L’11 dicembre è stato inaugurato in Piazza san Pietro il presepio di fronte ad uno sparuto gruppo di autorità ed invitati e accompagnato dalla banda. Scarsi applausi.
Due incaricate hanno staccato malamente i brutti tendoni che lo nascondevano, ed allora…un grande pavimento nudo, rosso su cui troneggiano 20 statue di ceramica di dimensione naturale.
La Madonna appare come uno strano mixage fra il sarcofago di Tutankhamon e una matrioska russa, San Giuseppe ci riporta ad Assurbanipal, l’Angelo…. a un cavatappi. Ma ancora più inquietante la presenza di un boia incappucciato e di un astronauta. Sullo sfondo una specie di serpente di neon ci fa ricordare l’andamento del corona virus. Il tutto riparato dalle intemperie con una pensilina di metallo e vetro perfetta per una stazione di autobus.
Ci cadono le mascelle dallo stupore e non è un gioioso stupore. Il presepe proviene da Castelli, nota in tutto il mondo per la sua secolare produzione di bellissime ceramiche ed è frutto del lavoro decennale (1965- 1975) di insegnanti e studenti dell’Istituto Statale d’Arte F.A. Grue.
Composto da ben 54 pezzi (inclusi un rabbino e un islamico) che sono stati esposti negli anni anche a Gerusalemme e a Tel Aviv. A Piazza San Pietro una rappresentanza ridotta.
La data della sua creazione ci può spiegare la presenza del boia (abolizione della pena di morte) e dell’astronauta (discesa sulla luna), ma il presepio non dovrebbe essere una cronistoria. Non ci sono stati piazzati soldati durante le guerre o treni per la prima circumvesuviana.
Si è scatenata la stampa: scarsi gli entusiasti fra i quali Ottavio Bucarelli, Pro-Direttore del dipartimento Beni Culturali della Gregoriana.
RARI NAUTES IN GURGITE MAGNO!
Andrea Cionci (storico dell’arte) apre il suo articolo con un “INCUBO o CAPOLAVORO?” E mi sembra allineato sulla prima ipotesi.
Sgarbi tuona: ”Non guardate la Madonna, non San Giuseppe e nemmeno gli animali. SEMPLICEMENTE NON LO GUARDATE!”.
Cristina Siccardi, di Corrispondenza Romana, parla di “Sciagurato Presepe e orribili e indigeste figure“.
Perfino il Papa secondo la agenzia Reuters ha invitato nella preghiera della settimana precedente a visitare i presepi nel colonnato (tutti rigorosamente classici!!) e non ha menzionato quello sulla Piazza. Svista o….? E comunque non ha partecipato all’inaugurazione.
Di quanto ha detto il Monsignor Viganò, ex Nunzio non si può nemmeno parlare! È troppo.
Su Facebook una serie infinita di aspre critiche. Il minimo che è stato scritto è che è un “Presepe di Guerre Stellari“.
Solitario l’appello del sindaco di Castelli. Che disperatamente cerca di difendere la Capitale Mondiale della Maiolica. Ma certamente non è contro Castelli che nei secoli ha prodotto vere opere d’arte che la stampa si è scatenata ma su questo particolare oggetto della sua produzione e ancor più della sua collocazione. Bene In giro per il mondo come curiosità, o se vogliamo, come opera d’arte, ma non come sostituto di un presepe classico a Piazza san Pietro.
La sua richiesta ai giornalisti è “parlate nel GIUSTO MODO del nostro Presepe, che, se SPIEGATO non potrà che conquistare chiunque.”
Ora, esattamente nel “suo” giusto modo ogni giornalista ha parlato. Quanto allo SPIEGARE…
Spiegare un presepe????
Abbiamo negli anni accompagnato nelle chiese in atmosfere magiche accentuate dalla penombra, i nostri figli o nipoti, a guardare incantati i presepi. La capanna, e la Sacra Famiglia. Sopra il tetto un angelo. Casette illuminate e Magi e cammelli esotici, lontano, e pastori, vicini, con greggi di pecore. Il finto fuoco, la cometa, il ruscello con l’acqua che scorreva. Il tutto accompagnato in sottofondo da musica di Natale.
Tanta gente accalcata per guardare e quando si arrivava finalmente alla prima fila era un incanto. Nel nostro piccolo abbiamo cercato di copiare alla meglio con montagne di cartapesta e laghetti con lo specchio della nonna, ghiaia del giardino e muschio. Ed ogni anno un nuovo pezzo, una nuova casetta, nuovi personaggi. Prendevano vita le illustrazioni dei libri di religione.
Quello di Piazza san Pietro, io non sono in grado certamente di definirlo o meno un’opera d’arte, ma certo il presepe è qualcosa di molto diverso.
Non richiede spiegazioni. Il sentimento non ne richiede, l’emozione nemmeno.
A me piace sempre come scrivi, Lalli. Ma di questo tuo articolo ho soprattutto apprezzato la misura con cui hai fatto capire ciò che pensi senza precludere una opinione diversa. Andrò a vedere il “presepe”. Fosse anche soltanto una opera d’arte…
Lalli, quanto mi piace quello che scrivi e come lo scrivi. Perfetto questo articolo sulla mostruosità di quel presepe e sulla infamia di averlo messo in primissimo piano nella Piazza San Pietro, quella piazza che con le su braccia aperte manifesta plasticamente la accoglienza universale (cattolica) della Chiesa.
Concordo in toto con l’autrice!