ABBIAMO OSPITI – MUSEI: Gea Palumbo e il Museo delle Donne del mediterraneo Calmana. Quando la storia si fa Museo

Articolo di Elvira Coppola Amabile – Autore Ospite de La Lampadina

Un progetto unico mai concepito prima, il Museo delle Donne del Mediterraneo comincia a realizzarsi! Nasce dalla voglia di conoscere ciò che inspiegabilmente è stato sempre sottaciuto o cancellato. Come se le donne non esistessero. Oppure come se le donne, quelle celebri, fossero eccezioni in un certo qual modo più simili a uomini che a donne. Il mondo al maschile le ha sempre ignorate o ne ha deformato l’immagine. Eppure c’è un immenso vuoto che bisogna colmare.
Il primo evento si è svolto a Procida nel mese di novembre con una raffinata mostra di manoscritti e libri dal Trecento al Settecento. Vi troviamo citazioni e perfino immagini delle prime donne nate al mondo secondo le tre religioni del Mediterraneo.
L’anima di questa iniziativa è Gea Palumbo. Una studiosa straordinaria capace di far parlare le antenate a partire dalla stessa Bibbia che, se ci dice che Eva non “nacque”, ma fu creata già adulta da una costola di Adamo, non ci dice i nomi delle sue figlie femmine, indispensabile anello della catena delle generazioni senza le quali, dai soli figli maschi: Caino, Abele, Seth, l’umanità non sarebbe potuta esistere.
È così che in questa mostra documentaria e iconografica, opportunamente definita Le Antenate Dimenticate, le nostre ave hanno riavuto voce canto vita.
Un primo sostanzioso “assaggio” del MUSEO DELLE DONNE.
Nel Conservatorio delle orfane Terra Murata sono stati esposti preziosi manoscritti. Codici miniati. Le religioni ispiratrici sono ovviamente Ebraica Cristiana Musulmana.
Tra i testi esposti un libro in latino e arabo con note in francese antico. Nato ad Oxford nel Seicento (conservato in una biblioteca napoletana) il libro narra la storia delle figlie femmine di Adamo ed Eva. Didascalie e documenti della Mostra in italiano, inglese, arabo.
Le voci delle Lectrices in Fabula hanno recitato brani tratti dal poema “Caino” di Byron.
Tutto estremamente suggestivo nella singolare cornice dell’isola di Procida per l’occasione vestita di pioggia vento sole e mareggiate.
Gea vorrebbe l’isola come sede principale del Museo, ma, naturalmente, anche la sua Napoli sarebbe adattissima allo scopo. Meglio ancora entrambe, prime sedi di una istituzione museale destinata a realizzarsi intorno al Mediterraneo.
Procida ha un cuore pulsante adatto ad ospitare un’iniziativa del genere. Di certo in modo più speciale dell’atmosfera caotica e dispersiva di una città.
Procida racchiude ancora come in uno scrigno gli stralci di un vissuto antico che si manifesta sorprendendoti per la sua espressività, nella quale ancora ci si può identificare.
Difatti qui in questo piccolo scampolo di mondo un primo passo per la realizzazione del Museo Donne del Mediterraneo è stato realizzato richiamando un pubblico vario e curioso.
A Procida le antenate ti vengono incontro, i loro spiriti aleggiano scolpiti nelle case, nei volti, nelle rocce forgiate dagli elementi della natura. Così come descritte nel romanzo Centane della stessa Gea Palumbo, già recensito su La Lampadina di novembre 2018.
Il respiro delle antenate arriva con la salsedine e i misteri di questa isola amata ma quasi sconosciuta o appena nota come “l’isola di Arturo”, celebrato romanzo di Elsa Morante.

Il Museo delle Donne qui troverebbe una sua cornice ideale.
Gea Palumbo, insegna Storia e iconografia nell’Università di Roma Tre. Ha scritto numerosi saggi romanzi articoli. Viene convocata per partecipare a incontri e conferenze. Gea si esprime in un italiano colto prezioso citando magari in latino o in greco antico Platone Lucrezio Aristotele o illustrando motivi di contemporaneità che vanno dall’arte al costume.
Parla ma la musica del suo eloquio non ha perso nemmeno una nota della lingua madre partenopea. Calda avvolgente modulata evoca archetipi di magie: la Pizia, la Sibilla Cumana… del resto anche i suoi lineamenti li puoi riconoscere sulle figure delle anfore antiche.
Vulcanica attiva instancabile conduce un’altra iniziativa con successo sempre dedicata alle donne. Prendendo spunto da un bel libro di Umberto Eco (Lector in Fabula), Lectrices in Fabula si dispiega frequentato da numerosi spettatori che riscoprono il piacere della lettura corale. Si declamano brani. Si commentano, si rilegge come un tempo unicamente si leggeva, ad alta voce, condividendo, emozionando.
Auguri per la continuazione di questo affascinante progetto. Condividiamolo diffondiamolo e partecipiamo anche attivamente.
Clicca qui per sentire la presentazione del libro Centane

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Gea Palumbo
5 Ottobre 2020 2:14

interessante…