Definita come una delle donne più eleganti del dopo guerra, Pamela Churchill conosce un destino molto movimentato. Ogni passo della sua vita intensa sarà seguito dalla stampa di tutto il mondo. Questa straordinaria donna, campionessa del Gotha internazionale, elegante e determinata, nasce in una famiglia della piccola nobiltà inglese per concludere la sua esistenza come ambasciatrice degli Stati Uniti a Parigi sotto la presidenza di Bill Clinton. Pamela porterà tanti nomi. Per cominciare quello di suo padre Edward Kenelm Digby, undicesimo barone Digby di Geashill, Lord lieutenant del Dorset.
Le ambizioni della ragazza sono notevoli. Cerca orizzonti più vasti e portafogli ben guarniti. Già conosciuta dalla buona società londinese per essere una ragazza molto libera, viene presentata ad un incorreggibile scapolo, alcoolizzato, Randolph, figlio di Sir Winston e pecora nera della famiglia Churchill. Lui vuole sposarsi prima di partire in guerra e dare un erede alla famiglia e lei vuole conquistare un nome e una posizione sociale. Appena incontrati, lui le chiede la mano, con mente fredda, lei accetta, acquistando così uno dei nomi più celebri dell’Inghilterra del XX secolo. Sarà solo una prima tappa nella sua scalata verso un’esistenza “glamour”. Durante il periodo della guerra, Pamela passa molto tempo con il famoso suocero al numero 10 di Downing Street dove svolge il ruolo di hostess, dimostrando un talento eccezionale per mettere a proprio agio i grandi di questo mondo. Churchill la adora e non solo perché le dà un’erede di nome Winston, ma adora il suo spirito, la sua intelligenza. Suocero e nuora rimarranno sempre molto legati anche se il matrimonio sarà breve. Divorzierà molto presto da Randolph e molto presto comincia la sua intensa vita amorosa che farà dire di lei: “Come una grande giocatrice di scacchi, Pamela prepara le sue mosse con largo anticipo. Sa, sia dove stare sia come manovrare per impedire a chiunque di violare i suoi piani.” Diventa l’amante di W. Averell Harriman, erede della fortuna della Union Pacific Railroad, che era allora a capo della missione militare degli Stati Uniti a Londra. Trae da lui numerose informazioni di cui Churchill farà tesoro. Crea un salone battezzato il “Churchill Club” nel quale riunisce Ufficiali inglesi, americani, intellettuali londinesi e politici influenti. Quando Harriman viene nominato a Mosca diventa l’amica di un noto giornalista americano Edward Murrow con cui si trasferisce a New York nel 1945.
Dopo aver rotto con Murrow, si sposta in Francia. Lei sa che può contare sul suo nome “Churchill”, adulato a Parigi ancora di più che a Londra. Un’aristocratica straniera, dalla reputazione dubbia (avendo lasciato dietro di sé molti amanti danarosi) può trovare il suo posto in città, se non altro per la curiosità che suscita. Nominata “La più grande cortigiana del secolo”, nella capitale francese incontra il principe Ali Khan con cui inizia una relazione che permette a Pam di fare un clamoroso ingresso nella buona società parigina. Lui la lascia presto per l’affascinante attrice Rita Hayworth.
Per consolarsi parte in Costa Azzurra e inizia una lunga relazione con un giovane Gianni Agnelli. A 27 anni, l’erede della Fiat è bello e cinico. Orfano da tre anni, Gianni Agnelli conduce una vita dissoluta senza preoccuparsi troppo della gestione dell’azienda di famiglia. Pamela Churchill rappresenta un mondo in cui lui non ha avuto l’audacia di entrare fino ad allora. Lei sa che il nome di Churchill è una risorsa enorme per lo sviluppo dell’azienda automobilistica, la cui immagine era stata fino ad allora associata all’Italia fascista. Sa anche che la sua amicizia con il figlio di Franklin Roosevelt aiuterà la Fiat a entrare nel mercato americano. Missione compiuta: il marchio sperimenterà un grande successo finanziario in Nord America. L’entourage di Roosevelt ha anche fornito ad Agnelli collegamenti che gli hanno dato accesso a un gigantesco prestito di cui la Fiat aveva bisogno per riprendersi dalla guerra. Pamela si stabilisce con l’erede italiano al castello della Garoupe, a Cap d’Antibes. All’improvviso si mostra riservata e si è persino convertita al cattolicesimo aspettando da lui un impegno serio. Non sa che i piani del giovane Agnelli sono ben diversi e che intende sposare la principessa Marella Caracciolo di Castagneto. Agnelli per farsi perdonare della fine della loro relazione le regala un appartamento a Parigi e una Bentley. Ma Pamela non si perde d’animo e diventa presto l’amante di Elie de Rothschild con il quale avrà una lunga relazione benché lui fosse sposato con Liliane, figlia di un ricco banchiere. Si racconta che nel 1954, a una cena, Liliane era seduta accanto al duca di Windsor quando lui le chiese quale dei Rothschild fosse l’amante di Pamela Churchill. Lei pose la forchetta, alzò la testa e rispose in tono impassibile davanti a tutti gli invitati: “Mio marito, signore”. Finita la relazione con Elie de Rothschild, Pam diventa una figura sociale itinerante: gennaio e febbraio a Saint-Moritz, giugno a Parigi per la stagione del polo, luglio a Londra per il derby e agosto in Costa Azzurra. La sua lista di uomini si allunga: Stávros Niárchos il famoso armatore greco. Leland Hayward ricco produttore di Broadway che sposerà presto. Diventata vedova, recupera W. Averell Harriman conosciuto durante la guerra, e sposa pure lui, che, nel frattempo, è diventato Governatore dello Stato di New York e consigliere di politica estera per vari Presidenti.
