ABBIAMO OSPITI/ROMA – L’acqua miracolosa di Santa Maria in Via

Articolo di Nicoletta Fattorosi Barnaba, Autore Ospite de La Lampadina

Oggi facciamo insieme un passo indietro nella storia per trovarci nella Roma del XIII secolo, tra il rione Trevi e Colonna, nella parte bassa della città, che si trova presso la via Flaminia, oggi Corso. La città è contenuta nella cerchia delle mura aureliane, ma delle affollate strade e dei molteplici edifici della Roma imperiale resta poco. Gli scavi occasionali avvenuti in vari punti, ma soprattutto al di sotto dell’attuale Galleria Colonna per l’apertura di sottopassaggi pedonali, hanno riportato alla luce un intero quartiere, costituito da grandi edifici in mattoni a più piani, preceduti da un porticato a pilastri sul quale si aprono le botteghe.
Nel medioevo però la situazione è ben diversa. Gli spazi vuoti, dovuti alle devastazioni barbariche e all’abbandono, hanno lasciato il posto ad orti e frutteti che i cittadini hanno usato per coltivare quanto a loro serve e quanto possono vendere; c’è chi, dove può, costruisce delle stalle per ospitare cavalli, ma anche maiali e mucche per avere carne e latte. La nostra città assume quel carattere tutto suo che la lascia sospesa tra un paesaggio campestre e uno cittadino, aspetto che per secoli la caratterizzerà.
I secoli del Medio Evo registrano una forte diminuzione di abitanti in città, ma grazie alla presenza dell’acqua condotta in zona dall’acquedotto Vergine, che non ha mai cessato la sua attività, questa zona non è stata del tutto abbandonata. La nostra chiesa si erge tra campi e orti e guarda la colonna di Marco Aurelio. I due monumenti si fronteggiano sottolineando la storia di Roma: l’Impero che cede il passo alla Cristianità, monumenti che fanno Roma e che hanno dato ai romani la consapevolezza della storia eterna che caratterizza la loro città.
Torniamo alla nostra storia di fede e di folclore. Siamo nella notte tra il 26 e il 27 settembre del 1256, in una stalla situata accanto alla casa del cardinal Capocci, posta in una strada che prende il nome dalla chiesa di cui vi stiamo per raccontare la storia: Santa Maria in Via, un luogo che oggi, in situazione normale, descrivere caotico è un eufemismo.
È notte, abbiamo detto, non si è certi se un servo del cardinale Pietro Capocci, per sbaglio o deliberatamente, getti nel pozzo della stalla l’immagine della Madonna dipinta su una tegola, improvvisamente le acque traboccano abbondanti e riportano in superficie l’immagine della Madonna, allagando la stalla dove erano i cavalli del porporato. Questa la cronaca dell’evento: “…Spaventati, i cavalli cominciarono a far strepito. […] accorsero i mozzi […] si avvidero che sulle acque alte più di un palmo dal parapetto del pozzo, galleggiava, quasi leggiero legno fosse, una tegola sulla quale venne veduta l’immagine di Maria. […] riputarono migliore consiglio avvisarne l’Eminentissimo loro padrone, […].” 

Il cardinale accorre, meravigliato dal prodigio, si inginocchia e inizia a pregare la Madonna, si alza quindi cerca di prendere quella pietra che i suoi stallieri invano avevano cercato di afferrare e la sacra immagine si ferma tra le sue mani. Nel frattempo, l’acqua immediatamente rientra nel pozzo. Tutti si inginocchiano ed inneggiano a Maria

Il giorno seguente il cardinal Capocci si reca dal papa, Alessandro IV, per raccontargli l’evento e chiedere il permesso di costruire una cappella in onore della Vergine. Dopo le dovute verifiche, il permesso è accordato e la stalla diventa una chiesetta dedicata alla Madonna del Pozzo. Il papa decide di portare in processione l’immagine sacra per le strade circostanti la stalla. Da allora, la sorgente del pozzo ha continuato a zampillare, attirando ancora oggi pellegrini da tutto il mondo, che bevono questa acqua con fiduciosa devozione e la portano a congiunti e conoscenti infermi.
L’immagine della Vergine risalirebbe alla scuola pittorica romana del XIII secolo.

La chiesa di Santa Maria in Via verrà ingrandita nel XVI secolo, dopo che Leone X ebbe affidato all’ordine dei Padri Serviti la custodia della chiesa. La cappella della Madonna è situata a destra dell’entrata, costruita intorno al pozzo. La scelta di questo ordine, da parte del pontefice, è stata quasi obbligata infatti il cardinal Capocci era stato un estimatore dei sette mercanti fiorentini, conosciuti come i sette santi fondatori, che avevano dato vita, nel 1233, all’Ordine dei Servi di Maria.
I Serviti affidano la riedificazione a Francesco da Volterra e a Giacomo Della Porta, la facciata iniziata da Martino Longhi il Vecchio nel 1594 è terminata da Carlo Rainaldi nel 1670. L’interno è ad una sola navata, l’insieme è una delle più belle chiese della Roma Barocca.
La motivazione dell’appellativo in via, attribuito alla chiesa, è di incerta origine, si pensa alla via Lata (oggi Corso) del IV secolo, che sostituì il nome della via Flaminia, che passava lì vicino, oppure perché l’edificio era in via, proprio in mezzo alla strada; altri pensano che essendo vicina una vinea, vigna, potesse essere stata la deformazione della parola latina.

La Madonna del Pozzo, come è conosciuta a Roma, è detta anche la piccola Lourdes romana, la Sua acqua è spedita in tutto il mondo e ottempera alle richieste dei milioni di fedeli che cercano una risposta alle loro esigenze di fede e non solo.
Nel periodo delle festività natalizie l’Associazione Italiana Amici del Presepe (associazione cattolica fondata a Roma il 29 novembre del 1953 con l’intento di radunare tutti coloro che sono appassionati all’arte del presepe affinché possano tramandarne le tecniche e le tradizioni ad esso legate) mette in mostra presso questa chiesa un Presepe antico, tra i più famosi di Roma, ed altri presepi vengono esposti nel chiostro.

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3 Commenti
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Marina Binda
8 Marzo 2021 18:27

Carissimi, mando questo bell’articolo al parroco di Santa Maria in Via che è un mio caro amico. Sarà sicuramente contento.

8 Marzo 2021 17:16

Grazie Carlo e grazie a tutti coloro che hanno contribuito a questo numero.

Sono rimasta affascinata della storia di Santa Maria in Via. Quante storie nasconde Roma anche a chi ci vive da sempre. un caro saluto a tutti.

Elisabetta Vitalini Sacconi
8 Marzo 2021 15:54

Che storia straordinaria, andrò a vedere la chiesa, non credo di esserci mai entrata!