Roma, 14 agosto 2020 sono a casa nello studio, in una bellissima e caldissima giornata, deliziata dall’aria condizionata e dalla mancanza di impegni. Riprendo in mano letture del passato e per caso trovo un libricino “I menu famosi”. Un’infinità di immagini affascinanti ed eleganti propongono programmi gastronomici per palati raffinati. Che divertimento!
I menu sono oggetti da collezione sotto l’aspetto della documentazione storica, dei contenuti gastronomici e del confezionamento iconografico. Attraverso questi “documenti “ apparentemente formali, si può cogliere una testimonianza significativa su come si svolgevano in altri tempi i costumi conviviali ed i rapporti sociali oltre ad essere testimonianze di eventi storici. A grandi linee potremmo dire che il menu è una invenzione ottocentesca necessaria per una motivazione storica verificatasi in Francia a partire dal 1810: il passaggio dal “servizio alla francese” a quello chiamato “alla russa”in cui le portate sono presentate e servite una per volta in una sequenza stabilita dall’anfitrione. L’utilità del menu risulta evidente per informare i commensali della consistenza del pranzo .
Un cartoncino di varie dimensioni che può anche avere la forma di un libretto, un menu con l’elenco completo delle portate nell’ordine in cui sono servite, i vini che le accompagnano, la data e il luogo dove si svolge il pranzo. Il menu è talvolta riccamente illustrato per evidenziare l’importanza dell’occasione e viene messo a disposizione degli ospiti in esemplari identici e quindi stampato. L’anfitrione gradirà che questi menu di esclusiva pertinenza degli ospiti siano prelevati e conservati per ricordo. Diversamente non esisterebbero le collezioni.
Faccio subito una piccola ricerca e riscontro che gli artisti di fama universale hanno in genere dedicato scarsa attenzione ai menu e ne hanno realizzati pochi. Tuttavia i menu che ammiro nel mio libro sono assolutamente magnifici!
Un “menu d’autore” può dirsi tale quando l’artista crea quell’opera per essere espressamente riprodotta su un menu. Sarebbe auspicabile che l’opera creata faccia riferimento all’avvenimento per il quale verrà stampato il menu. Al contrario le immagini di opere di artisti riprodotte su menu dei ristoranti non si possono considerare “d’autore” perché le opere non furono create con questa intenzione. Comunque va detto che Renato Guttuso ha realizzato dei menu apposta per alcuni ristoranti, così come fece Enrico Bay e Aligi Sassu.
Il Futurismo ha trasmesso alcuni menu concettualmente futuristi nella descrizione e nella scelta ma i suoi artisti più significativi come Boccioni, Balla, Carrà, Severini non li hanno mai illustrati.
Un caso originale è quello del ristorante veneziano La Colomba, il cui proprietario, oltre ad essere un ristoratore era anche un mecenate e faceva mangiare gratis gli artisti di belle speranze che saldavano i pasti con un quadro. Poi, questo mecenate ebbe l’idea di lanciare il “Premio Internazionale Menu per La Colomba”. Le opere dovevano avere tutte dimensioni identiche (32cm x 36 cm). Le sale del ristorante sono tappezzate da questi quadri ed i menu hanno il nome di Campigli, Marino, Sonia Delaunay, Matta. Poliakoff.
Durante la Belle Epoque, a Parigi diversi artisti si dedicarono ai menu con passione. Uno dei più famosi Jules Cheret, prediletto dal Presidente della Repubblica Francese Emile Loubet, dipinse il menu per il ristorante della Tour Eiffel e realizzò diversi menu per i pranzi di Stato tra cui quello i onore dello zar Alessandro III nel 1896 e di Vittorio Emanuele III nel 1903 (in questo menu ci si dimenticò di elencare i vini!).
Per la serata in onore del Re di Spagna, Alfonso XIII,ricevuto dal Presidente Loubet al Palazzo dell’Eliseo nel 1905 la copertina del menu è firmata da Morand (le portate saranno 15 ma nessuna si ispira alla Spagna).
I menu di Alphonse Mucha, pittore, decoratore e cartellonista di grande successo, dallo stile inconfondibile, sono autentici capolavori. Si poteva ricorrere a lui per le occasioni molto importanti, dati i suoi compensi molto elevati. L’unico menu “reale” firmato da Mucha è per la serata in onore del Re del Portogallo, Carlo I , nel 1904. Sedici portate.
Più tardi Jean Cocteau si cimentò con i menu; era un artista poliedrico che spaziava tra letteratura, cinema, teatro e pittura. Era anche di buon cuore e realizzo numerosi menu per pranzi di beneficenza.I suoi due menu più famosi sono quelli per il “Grand Vefour” del 1953 e ancora utilizzato dal locale del Palais Royal e per la “Mediterranée” di Place de l’Odéon.
Altri artisti di fama universale che hanno creato menu sono Paul Gauguin, Henri de Toulouse Lautrec, Pablo Picasso, Marc Chagall e Salvador Dalì.
Alcune curiosità: Paul Gauguin durante il suo soggiorno a Tahiti, invitato a cena dai suoi amici Martin si divertì a disegnare e colorare dei menu, ispirati alla Polinesia, diversi per ogni ospite, utilizzando dei foglietti di carta 17×24; il menu è scritto a mano. Gli schizzi, tutti diversi, furono conservati con cura dalla famiglia Martin e furono esposti a Venezia nel 1983 durante una mostra antiquaria e furono venduti per una cifra importante.
Di Pablo Picasso si conosce solo un menu pubblicato nel libro del giornalista Massimo Alberini “Mangiare con gli occhi”(ed. Panini). È un disegno originale a penna firmato e datato 21 luglio 1917, fatto per il ristorante “El Canario” di Barcellona. Rappresenta una giovane ragazza dai lunghi capelli neri che osserva con affetto e simpatia un canarino in gabbia. È possibile che non fu mai utilizzato come menu.
Di Marc Chagalll si conosce lo splendido menu realizzato in occasione della visita di Jimmy Carter a Parigi. Fu commissionato da Valery Giscard d’Estaing, allora Presidente della Repubblica Francese.
Di Salvador Dali, si conosce il menu, ispirato alla corrida, realizzato per “El Burladero”, famoso ristorante di Siviglia.
Ovviamente gli zar di Russia, i Kaiser di Germania, i re d’Inghilterra e tutti i sovrani e potenti della terra hanno voluto dei menu graficamente pregevoli e splendidamente illustrati per solennizzare un avvenimento di particolare rilievo. Le incoronazioni, i venticinque o cinquant’anni di regno, i matrimoni, le alleanze le visite di Stato hanno spesso determinato la realizzazione di menu straordinari per dimensioni, bellezza e contenuto gastronomico.
Senz’altro si saranno rivolti ad artisti affermati e questi artisti lusingati, si saranno impegnati per entrare nelle grazie degli illustri committenti, tuttavia la fama dei loro autori non ha varcato le frontiere e non si è perpetuata nel tempo. Questi menu restano una gioia per i nostri occhi.
La consuetudine di riprodurre opere d’arte sui menu continua ancora. Al Quirinale i menu dei pranzi di Stato mostravano sulla copertina, almeno fino al 2010, alcuni particolari degli affreschi di Felice Giani, di grande bellezza e grazia neoclassica, presenti nel palazzo.
Anna Sanfelice Visconti