La Lampadina Racconti – “Villa Berg” di Carina e Valerio Bernini

Villa Berg
La storia, l’arte, i misteri

di Carina e Valerio Bernini
Racconto già pubblicato su “Living Italy”

 

  1. PREMESSA

Alla fine dell’800, Mosca è una città di grande bellezza, che unisce all’aspetto “fiabesco” dei suoi monumenti (il Cremlino e le mura degli Architetti italiani, le Cattedrali del Beato Basilio sulla Piazza Rossa e quella del Salvatore, i monasteri disseminati lungo le vie di accesso alla città, le mille e più chiese) la molteplicità e il fascino delle architetture dei palazzi e degli edifici pubblici: il neoclassicismo di Caterina II, lo Stile Impero sui grandi viali insieme ai primi edifici Liberty, il prevalente stile russo (il Museo storico, la Duma).

La crescita urbanistica ha raggiunto e superato l’Anello dei giardini: ville e palazzi crescono innumerevoli, secondo criteri di libertà artistica ed architettonica, che attingono ad epoche diverse e si ispirano all’arte teatrale, portando nelle dimore dei ricchi mecenati “il raffinato estro artistico del Secolo d’Argento” (Svidkovskij).

Tra le famiglie dell’aristocrazia moscovita e dell’alta borghesia, I Berg, nobili di Perm, arricchitisi con attività imprenditoriali (industria della ghisa) e minerarie (in particolare, la Compagnia per l’estrazione dell’oro in Siberia), acquistano una proprietà a Denezhnypereulok, in un quartiere storico, il Vecchio Arbat. Nel maggio 1897 Serghiej Pavlovitch, “gentiluomo ereditario”, il cui padre, Pavel, e’ stato il maggior autore delle ricchezze della famiglia, affida all’Architetto Piotr Samoilovitch Boizov l’intera ricostruzione della proprietà e la realizzazione di un palazzo che richiami lo stile del Rinascimento italiano.

Nasce così Villa Berg, edificio sontuoso ed aristocratico, che riflette la bellezza architettonica della città, e che, lungo tutto l’arco del novecento, è stato testimone di eventi storici di grande rilievo. In esso, vive ed opera da quasi un secolo l’Ambasciata d’Italia.

 

  1. STORIA, POLITICA, DIPLOMAZIA

Dopo la vita ricca e brillante di inizio del secolo XXmo – di cui i Berg, mecenati e sostenitori della vita culturale ed artistica, conosciuti e stimati per le idee progressiste ed innovative,  furono protagonisti e promotori – vennero gli anni tragici e i grandi sconvolgimenti della  della Guerra Mondiale e della Rivoluzione del 1917.

Agli inizi del 1918, Villa Berg fu confiscata, come la generalità delle proprietà dell’aristocrazia e dell’alta borghesia moscovita. A differenza di altri palazzi, non subì spoliazioni e devastazioni, e fu destinata dalla nuova dirigenza ad usi ufficiali: Lenin, arrivato a Mosca con il Governo dei Soviet l’11 marzo del 1918, visitò la casa e affermò che essa, come altre residenze, dovesse servire per “ospitare gli Ambasciatori”.

Nel mese di aprile, la casa fu assegnata alla Legazione tedesca, istituita con il compito di attuare gli Accordi di Brest Litovsk. Inizia qui la storia “diplomatica” della Casa, ma si tratta di un inizio tragico. Il 6 luglio, l’Ambasciatore von Mirbach-Harff, venne tragicamente assassinato nella “Sala Rossa” da due cekisti esponenti della sinistra socialrivoluzionaria. La Legazione tedesca presto chiuse i battenti: il nuovo  titolare Karl Helfferich rimase a Mosca poco più di un mese.

L’anno successivo, l’edificio divenne sede del Comitato Esecutivo della III Internazionale Comunista e, dal 1920, vero e proprio luogo di pellegrinaggio di delegazioni di Partiti Socialisti e di Organizzazioni operaie dell’Europa Occidentale che, insieme ai protagonisti della storia del comunismo russo (Trozkij, Zinoviev, Bukharin, la moglie di Lenin, Nadezhda Krupskaya, e nelle occasioni più importanti lo stesso Lenin) prepararono i documenti del 2° Congresso dell’Internazionale (ed i programmi politici che portarono alla scissione dei Partiti Comunisti occidentali). Esaurito il proprio compito, il Comitato lasciò la casa, che fu nuovamente disabitata.

