CULTURA – Stonehenge e dintorni

Penso che tutti abbiamo sentito parlare di Stonehenge, il sito neolitico inglese, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, che si trova vicino ad Amesbury nello Wiltshire circa 13 chilometri a nord-ovest di Salisbury.
Si tratta di un cerchio, quasi completo, di megaliti (pietre di dimensioni colossali), alcune delle quali sorreggono un architrave.
La presenza di queste pietre ha suscitato sempre grande curiosità e dato spago alla fantasia nel ricostruirne l’origine.
La prima indagine risale al 1640, ad opera di un tale John Aubrey che la dichiarò opera dei druidi – i sacerdoti dei celti – che lo avrebbero utilizzato come “calendario” o come “strumento astronomico”.
Circa cento anni dopo l’architetto John Wood lo vide invece come luogo di effettuazione di riti pagani. Altri lo considerarono opera dei romani o degli invasori danesi.
Più o meno in questo stesso periodo, di Stonehenge si occupò anche William Stukeley, uno strano personaggio, medico, archeologo, chierico della Chiesa anglicana, massone, seguace di filosofie pitagoriche e neoplatoniche, considerato ai suoi tempi come la massima autorità in fatto di “druidi”. Secondo lui i druidi di Stonehenge facevano parte di una colonia di “fenici” che si erano stabiliti in Gran Bretagna in epoca remota – tra i biblici diluvio universale e il patriarca Abramo – e seguaci di una religione del tutto simile a quella di Abramo.
Il famoso astronomo Fred Hoyle, convinto assertore dell’origine extraterrestre della vita, ancora nel 1966 attribuiva a Stonehenge una funzione astronomica, una specie di dispositivo che consentiva di predire le eclissi.
Più recentemente delle datazioni al radio carbonio attesterebbero che la costruzione sia avvenuta tra il 3100 e il 1600 a.C . Sono esclusi quindi i druidi, vissuti intorno al 300 a.C.
Il mistero dunque permane. Qualunque sia stata la data in cui il monumento è stato eretto lascia comunque stupefatti la considerazione che i megaliti furono tagliati in cave poste a distanza di oltre trenta chilometri dal sito. Stonehenge è divenuta il luogo di ritrovo dei seguaci del “celtismo”, della Wicca o “religione della natura” e di altri culti neopagani che si rifanno a una ipotetica “religione dei druidi” ma è soprattutto  meta di turismo organizzato, con prenotazione, biglietti e quant’altro con circa un milione di visitatori all’anno.
Tutto molto bello e molto suggestivo.
Tranne che.. quasi nessuno sa che, se la prima pietra è stata posta intorno al 3000 a.C l’ultima lo è stata nel…. 1964 d.C.!
Uno studente di storia, alle prese con una tesi di laurea, ha trovato e pubblicato le foto che attestano le operazioni di “restauro” eseguite nei primi anni del ‘900.
Nel 1919 sei grandi pietre sono state rimosse e innalzate in posizione verticale, tre monoliti sono stati spostati con una gru nel 1959, quattro pilastri hanno cambiato di posto nel 1964.
In altre parole la posizione dei megaliti – fondamentale per conferire al sito una interpretazione astronomica, testimonianza di una misteriosa antica saggezza – è frutto anche di una opera di restauro!
Ma guai a raccontarlo: il sito perderebbe gran parte del suo fascino e il business andrebbe a farsi benedire!
In ogni caso Stonehenge  è la parte  restaurata di un nucleo originario preistorico molto più antico ed ampio ancora da disseppellire.
Nel 2015, l’Università di Birmingham, nell’ambito del “The Stonehenge Hidden landscapes Project”, ha reso noto che a Durrington Walls, il più grande henge preistorico della Gran Bretagna, a soli 3 km da Stonehenge e 12 volte più grande, ci sono da portare alla luce 90 monoliti distesi, alti fino a 4,5 metri che sarebbero di pietra sarsen – blocchi di arenaria usati anche per le pietre erette di Stonehenge. La fila di pietre pare formasse il braccio meridionale di uno spazio chiuso rituale di fronte al fiume Avon costruito sullo stesso allineamento del solstizio d’estate come Stonehenge. Si crede la struttura formasse un gigantesco complesso cerimoniale con tutti gli altri monumenti vicini a Stonehenge. Secondo una teoria dell’archeologo Mike Parker Pearson i morti venivano celebrati a Durrington, nel regno dei vivi, e poi trasportati sul fiume Avon fino a Bluehenge (incrocio tra la Avenue e il fiume Avon). Qui venivano cremati e le ceneri trasportate per la sepoltura a Stonehenge, nel regno dei morti.
Insomma c’è ancora molto da sapere e da ipotizzare sulle credenze  dei nostri antenati del megalitico!

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