Ciò che occorre per dormire è anzitutto avere sonno; il resto è accessorio, senza voler togliere dei meriti al letto, al divano, all’amaca o altro. Sono state dedicate piazze, statue, vie a tanti inventori anche di cose minuscole senza che nessuno abbia eretto un monumento all’inventore del letto. Forse la gloria di questa invenzione spetterebbe ad Adamo ed Eva, ma il primo letto si sarà ridotto ad una bracciata di foglie secche. E poi Adamo ed Eva hanno già raggiunto una certa notorietà per questioni di livello ben diverse. Successivamente la necessità avrebbe imposto agli uomini primitivi di comporsi un letto sui rami degli alberi per eludere il pericolo delle fiere. Più tardi i nostri antenati avrebbero steso la pelle di qualche animale ucciso a caccia e così attraverso una serie di trasformazioni siamo giunti al letto attuale.
Ma vediamo qualche dettaglio di “letti storici”. Il letto del Re Sole era un vero trono. La sua celebre frase “L’Etat c’est moi” riteneva che tutto il mondo fosse in suo arbitrio e anche dormendo voleva mantenere la propria gerarchia. Il suo letto aveva la forma di un trono, con baldacchino e balaustra.
A Napoleone piacevano invece i letti semplici, secondo l’abitudine da lui acquisita in Corsica nei suoi anni giovanili quando il suo letto non era comodo e certamente non ricco. Durante le continue campagne guerresche Napoleone dormiva poche ore e si accontentava di letti assai modesti. Alla presa di Mosca rifiutò lo splendido letto che pochi giorni prima occupava lo zar Alessandro I nel Cremlino. Anche il letto in cui morì a Sant’Elena era un modello di sobrietà. Netto contrasto con la sua attitudine alla grandezza ed al sublime fino alla necessità sempre più urgente via via che Bonaparte ascendeva al potere assoluto di avere un Santo eponimo. Fu una iniziativa di chiara origine politica e propagandistica per alimentare il culto della persona dell’Imperatore. Così nel “Almanach National” nel 1802 faceva la sua comparsa un nuovo Santo, San Napoleone. Il culto per san Napoleone fu imposto per decreto nel febbraio 1806 e fissò la festa del Santo per il 15 agosto, giorno del compleanno dell’Imperatore. Le critiche mosse dall’infondatezza del culto furono messe a tacere da ricerche erudite da parte della Biblioteca Ambrosiana di Milano che rintracciò in diverse fonti agiografiche le memorie di San Neopolo/Neapolo martire ad Alessandra d’Egitto, il cui nome aveva subito una trasformazione in età medievale diventando Napoleone.
L’Imperatrice d’Austria, Maria Teresa, morì nel suo magnifico letto anch’esso con baldacchino nel 1780 dopo un regno lungo e glorioso. Il suo orgoglio maggiore, che la rese affezionata per tutta la vita a quel letto, si riassume nella frase che ripeteva ogni volta che un personaggio visitava la sua camera: ”In questo letto ho dato alla luce diciassette figli”. Questo la colmava di orgoglio.
Il letto oggi è spesso una postazione di lavoro. Nell’ultimo periodo con lo smart working sono cambiate tante cose e per alcuni questa è stata una di quelle. La camera da letto può rivelarsi l’unica stanza con il silenzio necessario a concentrarsi e fare video chiamate. Secondo gli esperti di psicologia del benessere ci si dovrebbe attenere ad una igiene del sonno e non contaminare l’ambiente dove si dorme portando a letto il lavoro delle email, le chiamate, i fogli etc. perché questo suggerisce al nostro cervello che quello non è il posto dove si riposa ma dove essere produttivi e questo si ripercuote sulla qualità del sonno. Ma lo sappiamo a volte ci si deve adattare alle circostanze, eccome.
Oggi non sappiamo molto dei letti dei potenti del mondo. Sicuramente per loro il letto non sarà una postazione di lavoro, ma quello che è certo è che non avranno un letto tanto più confortevole di quello di qualsiasi mortale della classe media. Ma poi come dicevamo al principio di questo articolo, quel che è più importante per dormire è… avere sonno!
Piacevole elenco di curiose informazioni. Una mia cara amica contessa che vive nella sua splendida tenuta nel veneto riceve gli amici a letto. Sontuosamente come in un tempo antico antichissimo sparito ma non del tutto…
Brava, bell’argomento, grazie