Dopo il Trattato di Rapallo del 1922, che segna l’inizio delle relazioni diplomatiche con il Governo Sovietico, giunse a Mosca il primo Ambasciatore italiano dopo la Rivoluzione, il Conte Gaetano Manzoni, che scelse Villa Berg come sede per la nostra missione diplomatica (1924). Nacque così una sorta di “isola italiana” permanente, che negli anni ’20 e ”30 ospitò, oltre alla Residenza dell’Ambasciatore, tutto il personale ed i servizi della Cancelleria, e che divenne presto un punto di riferimento per l’intensa vita della capitale russa.

La storia dei rapporti diplomatici con l’Unione Sovietica prima, con la Federazione Russa a partire dagli anni ’90 è materia di straordinario interesse e complessità. Così come la nostra politica estera, da sempre caratterizzata dalla ricerca di una intesa e di equilibri duraturi tra Est e Ovest.

Di essa è parte, una diplomazia “culturale”, che ha interessato il mondo dell’arte e della musica, della letteratura, del teatro, del cinema e che negli ultimi anni ha toccato livelli di vera eccellenza e di alta espressione artistica. Ne sono esempio i rapporti tra il Teatro “La Scala” e il Bolshoy, mai interrotti dalla fine degli anni ’50 fino alla straordinaria Settimana del settembre 2016!

 

III.  ARCHITETTURA ED ARTE A VILLA BERG

Villa Berg spicca tra le costruzioni moscovite, per la molteplicità di stili in cui e’ stata realizzata. Si sostiene che essa costituisca uno dei capolavori dell’Eclettismo moscovita di fine ‘800”.

La facciata, in pietra arenaria di fiume di colore grigio, ricorda i palazzi rinascimentali italiani. Bojcov aggiunse motivi propri dello stile barocco ed elementi decorativi del nuovo “Modern”  che accrescono la sontuosità el’eleganza del palazzo.

Uno zoccolo alto e solido corre lungo tutto il perimetro. Il piano rialzato e’ suddiviso da ampi pilastri che racchiudono grandi finestre rettangolari con archi ciechi (da un lato il salone delle feste, dall’altro l’appartamento per ospiti di rango). Un fregio corre lungo la facciata e su di esso poggiano le finestre più piccole e numerose del piano superiore, ad arco e con ornamenti simili a quelli del fregio e delle finestre inferiori. Imponente  il corpo centrale, un pronao che prosegue al piano superiore fino al timpano, che contribuisce alla solennità dell’ingresso insieme al frontone spezzato, in stile neobarocco, che lo sovrasta.

Gli interni della casa sono fastosi e conservano la ricchezza di una residenza aristocratica di fine ‘800. Ogni ambiente è realizzato secondo uno stile diverso: “un grande magazzino teatrale, dove ogni stanza è concepita e arredata come scena di un grande spettacolo storico”, per usare le parole dell’Ambasciatore Sergio Romano nelle sue “Memorie”.

Da un elegante ingresso rivestito e impreziosito da marmi e delicati affreschi  in tenui colori bianco e turchese, si accede all’atrio, o “sala degli arazzi”, illuminato in alto da un grande lucernario, e interamente realizzato, insieme alla elegante scala che porta alla galleria del piano superiore, in legno, secondo uno stile neogotico molto in auge nelle residenze moscovite dell’epoca e preziosamente lavorato dai falegnami russi. Sempre in legno lo studio adiacente e la biblioteca del padrone di casa e una stanza da letto con salotto per pause di riposo o per ospiti di rango.

 

Dall’altro lato, il salone di rappresentanza, pareti in marmo, un pavimento in parquet storico decorato, lampadari in stile liberty (lavoro straordinario, con intriganti figure di donne drago, composizioni in vetri di diverso colore e in ottone)! Gli amorini che danzano sul cornicione e gli affreschi del soffitto dedicati alle Muse ed a soggetti del mito e della letteratura greca  (la favola di Amore e Psiche) completano uno scenario classico di grande effetto ed eleganza.

II salotti che si susseguono di fronte alla strada e nella parte laterale del palazzo, caratterizzati dai diversi colori dei rivestimenti, sono anch’essi riccamente decorati, con forme diverse. Nel salotto rosso, dove si consumò la tragica fine dell’Ambasciatore Von MIrbach, il soffitto presenta un affresco “trompe l’oeil” con due splendidi pavoni che si corteggiano in una apertura decorata con motivi floreali al centro di preziosi intarsi dorati!

