ARTE: Degas & Friends

Articolo di Marguerite de Merode e Carlo Verga

Conosciamo tutti uno dei più famosi pittori dell’impressionismo francese, Edgard Degas.
Conosciamo bene i suoi dipinti in cui illustra la vita della Parigi del 19° secolo fatta di ippodromi, di caffè-concerto, di musica e di balletti all’Opera e tant’altro. Ma non si sa molto di lui e della sua vita privata.
Edgard Degas nasce in un ambiente in cui può contare su buone disponibilità economiche, cosa rara per un artista dei primi del 900’. Lo stato di “benessere finanziario” della famiglia si deve al nonno, René Hilaire DeGas, la cui famiglia, di origini nobile, proviene dalla Linguadoca. Durante la Rivoluzione francese René, costretto a fuggire, trova asilo politico a Napoli dove si dedica agli affari. Consolida presto la propria situazione economica fondando un istituto bancario di grande successo. Diventa tra l’altro banchiere personale di Gioacchino Murat.  Con le ricchezze accumulate, riesce ad acquistare per sé l’intero palazzo Pignatelli di Monteleone, un immobile di cento stanze nel centro storico di Napoli. Nella città partenopea si sposa con la livornese Giovanna Teresa Freppa, generando con lei ben sette figli, tra i quali Auguste, futuro padre del pittore. Auguste diventa direttore della filiale parigina della banca paterna e si trasferisce nella capitale francese dove si sposa con Celestine Musson e nel 1834 nasce Edgard.
Edgard, dopo una formazione classica, studia giurisprudenza alla Sorbona per rispondere al volere del padre ma la sua vera vocazione è ben altra e presto si dedica a la pittura e allo studio dei grandi maestri del passato diventando copista al Louvre. Intraprende un viaggio in Italia per studiare l’arte antica e i maestri del Rinascimento. Ritiene che è indispensabile rimanere legati a l’eredità dei grandi maestri, ai quali si riferisce sempre con appassionata devozione. Quasi si convince a farsi monaco. Non si sposerà mai, e a chi critica questa scelta risponde: “A che cosa mi servirebbe una moglie?”.
Sarà l’amicizia con Edouard Manet, incontrato al Louvre nel 1861 a convincerlo ad entrare a far parte del gruppo degli Impressionisti anche se sempre si definirà più “realista” che impressionista”.
Amici per tutta la vita, Degas porta Manet alle corse di cavalli, tipica espressione della ricca borghesia dell’Ottocento: non è un caso che Degas e Manet, appartenenti entrambi all’alta società, siano i primi artisti a occuparsi di corse di cavalli.
Si lega d’amicizia con Edmond Duranty scrittore e giornalista, con cui passa serate a discutere di fisiognomica, ovvero il concetto per cui le espressioni di un volto si potevano studiare e catalogare come una guida delle personalità.
Duranty pubblica un trattato su “la fisiognomica”, che sembrava quasi scritto a quattro mani con Edgard. L’argomento è un concetto fondamentale e necessario per la formazione di un artista. L’esercizio de “la tete d’expression” è quel disegno che serve proprio a raffigurare un preciso stato d’animo dei modelli (la famiglia Bellelli di Degas ne è un esempio classico).
Autodidatta, colto e entusiasta sarà amico dei grandi del periodo:  De Lacroix, Emile Zola, Baudelaire e molti altri. Degas dipinge essenzialmente ambienti chiusi, ripresi da angolazioni insolite con pennellate rapide e sciolte.
Qualche anno prima della morte di Manet uno strano episodio crea una grande freddezza tra i due amici. Eduard posa insieme a sua moglie Suzanne per Degas; Manet sul divano e sua moglie mentre suona il piano. Nei giorni successivi, parte della tela verrà tagliata con un coltello appuntito; la lama porta via parte del viso e del corpo di Suzanne. Sembra sia stato Eduard Manet a compiere quel folle gesto; ma perché? Un’atto di gelosia?
Altra cosa particolare del rapporto tra i due, nella galleria di Degas furono trovati circa 80 quadri di Manet, mentre neanche uno in quella di Manet dell’amico di sempre…?
Quando Degas muore nel 1917 lascia una collezione di quadri suoi e di altri contemporanei veramente notevole: dozzine di Manet, Ingres, De Lacroix, Daumier, poi Cezanne, Gauguin, Corot e più di 100 stampe e quadri di artisti giapponesi.  Saranno indette diverse aste visto l’ingente patrimonio e si mobiliteranno i maggiori collezionisti e tutti i grandi musei dal Louvre, al Metropolitan.
L‘asta principale si svolse a Parigi nel 1918, in piena guerra. All’inizio delle offerte, cominciano intensi bombardamenti sulla città. La sala si svuota e quasi nessuno, terminata l’ostilità, torna indietro. La maggior parte dei quadri saranno acquistati, 27 tra dipinti e disegni, da
John Maynard Keynes noto economista inglese, a favore della National Gallery, con un prestito di 20 mila sterline ottenuto dal ministro del tesoro inglese. I prezzi erano così depressi date le circostanze, che un quarto dei fondi programmati non sarà speso. Keynes, comprò un Cézanne, “Nature morte”, per se stesso, per la modesta cifra di 327 sterline. Un vero affare!

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2 Commenti
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Carlo
5 Luglio 2018 15:48

Ciao Sandro come state? Molto apprezzato il tuo commento, spero sempre che tu possa mandarci qualcosa dei tuoi ritrovamenti o magari una storia di nicchia che possa interessare i nostri lettori.
Per i rating? Inshalla…

A presto Carlo

Alessandro Berra
4 Luglio 2018 17:20

Una piacevolissima passeggiata nella familiarità di due grandi artisti! Le presentazioni ufficiali li mostrano come se vivessero un’esistenza in cui è presente solo l’Arte e tutto il resto non conta.