Carlo Mollino nasce nel 1905 a Torino. Il padre è un affermato ingegnere che ha progettato l’Ospedale Molinette, al tempo il più grande ospedale italiano, grande come un quartiere.
Carlo Mollino si laurea in Architettura nel 1931 a 26 anni, ma prima della laurea va in Belgio e segue un corso di Storia dell’Arte che gli permette di sviluppare la sua fantasia ed il suo estro artistico. La sua architettura sarà di un rigore assoluto ma con guizzi di fantasia.
Mollino frequenterà artisti e intellettuali tra cui Maccari, sulla cui rivista pubblicherà un racconto a puntate. Mollino è pieno di interessi e curiosità e mescola un po’ tutto.
Le opere architettoniche di Mollino sono una dozzina, tra cui le più importanti sono: l’Edificio della Società Ippica, considerato un capolavoro e si inaugura nel 1940.
Mollino prende le distanze dall’architettura retorica fascista, i suoi progetti rompono gli schemi e vanno contro le regole, adopera la ceramica, la graniglia, i laterizi smaltati.
Di seguito progetterà l’Auditorium RAI, la Camera di Commercio e per ultimo il suo capolavoro indiscusso, il Teatro Regio ricostruito nel 1973, dopo l’incendio di trent’anni prima.
Le sue opere hanno una influenza futurista un po’ surrealista e forme “sinuose”.
Nel 1953 diventa Professore Ordinario di Composizione Architettonica al Politecnico di Torino: Mollino non è solo un Professore e un Architetto ma è uno scenografo per come progetta gli interni e poi è un designer, progetta mobili ma non lo fa per la grande industria.
Non ha mai lavorato per la famiglia Agnelli né con l’indotto FIAT, non ha mai fatto parte dei Baroni universitari ed è sempre stato tenuto un po’ ai margini perché ritenuto “eccentrico”.
Non entrava nel sistema e lui progettava “pezzi unici”. Creava i suoi mobili: letti, chaise longue, sculture in movimento, sedie, tavoli (tavolo arabesco che ricorda il corpo di una donna), lumi, poltrone (poltrona Gilda e poltrona Andrea), sempre pezzi unici che diventavano oggetti di culto, banditi dalle case d’aste. L’unicità dell’uomo, una individualità contro il sistema, un uomo d’ingegno e uno spirito libero. Famosa la storia del suo tavolo reale battuto da Sotheby’s nel 2005 ad oltre 3 milioni e mezzo di dollari!
Le sue opere sono esposte nei musei del mondo tra cui il MOMA, il Victoria & Albert Museum, il Centre Pompidou. Mollino è uno scultore che cerca l’innovazione delle forme e dei materiali e non insegue mai la produzione di serie.
Mollino è pieno di energia e talento e le sue passioni sono tante oltre l’Architettura. Gli aerei, ne avrà sette, prende il brevetto di pilota e sperimenta voli acrobatici. L’automobilismo, progetto una macchina, il bisiluro “Damolnar”, una fiammante vettura rossa con molta personalità con la quale partecipò come pilota alla 24 ore di Le Mans nel 1955. Lo sci, diventa Maestro e scrive un libro “Introduzione al discesismo” molto apprezzato dagli addetti ai lavori.
La fotografia, il suo libro sulla camera oscura del 1949 qualifica la fotografia come un’arte. Il suo progetto Polaroid si focalizza su nudi femminile di cui la maggior parte erotici.
Una delle sue case, quella sul Po’ con vista sulla Gran Madre, era adoperata come set fotografico e non è mai stata abitata Era il suo rifugio, una abitazione segreta dove venivano scattate le foto che dovevano restare private. Oggi è un Museo.
Spazio, corpo e velocità erano per lui ossessioni, I suoi lavori sono definiti flessuosi e sinuosi eliminava gli angoli ed era barocco e razionalista allo stesso tempo. Uomo al di fuori delle mode, sconcertava i più. Mollino vedeva oltre e captava le novità del suo tempo. Poco conosciuto perché ha realizzato poche opere, ha grande consenso tra gli addetti ai lavori.
Muore a Torino nel 1973, poco dopo l’inaugurazione del suo capolavoro assoluto, il Teatro Regio.
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