Il 2 ottobre inaugurazione di una galleria di amici. La sera del 30 l’amica con cui avevo appuntamento mi chiama.”Mi aspetti dentro? Io sono qua fuori.”
“Ma non è stasera è domani!”
Torna a casa sconsolata. Oggi, 2 ottobre. Amica diversa, stesso appuntamento:
”Ci troviamo lì domani?”
”Ma veramente è stasera.”
Memoria… ahimè.Tempo fa, vedendo che i miei nipoti si davano gomitate e roteavano gli occhi ai miei racconti. Ho capito…Per cui ho chiesto che mi fermassero subito non appena il mio discorso riguardava qualcosa che già avevo loro detto e, forse, non solo una unica volta. Non l’avessi mai fatto. Ho appena il tempo di cominciare con un “Vi ricordate quando sono cad….?” Non posso finire il mio ”uta”, che scoppiano a ridere. Non si limitano più a roteare gli occhi: ”Nonna ce lo hai già detto UN SACCO di volte!” E questo ahimè succede spesso. Forse ho già detto loro tutto.
I mesi di costretta clausura in casa, villa, o palazzo, hanno fatto in modo che molti di noi anche i più riottosi si siano riavvicinati alla lettura. Mai divorati tanti libri in così poco tempo. Una grande porzione del nostro tempo prigioniero è stato inoltre occupato da visioni di vecchi o nuovi film, di incredibili serie televisive, musei, conferenze, visite a palazzi storici. Molti di noi ne hanno approfittato per farsi a casa una specie di Università della Terza Età online. Abbiamo visitato il castello di Amboise in cui Leonardo da Vinci ha progettato e fatto eseguire una magnifica scalinata che permetteva di arrivare a cavallo ai piani alti, abbiamo visto l’apporto del gusto tutto italiano di Caterina de Medici all’architettura dei Palazzi Reali francesi, abbiamo visitato Pinacoteche, precedentemente conosciute, ma superficialmente, con l’accompagnamento invece di storici dell’arte che, tutto quanto potevano, ci hanno raccontato. Per alcuni giorni siamo stati dei veri pozzi di scienza. Date di costruzioni, nomi di architetti e generali, committenti di pale di altari, date di battaglie, schieramenti di eserciti. In grado di passare da Donatello al Caravaggio con descrizioni accurate della loro produzione artistica e della loro vita privata. Abbiamo conosciuto i bisticci fanciulleschi di Maria Stuart, bambina regina in Francia prima di raggiungere la Scozia, abbiamo seguito le crociate, e conosciuto un Riccardo Cuor di Leone un po’ diverso da quanto raccontatoci dai romanzi storici (la strage di prigionieri ad Acri è stato un trauma!) e il suo fratello Giovanni Senza Terra, migliore invece di quanto ritenevamo. Tutto sapevamo.
Napoleone era divenuto come un fratello di cui si conoscono debolezze e genialità. Il suo genio militare, le sue donne, la sua capacità di spostarsi per l’Europa a velocità incredibili, di organizzare l’Elba in tempi brevissimi.
Poi, una sera, piccola, forzatamente, riunione di amici in cui finalmente torniamo a parlare di tutto e con orrore ci accorgiamo che tutto quel sapere accumulato nei giorni di reclusione è perso. ”Stupefacente… questo me lo devo ricordare”, ci eravamo detti.” Facile….” E invece… No. Le linee generali restano, ma solo quelle. Come mai? Come mai ci ricordiamo poesie imparate secoli fa, intere pagine di introduzioni di libri (quel ramo del lago di Como) e già ci scordiamo di quanto visto in tempi tanto recenti? Ci scordiamo appuntamenti, impegni. Siamo usciti per comprare cinque cose e ce ne ricordiamo solo tre. Ci è sempre stato detto che andando avanti negli anni scompare la memoria recente (che film ho visto ieri sera? Come si chiamava? Cosa ho mangiato? Come si intitola il libro che ho appena finito?) e invece è fortissima la memoria di tempi remoti. E questo già sarebbe una spiegazione. Ma non basta.
Forse a questo accumulo velocissimo di nozioni le più diverse manca la conquista.
Dico proprio conquista. Faticosa.
La stessa che occorre per ottenere l’attenzione di una persona a cui si tiene. Lo studio approfondito che farà si che la persona conquistata a fatica rimarrà sempre nel nostro cuore. La persona per cui non ci siamo dovuti dare da fare avrà un altro peso nel nostro animo. Lascerà poca traccia. Stessa cosa forse per la cultura. Il passivo stare davanti allo schermo che ci riempie di notizie non lascia che poche impressioni. Una volta, tanto tempo a sfogliare e consultare libri, a fare ricerche in biblioteca. Ora risposte trovate in pochi minuti e in altrettanti pochi minuti perse. Rassegniamoci. Ma non demordiamo. Continuiamo a curiosare per le tante cose del mondo. È vero, forse, fra qualche giorno, ricorderemo poco, ma nel momento in cui appaghiamo la curiosità e l’interesse …che totale felicità! Pazienza se il ricordo svanirà in parte molto presto.
Fra qualche decennio i fatti odierni saranno antichi e tutto ci verrà di nuovo miracolosamente in mente!
Un articolo appassionato che noi “over” leggiamo con grande partecipazione… ricordo gli ultimi tempi in cui ero al Coro del Lunedì. I canti imparati 30 anni prima vividi e presentissimi, gli ultimi… da rivedere, rimassare, re-imparare ogni volta!