Sempre attiva, Pamela ricrea un salone politico. “Aveva imparato presto le regole del gioco politico e come le persone si relazionano al potere. Ha un buon istinto per individuare le persone che potrebbero raggiungere il successo”. È durante una riunione politica che incontra Bill Clinton che la colpisce per la sua intelligenza e la sua innata capacità comunicativa. Pamela costituisce un gruppo di raccolta di fondi per il partito democratico nominato PamPAC di cui Clinton sarà il candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Bill Clinton vince le elezioni e, grato dell’incredibile impegno della donna, la nomina nel 1993 prima ambasciatrice donna degli Stati Uniti in Francia.
Nel 1997 muore di un’emorragia cerebrale che la colpisce a Parigi mentre sta nuotando nella piscina dell’Hotel Ritz. Alla sua morte il presidente francese Chirac la fa insignire della Gran Croce della Legion d’Onore. Dagli Stati Uniti, Clinton manda l’aereo presidenziale per riportare in patria la salma di Pamela, per la quale verranno organizzati i funerali di Stato. Notevole destino per la Digby, Churchill, Hayward, Harriman, (quasi begum con Ali Kahn, Niárchos, Murrow, Rothschild e non ultimo Agnelli) entrata in scena nella società come una piccola debuttante proveniente della campagna inglese e che parte per il suo ultimo viaggio a bordo dell’”Air Force One”!
Il personaggio è reso assolutamente unico: vuole amare e essere amata
(anche per poco) solo da personaggi già famosi. La sua storia è resa interessante sopratutto da una brava raconteuse come Marguerite.
Grazie Marco. Sono felice che mi definisci una brava “raconteuse”. Il personaggio ne valeva la pena! E poi questo suo aspetto così internazionalmente vivace, era poco conosciuto. Il percorso di vita della Pamela é stato veramente notevole!
Buongiorno,
interessante tutto, divertente ed interessante anche l’articolo su pamela Churchill
Pierluigi Tricò
Grazie mille. Cerchiamo sempre di raccontare storie non note. Secondo me, Pamela Churchill, è un personaggio non abbastanza evocato. Pensando sopratutto, come commenta Marco Travia, al ruolo importante che ha ricoperto nello sviluppo internazionale della Fiat.
Inoltre il suo percorso personale, anche se discutibile, è abbastanza sorprendente.
Un articolo esauriente e sintetico su una delle presenza più significative del secolo scorso.
La storia non è fatta solo dagli avvenimenti che leggiamo nei libri, ma anche dalla intelligenza e dalla capacità di mettere insieme le persone e farle sentire a proprio agio. Forse la FIAT non sarebbe stata il colosso internazionale che abbiamo conosciuto senza la sua opera di internazionalizzazione degli Agnelli, e forse il boom economico italiano avrebbe avuto delle sfumature molto più provinciali, senza lo sdoganamento verso il mondo anglosassone esercitato da lei.
lo stretto legame della FIAT con gli Americani è di prima della guerra, tanto che il senatore Agnelli si occupò lui direttamente delle aziende americane espropriate dal fascismo, rilasciandone ampio e dettagliato rendiconto alla fine del conflitto, e ricavandone un prestigio enorme al di là dell’Atlantico, ma sicuramente la personalità di Gianni Agnelli, decorato di guerra dal fascismo, si beneficiò moltissimo delle sue entrature e delle sue conoscenze in quel mondo. E in fondo noi italiani le dobbiamo una certa riconoscenza, perchè la tendenza politica durante la ricostruzione era verso una dimensione e un provincialismo sfrenato, a tutto vantaggio della preminenza e del dirigismo della politica.
un po’ come sta succedendo in questo periodo.
Grazie per il suo prezioso commento! Completa in modo molto interessante il mio articolo. Era un aspetto della vita della Churchill, così piena di energia (spesa in tanti modi), che avrei voluto poter sviluppare di più. Lei è riuscito a spiegare molto chiaramente il contributo spesso ignorato della Pamela all’opera di internazionalizzazione della Fiat.
La ringrazio!