Dal grande salone si accede alla sala da pranzo grande (e ad una saletta adiacente per pranzi riservati a pochi commensali) che prende luce da una veranda con cupola vetrata, che affaccia sul giardino. Anche qui eleganti rivestimenti in legno, una vetrina con colonne finemente scolpite, un soffitto a cassettoni, il camino.

Ovunque decori che richiamano l’Art Nouveau e segnano il ritorno alla natura, nei motivi floreali, in quelli zoomorfici (si vedano ad esempio le bellissime maniglie delle grandi porte, anch’esse in legno lavorato). Ad essi si aggiungono forme stilizzate dai tipici colori pastello, disegni geometrici, morbide nervature del legno, preziosi ornamenti in ottone. Ed ricorre continuamente il motivo del “fleur de lys”, evidente segno dello status nobiliare del proprietario!

Alla ricchezza di decori ed arredi si aggiungono opere pittoriche provenienti da Musei italiani (parte tramite la nostra Rappresentanza a San Pietroburgo, insieme ad altro mobilio, parte direttamente dall’Italia con trasporto via mare nel 1935 via Odessa), insieme a ritratti e figure femminili della Scuola del Romanticismo russo (gli ovali nella sala da pranzo, il nudo di donna sdraiata con tralci di vite nel salotto azzurro).

 

IV  RICEVIMENTI, CONVIVI, FESTE

Villa Berg fu fra le prime residenze di Mosca dotata di elettricità (e di campanello alla porta): la sua inaugurazione passò alle cronache come il primo “ricevimento elettrico” di Mosca, e fu causa di sorpresa nelle signore russe, che videro per la prima volta l’effetto della luce elettrica sul proprio pesante maquillage (con un effetto di colore verde-marziano!). Il “ricevimento elettrico” non fu un successo, ma lo furono i molti altri ricevimenti che lo seguirono, dall’inizio del secolo fino ai nostri giorni.

Negli anni ’20, il primo Ambasciatore italiano, Conte Gaetano Manzoni, i saloni della casa ospitarono per protagonisti ed interpreti del teatro, della letteratura e della musica, in un momento di sperimentazione e cambiamenti di grande interesse. Si ricorda il ricevimento organizzato in occasione della prima della commedia “Mandat”, opera d’avanguardia di Meyerkhold.

Erano spesso presenti i Commissari del Popolo per gli Affari Esteri prima Cicerin e, successivamente, Litvinov (ed anche Molotov in anni successivi), che, insieme alla buona tavola e ad una atmosfera di festa, avevano modo di intrattenersi, insieme ai loro collaboratori, con diplomatici occidentali, personalità in visita, esponenti autorevoli della citta’.

 

Una curiosità, nella storia della casa, legata al cinema di quegli anni: nel 1926, il regista Vsievolod Pudovkhin, collega non meno illustre di Ejzenstejn, trasse dalla “Madre” di Gor’kij un film di grande forza espressiva, protagonista una importante attrice dell’epoca – Vera Baranovskaja – nel ruolo della vecchia operaia .

Nel film, Villa Berg – che già ospita l’Ambasciata d’Italia – è la Residenza del Governatore di Mosca, ed è arredata con mobili tuttora esistenti. Dopo circa un’ora di proiezione, la macchina da presa si attarda su una figura inconsueta (che poco ha a che vedere con la tragicità della vicenda) un bel cane, appartenente ad una razza American Pit Bull Terrier che, per quanto sappiamo, all’epoca non esisteva a Mosca. Potremmo pensare che fosse il cane dell’Ambasciatore Manzoni? Ma non vi sono atti che lo confermano.

Ancora un frammento, tratto dal romanzo-cronaca “Il ballo al Cremlino” nel quale il nostro scrittore Curzio Malaparte, che soggiornò alcuni mesi a Mosca nel 1929, racconta della vita e delle abitudini della “alta società sovietica” (in un periodo appena precedente agli anni di ferro e di fuoco della “piatiletka” e alle tragiche epurazioni).

