La Lampadina/Racconti – T come Tempo

T  come Tempo
di Mei de Carli Indri

dal volume
QUESTIONI DI CU(O)RE
Al tempo del Covid 19

 

 

3 aprile 2020

Se alla strausata parola VIRUS aggiungiamo una specie di crocetta, la facciamo risorgere come VIRTUS, cioè virtù….magia della lettera T come TENEREZZA, TRASPARENZA, TOLLERANZA… e chi se la dimentica la formula triplice di Padre Luciano, il maestro di tutti noi! T come TOSSE, TEMPERATURA, TAMPONE l’inquietante tripletta che accompagna le nostre giornate e rende incubose le nostre notti. T come TEMPO, TATTO, TALENTO che ho coniato io, qualche anno fa per indicare gli elementi fondanti di un rapporto di consulenza. E cominciamo con la T del tempo. Abbiamo detto che il greco classico, proprio quella lingua che in una parola fa convergere tanti significati per la gioia di chi la traduce, per il tempo si sbizzarrisce in più vocaboli: kronos il tempo lineare, kairos ii tempo dell’occasione, kiklos il tempo circolare e skopos il tempo finalizzato a qualche cosa. L’italiano invece, pur avendo una maggiore ricchezza lessicale, con la parola tempo include sia la dimensione atmosferica (che tempo che fa) che la dimensione temporale vera e propria. Ma anche quest’ultimo lemma ha tre significati, relativi al tempo, alla meteorologia e alla anatomia… (temporale è infatti un osso del cranio.) Kronos, da cui la parola cronologia, è il tempo lineare e diversamente dagli altri lemmi era rappresentata da una vera e propria divinità, il dio Crono appunto, uno dei Titani figlio di Gea la terra e di Urano il cielo, dio della fertilità del tempo e dell’agricoltura. Che poi lo stesso Crono, su suggerimento della madre Gea, abbia evirato il padre nel sonno, sottolinea la valenza ambigua del tempo, che feconda e inaridisce. Kronos è dunque il tempo lineare, quello che attualmente viviamo in maniera molto particolare. QUANDO? È in assoluto la parola più frequente oggi. Quando finirà tutto questo? È la domanda che continuamente viene posta agli scienziati e ai politici, ce la facciamo reciprocamente in attesa che qualcuno ci dia una risposta, una data qualsiasi che ci consenta di calibrare le nostre forze, di spendere piano piano la nostra virtù della pazienza. Ma l’unica risposta valida su un piano di realtà è una sola ed io sono in grado di darvela… udite udite: “Sarà finito quando sarà finito.”

In fondo è la stessa risposta che diamo noi analisti ai pazienti quando ci chiedono quanto tempo ci vorrà per uscire dal buio del loro tunnel…”Ci vuole il tempo che ci vuole.” Non perché vogliamo essere criptici o misteriosi, ma perché non esistono, come nella situazione di adesso, dei dati di realtà certi e le variabili sono troppo numerose per consentire una risposta onesta. Quando sarà finito non è poi solo una domanda ma anche una premessa …Quando sarà finito allora e via partono le ipotesi, i sogni, le speranze, le aspettative i progetti o ..le catastrofi, l’apocalisse, le tempeste e gli uragani a seconda se siamo in una fase più depressiva o maniacale. Per i bambini piccoli, quelli a cui la mancanza della facoltà di ragionamento astratto non consente di proiettarsi in una dimensione temporale alternativa al presente, la comprensione del dopo è particolarmente complicata. Esistono proprio per questo i calendari dell’avvento, con tanti sportellini da aprire in attesa del Natale. Ogni giorno se ne apre uno e cosi, venendo a contatto con una dimensione concreta il tempo dell’attesa più facilmente accettato. Ora non c’è un calendario dell’avvento, ma i genitori, se ne avranno il tempo e la voglia, potranno inventare e costruire, magari con loro, tanti piccoli calendari sportellosi in attesa della Pasqua, del compleanno o dell’onomastico di qualche membro, umano e non, della famiglia. Questo potrebbe dare ai bambini almeno un piccolo aiuto nella strutturazione del tempo futuro che altrimenti è come un grande buco nero in cui hanno paura di perdersi. Sarebbe molto utile inoltre, sempre se i genitori ce la facessero, scandire i tempi della giornata con delle abitudini ripetitive… tipo alla mattina le attività che possono ricordare la vita dell’asilo, i tempi del gioco, e dell’attività motoria. Per i più grandi ci sono le lezioni on line, ma i pomeriggi vuoti andrebbero organizzati secondo le modalità di prima, altrimenti impazza la tv e lo smartphone di mamma.
Anche le persone anziane hanno difficolta nella nuova gestione del tempo prima occupato in tante attività extradomestiche o nell’accudimento dei nipotini; spesso nella monotonia del quotidiano si confondono e non sanno bene che giorno sia della settimana e del mese. Anche loro dovrebbero essere aiutati a organizzare il tempo così lungo e cosi uguale delle loro giornate, altrimenti è molto forte la tendenza alla trasgressione, cioè a inopportune passeggiate e spesucce quotidiane davvero pericolose per chi è, come loro, particolarmente a rischio. L’alternativa, altrettanto pericolosa, e quella di raggomitolarsi sul divano davanti alla tv e farsi inondare da notizie e talk show, con il rischio di mandare a mollo i neuroni. A fronte del troppo tempo vuoto di molti esiste il tempo troppo pieno di altri. Pensiamo alle coppie che lavorano da casa a tempo pieno in remoto (e sotto questo punto di vista sono in realtà privilegiati) ma che hanno anche uno o più bambini piccoli da accudire. Nel 99% dei casi sono rimasti senza l’aiuto della colf, della tata, della babysitter o più normalmente di quello assai prezioso e soprattutto gratuito dei nonni. Come prima, anzi molto più di prima, le donne devono sfruttare la loro abilità multitasking (cioè quella dei software di compiere più programmi in contemporanea) e assomigliare, come se fossero dei cloni, agli uomini orchestra, cioè quelli che suonano anche 12 strumenti in contemporanea. Ma se le donne sono programmate per farlo, possedendo un corpo calloso largo come una autostrada a tre corsie, per gli uomini è oggettivamente e incolpevolmente molto più difficile dato che loro sono programmati per agire solo all’interno di un unico emisfero, poiché iI loro corpo calloso è largo come un sentierino di montagna. Noi donne siamo multitasking e un po’ pecione, i nostri compagni sono efficientissimi e precisetti. Ma adesso, in questo cambiamento epocale, anche gli uomini sono chiamati ad affrontare più cose contemporaneamente, perché lo impongono le circostanze e perché le richieste del vivere quotidiano in reclusione richiedono disponibilità e collaborazione senza le quali non è possibile sopravvivere. Cosi con l’esercizio anche maschile del multitasking si vedrà che magicamente si allargherà anche il loro corpo calloso e sarà una conquista epocale per tutti maschi e femmine, paragonabile soltanto alla scoperta della possibilità di opposizione del pollice!

Se interessati ad acquistare il volume, a scopo benefico, scrivete a cfdrovigo@gmail.com
Per saperne di più: – Centro per la Formazione e la Consulenza della Coppia e della Famiglia Odv (centrofamiglia.info)

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