È un termine ormai entrato nell’uso comune.
Per indicare due elementi che hanno tra di loro una origine molto stretta si usa dire: hanno lo stesso DNA.
Cosa è il DNA? DNA è l’acronimo per deoxyribonucleic acid; in italiano acido deossiribonucleico. È un acido nel quale, in praticamente tutti gli organismi viventi, sono depositate tutte le informazioni genetiche.
E’ stato scoperto già nel 1869. La sua struttura a doppia elica, invece, è stata svelata solo nel 1953 dal biologo James Watson e dal fisico Francis Crick e indicata come “il segreto della vita”.
Il DNA è “strettamente personale” – nel senso che non esistono due persone che hanno lo stesso DNA! (Un po’ come le impronte digitali che variano da individuo a individuo).
La probabilità matematica che due individui abbiano lo stesso DNA è di uno su 46 miliardi, cioè praticamente nulla. Tuttavia, la legge dei grandi numeri dice che qualsiasi evento che abbia una probabilità non nulla di accadere, a lungo – lunghissimo – andare, prima o poi accadrà.
Per quanto ci riguarda, poiché dall’inizio della presenza dell’homo sapiens– stimato intorno al 200.000 a.C ad oggi – sul Pianeta si sono avvicendati circa 57 miliardi di essere umani, la possibilità che ci sia stato un essere umano con lo stesso nostro DNA esiste, (anche se è statisticamente improbabile).
Il fatto che il DNA contenga tutte le informazioni GENETICHE di una persona, cioè non soltanto “come sei fatto” – il colore degli occhi, il colore dei capelli, il sesso, la corporatura, ecc – ma anche “da chi provieni” – c’è l’impronta di chi era tuo padre, tua madre, di chi erano i tuoi nonni ecc… – ha fatto sviluppare tutto un campo di indagini: dai test medici che hanno per finalità quella di individuare la presenza di predisposizioni allo sviluppo di certe malattie, ai test di paternità e di maternità per confermare la corrispondenza tra discendenza legale e discendenza biologica (e questo ha fatto tremare tante persone che erano riuscite a celare le loro infedeltà coniugali )- o test per indirizzare le ricerche di polizia (in Italia ha fatto scalpore il caso Gambirasio fondato proprio sull’analisi del DNA dei residui organici trovati sul corpo della vittima), alle indagini antropologiche sui movimenti delle popolazioni.
Tra le scoperte interessanti cito quella che gli individui di sesso femminile si differenziano da quelli di sesso maschile, oltre che per i ben noti cromosomi sessuali X e Y, anche per altre 6 mila (seimila!) “sfumature” genetiche (altro che teoria del gender che afferma che “siamo uomini o donne secondo come ci sentiamo di essere”!) e che, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, gli abitanti della Isola di Pasqua – o Rapa Nui – non hanno alcuna relazione con gli abitanti della vicina America Meridionale.
A tutti questi campi di ricerca, ormai noti, se ne è aggiunto recentemente un altro: quello della propria “origine remota”.
Come reazione alla “omogeneizzazione”, generalizzata in questo ambiente culturale nel quale ci troviamo a vivere, si è sviluppata anche una tendenza alla propria “personalizzazione” cioè a “identificarsi” attraverso le proprie particolarità: di qui lo sviluppo degli “alberi genealogici” (su internet negli ultimi decenni sono stati pubblicati alberi genealogici di molte famiglie più o meno famose) e la proposta di programmi che permettono di incasellare le proprie relazioni di parentela e, attraverso la messa in comune dei propri dati, di trovare relazioni parentali più o meno remote.
Recentemente è stata anche offerta la possibilità di confrontare il proprio “profilo genetico” con quello di 42 “etnie” tipizzate da analisi statistiche sul DNA di persone provenienti per diverse generazioni da una stessa regione o etnia e di ottenere così il profilo della propria “origine”.
Dato il costo ragionevole della operazione mi ci sono sottoposto anche io.
Il risultato? Sono per oltre il 78% europeo (circa 43% italiano, 16% scandinavo, 14% spagnolo, 5% dell’Europa centrale), 9.0% mediorientale, 10% asiatico occidentale e 3% ebreo. Un vero “meticcio”, dunque!
Segnaliamo una divertente “ripresa” di questo articolo sul forum “Così è la vita” de Il Corriere della Sera.
La Redazione