Questo mese Lucilla Gattini ci parla di un libro di Hanya Yanagihara.
UNA VITA COME TANTE
di Hanya Yanagihara
Sellerio Editore Palermo
Anno: 2015
Pagg. 1104
Un grande romanzo che cattura, coinvolge, regala tensioni al limite del sopportabile e travolgenti emozioni e non si fa dimenticare. Una scrittura apparentemente semplice ma di vera bellezza. Basta, secondo la mia impressione, tener presente che si tratta di un’opera emblematica, in qualche modo erede attuale e spietata della tradizione che una certa letteratura ottocentesca, Dickens in testa, ha espresso con indiscutibile ammaliante fascino. Ma tutto qui è esasperato, tante violenze risulterebbero poco credibili verso una sola persona se questa non fosse appunto letterariamente paradigmatica, come lo è tutta la storia, per questo e perché forse (e auspicabilmente) certi usi non sono diffusi neppure in determinate classi e ambienti quanto si suggerisce.
È palesemente un grande affresco sull’amicizia, in particolare quella maschile e stupisce che l’autrice conferisca ai suoi personaggi l’affettività dirompente, l’assenza di pudori nell’esternarla anche fisicamente che per antichissimo condizionamento culturale sono generalmente appannaggio femminile, ma è anche un tributo alla paternità, ai padri che non dovrebbero essere tali e non vorremmo mai avere, a quelli che tradiscono e abbandonano, a quelli di sangue e a quelli per elezione. Un limpido omaggio a una figura paterna che travalica i geni e abbandona gli stereotipi millenari con il loro corteo di inappaganti aridità e vuoti autoritarismi per approdare a una sponda di tenerezza capace di ignorare i ruoli imposti donando comprensione, accettazione e amore senza condizioni. Ma Yanagihara si dimostra scrittrice contemporanea in maniera esplosiva nell’impalcatura narrativa di fondo che a mio avviso costituisce un tentativo artistico sfrontatamente coraggioso di sparigliare le carte delle convenzioni, dei preconcetti sui rapporti tra le persone, i generi, le inclinazioni sessuali, le coppie, e persino dell’ottica con la quale valutare l’esistenza e l’eterna impossibile ricerca di certezze sul suo senso profondo.
Buona lettura a chi vorrà affrontare 1094 pagine tutte da godere.