Tra i protagonisti delle serate “dorate” e dei valzer viennesi (di rigore nei balli che radunavano l’alta società moscovita nei saloni delle Ambasciate), il “bellissimo ed enigmatico” Karakhan, Vice Commissario del Popolo per gli Affari Esteri, che aveva svolto un ruolo di primo piano nella Rivoluzione cinese, ed era al tempo stesso un vero “dandy” che parlava con accento oxfordiano, indossava abiti e cravatte fatti venire da Londra. Era corteggiato da tutte le Signore della città, il cui principale argomento di conversazione era da tempo il suo amore contrastato con la bellissima prima ballerina del Teatro Bolshoy, Marina Semionova. La stessa Semionova era una danzatrice molto ammirata, con un talento che l’avvicinava alla Ksessinskaia ed alla Pawlova ed una grazia su cui spesso si soffermava anche l’occhio interessato di Stalin!

Malaparte frequentemente indulge in fantasia mentre racconta storie e personaggi. Ma non nel nostro caso: Lev Karakhan sposò effettivamente l’affascinante ballerina, prima di diventare Ambasciatore in Turchia (lo era già stato in Cina e in Polonia) e di concludere tragicamente la sua vita nei sotterranei della Lubianka nel 1938. La Semionova visse molto più a lungo e insegnò danza fino agli inizi degli anni 2000.

Karakhan era un assiduo frequentatore delle serate a Villa Berg, dove accompagnava i suoi superiori Cicerin e Litvinov. Non disponiamo di dati storici precisi ma siamo certi che l’affascinante ballerina diventata sua moglie lo abbia accompagnato. Possiamo immaginare come la loro intensa storia, magari mentre erano “abbandonati all’onda di un valzer” (Malaparte) nella grande sala da ballo, non sia sfuggita allo sguardo attento di Amore e Psiche, bellissimo affresco sicuramente testimone di molte ed analoghe intense storie!

 

  1. I MISTERI

Il visitatore, affascinato dalla sontuosità ed eleganza dei saloni di Villa Berg,  non potrà non rimanere colpito anche dalla molteplicità di personaggi e di creature animali che popolano affreschi ed intagli (per esempio, subito all’ingresso, le insolite figure di cigni e draghi con testa mitologica!). Non potrà non ammirare la vivacità dei colori e la musicalità delle scene (la cornice con gli “amorini” nel salone da ballo) e la bellezza degli affreschi del soffitto sempre nel salone e dei pavoni che si corteggiano nel riquadro intarsiato del salotto rosso!

Ma, se sarà sufficientemente attento e curioso, noterà, sparsi per la casa, un numero davvero notevole di raffigurazioni simboliche impresse sulle pareti o scolpite sui pregiati legni delle boiseries o delle porte o realizzati in muratura. L’aspetto è misterioso, ma sicuramente esse avevano per Serghiey Pavlovitch Berg molti significati simbolici. Certamente il nostro padrone di casa, ricco uomo d’affari, esponente in vista della società moscovita, mecenate, era un importante iscritto di una Loggia massonica, e non intendeva certo nasconderlo ai suoi ospiti!

Troviamo spesso le “lune incrociate” che rimandano alla Dea Triplice (le Grazie o le Parche..)! Ed inoltre “sole e luna”: la luce e l’oscurita’, l’ alternanza ed equilibrio di giorno e notte, di bianco e nero, di attività e riposo, in sostanza la dialettica degli opposti! Ed ancora gli archi sovrapposti divisi da frecce dorate, e disegni nei riquadri del pavimento a mosaico che rinviano, per i conoscitori, alla contrapposizione  fra l’io e l’altro, fra spirito e materia, fra vero e falso, fra bene e male.

E, se si guarda attentamente la fontana nello spazioso ed accogliente giardino, si scopre che la figura rappresentata è quella di un fratello “muratore”, che trasforma la pietra grezza in pietra levigata, il lavoro che ciascuno deve compiere per passare da uno stato imperfetto ad uno più elevato. Egli utilizza maglietto e scalpello: strumenti che modellano la materia traendo dalla pietra le parti essenziali alla costruzione.

Infine, la storia più misteriosa di tutte, quella del fantasma dell’Ambasciatore Von Mirbach-Harff che, dopo la tragica fine, ha pensato bene di non abbandonare la splendida residenza dove ha vissuto, da vivo, per poco più di due mesi. Non siamo in grado di dire se egli racconta il vero, ne abbiamo mai potuto chiederglielo.

Ma  sappiamo per certo, che, insieme a tutti quelli che abitano e lavorano a Villa Berg ed agli innumerevoli ospiti e visitatori, il nostro abitante notturno ha potuto apprezzare le opere di restauro e di rinnovamento eseguite negli anni recenti, e che hanno certamente aumentato grandemente lo splendore ed il pregio diVilla Berg.

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