CULTURA – La Contessa di Castiglione, la donna che contribuì all’Unità d’Italia

Di lei si dice che è la contessa più spudorata dell‘800 ma che ha aiutato a cambiare il destino dell’Italia del rinascimento. Virginia Elisabetta Luisa Carlotta Antonietta Teresa Maria Oldoini, cugina di Camillo Benso, Conte di Cavour, nota come la Contessa di Castiglione, possiede un temperamento vivace e una notevole bellezza. Fa della stravaganza una sua espressione fondamentale. Vive premature e numerose vicende amorose. Il suo aspetto le vale all’epoca l’appellativo di “donna più bella del secolo” e ciò sicuramente fa crescere senza limiti la sua vanità. Indossa abiti originali e audaci. La sua eleganza, sempre ricercata fin nei dettagli, costosissima, e il suo charme conquistano tutti. Non è un personaggio che ispira simpatia alle donne, anzi! Basta leggere qualche sua esternazione recuperata dalle pagine del suo diario: “Io sono io, e me ne vanto; non voglio niente dalle altre e per le altre. Io valgo molto più di loro; ogni donna ha il dovere di essere bella, non per sé, ma per gli altri. Per sé invece, deve essere ambiziosa, astuta e agguerrita”.
Ha la mania di sedurre chiunque. Lo ostenta senza problemi. Corteggiare e stuzzicare gli uomini con cui entra in contatto è un vezzo che non l’abbandonerà mai.
All’età di diciassette anni la bella Virginia va in sposa al Conte Francesco Verasis di Castiglione di dodici anni più anziano di lei. Con questo matrimonio, conquista la possibilità di trasferirsi a Torino nel palazzo dei Castiglione che fiancheggia la residenza dei Cavour. Gli da la possibilità di entrare a far parte della vita di corte di Vittorio Emanuele II di cui diventa intima amica. Non c’è ricevimento né evento mondano al quale non viene invitata grazie al suo fascino e al suo spirito. Separatasi presto dal marito che continuerà ad amarla tutta la vita, comincia ad intrattenere un gran numero di relazioni con esponenti dell’alta finanza, dell’aristocrazia e della politica. Ma è nel 1855 che Virginia entra veramente nella storia. Il cugino Cavour che sogna di far diventare il Piemonte una grande potenza, vuole convincere il Re a partecipare alla Guerra di Crimea e fare partecipare l’Italia al Congresso di Parigi. Vuole avere, in quella occasione, la possibilità di ottenere da Napoleone III un suo intervento in favore del Piemonte contro l’Austria. Intervento questo, necessario per la liberazione del Lombardo Veneto vero e proprio primo passo verso l’Unità d’Italia.
Cavour vuole l’Italia e ha bisogno della Francia. Pensa a la sua bellissima cugina e alla sua grandissima capacità seduttiva e per questo la invia a Parigi, in “missione speciale”, con il preciso obiettivo di sedurre l’imperatore francese Napoleone III e convincerlo ad appoggiare l’esercito piemontese nella Seconda guerra d’indipendenza. “Riuscite, cara cugina – le raccomanda Cavour, usate i mezzi che vi pare, ma… riuscite!”
Parzialmente stipendiata dai Servizi Segreti dei Savoia, si trasferisce nella capitale francese dove la sua bellezza è già ben nota. Per due anni Virginia di Castiglione diventa la regina di Parigi, delle feste, dei balli, delle cacce e del cuore dell’imperatore. Amore e politica diventano lo scopo della sua vita, e l’appartamento di avenue Montaigne dove vive, oltre che segreta alcova imperiale, è anche centro d’informazione e di intrighi.
Entra perfettamente nel suo ruolo di spia riuscendo a consegnare messaggi riservati, corrispondere, andare e venire liberamente tra la Francia e l’Italia, talvolta scavalcando il protocollo diplomatico. Usa persino un codice cifrato nella corrispondenza che tiene costantemente con il governo del Piemonte. Dopo pochi mesi, porta a termine la sua missione. Presto, comunque, la sua brillante immagine appassisce e cade in disgrazia. Non si arrende. Fra il 1861 e il 1867 si offre all’obiettivo dei fotografi alla moda Mayer e Pierson. La ritraggono a letto, o in pose teatrali, con le gambe nude fino al ginocchio; uno scandalo.
Piano piano si ritira dalla mondanità. Non accetta il tempo che passa e finisce i suoi giorni in solitudine e malinconia. Fa coprire gli specchi del suo appartamento parigino con un velo nero perché non riflettano più la sua bellezza perduta, chiudendosi in un voluto eremitaggio.
Sarà sepolta nel cimitero di Père Lachaise, dove ancora oggi riposa.

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2 Commenti
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Valerio Bernini
8 Ottobre 2020 17:05

Articolo molto interessante, che riconosce all’affascinante Virginia di aver dato un contributo all’Unità d’Italia.
Aggiungo, con il permesso dell’Autore, una curiosità: la nostra protagonista era figlia del Marchese Filippo Oldoini, prima parlamentare poi diplomatico (non molto apprezzato da Cavour, a differenza della figlia!), che rappresentò sia lo Stato Piemontese sia il Regno d’Italia appena costituito (nel 1862) a San Pietroburgo.
A partire dal 1848 i rapporti con la Russia erano molto contrastati e segnati da continue interruzioni. Tra l’altro, il Governo degli Zar impiegò anni a riconoscere il nuovo Stato italiano, nonostante l’impegno della nostra Diplomazia. Quello che, in particolare, San Pietroburgo non ci perdonava era la partecipazione alla Guerra di Crimea.
Dunque il Marchese Oldoini – in burrascosi rapporti con il Ministro degli Esteri russo Gorchakov – ebbe il suo bel da fare, nel tentare di ricucire i rapporti che la figlia aveva contribuito, grazie ai suoi successi con Napoleone III (sia pure su un terreno diverso!), a disfare.
Insomma, un classico nei rapporti Padri/Figli o Figlie, specialmente quando queste seducono degli Imperatori!

Marguerite de Merode
Reply to  Valerio Bernini
9 Ottobre 2020 17:33

Gentile Valerio, la ringrazio per aver completato, con le sue preziose informazioni, il testo scritto da me sull’affascinante Contessa. Il limite dato, per scelta, ai nostri articoli non ci permette sempre di allargare le informazioni che vorremo dare e la ringrazio molto per avere arricchito il mio racconto.
Marguerite de Merode