Articolo di Federico Stacchini, Autore Ospite de La Lampadina
Oggi tutti usiamo user id e password per operazioni bancarie e acquisti sicuri sul web, ma la crittografia è nata molto tempo fa.
Plutarco racconta che Sparta cifrava i messaggi militari con la Scitala, un testo scritto su un nastro di cuoio leggibile solo se avvolto intorno ad un bastone di una certa lunghezza in possesso dei generali.
Svetonio scrive che Giulio Cesare inviava messaggi ai suoi comandanti cambiando ogni lettera del messaggio con la corrispondente terza lettera successiva dell’alfabeto.
Nel 1400 Leon Battista Alberti inventò il Disco cifrante, una macchina con due dischi concentrici, uno fisso ed uno mobile con un alfabeto disordinato, ruotando il quale si costruivano parole che potevano essere lette in chiaro solo disponendo del Disco cifrante.
Arthur Scherbius, un tedesco, nel 1918 riprese l’idea di Leon Battista Alberti e realizzò una macchina a rotori, Enigma, per criptare i messaggi industriali. Adottata anche dall’esercito tedesco, Scherbius non seppe mai che la sua invenzione avrebbe condizionato l’esito del Secondo conflitto mondiale perché nel 1929 morì cadendo da cavallo.
La macchina Enigma era simile ad una macchina per scrivere con tre rotori, ognuno dei quali aveva le 26 lettere dell’alfabeto. Tutti i reparti, le navi e le basi aeronautiche tedeschi disponevano di Enigma. Ogni giorno venivano modificate le prime tre lettere dell’alfabeto sulle quali posizionare inizialmente i tre rotori. Pertanto ogni lettera digitata si “trasformava” in una lettera criptata senza alcuna logica se non quella di un accostamento meccanico dei 26 contatti dei tre dischi producendo 158 962 555 217 826 350 000 possibili combinazioni.
I servizi segreti polacchi, che già presagivano una possibile invasione tedesca, ottennero i segreti di Enigma, ma non la macchina. Il capo dell’intelligence, Marian Rejewski, riuscì comunque a decifrare i messaggi tedeschi realizzando nel 1938 la Bomba, una rumorosissima macchina elettromeccanica che ricostruiva la posizione iniziale dei rotori di Enigma, quindi consentendo la decodifica di tutti i messaggi della giornata.
Due settimane prima dell’invasione della Polonia, la Bomba fu portata in Inghilterra, a Bletchley Park, una tenuta vicino Londra, ove venne organizzato dall’Ammiragliato e dal MI1 britannici un centro di intercettazione e decifrazione dei messaggi tedeschi a cui hanno lavorato per tutta la durata del Conflitto mondiale fino a 12.000 persone contemporaneamente, l’80 per cento donne (Dilly’s Fillies).
Furono reclutate persone provenienti dalle più varie formazioni: militari, matematici, fisici, storici, linguisti, papirologi, campioni di scacchi, esperti di cruciverba, segretarie, ragionieri. Tra le “reclute” vi era anche il grande matematico Alan Turing da Cambridge, il quale ebbe un ruolo chiave adattando la Bomba alle varie modifiche che i tedeschi via via apportavano ad Enigma nel corso della guerra.
Nel 1941, dietro suggerimento di Ian Fleming (quello dell’agente 007!), la Marina britannica con una brillante operazione riuscì a catturare un sommergibile tedesco in Atlantico equipaggiato di una macchina Enigma, del suo manuale d’uso e soprattutto delle tavole per il posizionamento quotidiano delle lettere dei rotori.
La cattura rimase un segreto per tutta la guerra ed il gruppo di Bletchley Park poté decifrare la gran parte dei messaggi all’insaputa dei tedeschi.
Verso la fine della guerra, i messaggi tra i più alti comandi germanici furono trasmessi con una nuova macchina cifratrice Lorenz che però fu anch’essa subito “forzata” dagli inglesi con Colossus, il primo computer elettronico programmabile nella storia dell’informatica, ideato da Max Newman e realizzato da Tommy Flowers. Alla fine della guerra la macchina Colossus fu distrutta. Solo in tempi recenti ne è stata costruita una replica funzionante oggi esposta nel Museo Nazionale dell’Elaborazione, ospitato a Bletchley Park.
Dopo la guerra, Turing dirottò gli studi verso la cibernetica e scrisse importanti articoli già prevedendo il rilevante sviluppo del calcolo automatico che in effetti si realizzò nei decenni successivi. Nel 1946 propose l’Automatic Computing Engine, un motore di calcolo che però non fu preso in considerazione per gli alti costi.
Nonostante gli enormi meriti a lui attribuibili, nel 1952 gli inglesi arrestarono Turing per omosessualità e lo condannarono alla castrazione chimica cui seguì il suicidio. Accanto al suo corpo fu trovata una mela con un morso. È una delle tante ipotesi formulate per spiegare la possibile origine del simbolo che oggi ritroviamo sui laptop di una famosa azienda americana di computer.
Turing è stato riabilitato. La Royal Mail stampò in suo ricordo un francobollo che ritrae una Bomba, nel 2013 la regina Elisabetta gli ha concesso la grazia postuma e nel 2019 la Bank of England ha annunciato la decisione di ritrarre Alan Turing sulla nuova banconota da 50 sterline.
Incredibilmente interessante!