere, per alzata di mano, se possiamo saltare la sosta all’autogrill (che, come sappiamo, è programmata anche per correre al bagno). Alziamo la mano tutti, pare.
Ma l’autista che sta un metro davanti a me ha paura di creare disagi. Chiede ad un giovane di avvicinarsi personalmente ai più anziani per chiedere loro se veramente se la sentono di saltare la sosta.
Lui si alza per cominciare il suo giro. Cerco di stendere la faccia, di appianare le rughe, di apparire non stanca ma radiosa. ”Se mi si avvicina lo ammazzo” penso. Non si avvicina. Per questa volta non sono anzianissima. Sono salva.
Per cui.
Se ci cedono il posto è certamente per educazione, rispetto  per gli anni che dimostriamo, gentilezza. Se siamo stanche questo gesto non ci fa che un enorme piacere. Li ringraziamo grate.
Se invece siamo in un giorno in cui ci sentiamo pimpanti, e giovanili (parola assolutamente mostruosa) con la faccia riposata e serena, le rughe distese, ma ugualmente qualcuno si alza per cederci il posto, scatta qualcosa in noi. E’ come se ci dicessero che tutti i nostri sforzi  sono assolutamente inutili. La nostra età è QUELLA, inesorabile ,a dispetto dei nostri sforzi. Li ringraziamo ma  LI ODIAMO.
Di qua o di là?

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Paolo Andrea Trabalza
5 Gennaio 2018 10:56

Divertente.

Carlotta Staderini Chiatante
2 Gennaio 2018 16:32

Lalli, bravissima! E’ proprio così! Sei stata proprio divertente, complimenti.
Auguri.
Carlotta

2 Gennaio 2018 10:54

Adoro i vostri articoli.
Tanti auguri per il 2018.
Katinka Revedin