“Ho dormito con te tutta la notte, mentre l’oscura terra gira con vivi e con morti…”
Pablo Neruda (La notte nell’isola in “I versi del capitano”)
Quel giorno d’estate, il 4 agosto 1939, sarebbe rimasto impresso nella memoria di duemila spagnoli che partirono da Paulliac (Francia) verso un paese stretto e remoto. Un paese aggrappato alle montagne per non cadere in mare. Un paese del quale nulla sapevano. Pablo Neruda lo definì un “lungo petalo di mare e vino e neve”, il Cile.
La nave Winnipeg, una vecchia nave di circa 5.000 tonnellate che usava trasportare merci dall’Africa ed era servita anche per trasportare le truppe durante la prima guerra mondiale, fu frettolosamente rimessa in sesto ed approntata con letti a castello, cucina, mensa ed infermeria per accogliere i 2.000 spagnoli repubblicani fuggiti dalla dittatura franchista in Francia dove erano internati in campi di concentramento durissimi.
Il corridoio umanitario fu promosso ed organizzato dal poeta Pablo Neruda all’epoca di anni 34 e diplomatico tra Francia e Spagna. Il suo prestigio era già allora sufficiente a convincere il Presidente del Cile Pedro Aguirre Cerda ad accogliere i maltrattati patrioti spagnoli finiti nei campi di concentramento francesi.
Il Cile era un paese povero, dove la disoccupazione era all’ordine del giorno ed aveva da poco subito un terremoto che aveva fatto 28.000 vittime e lasciato moltissimi senza tetto. Moltissimi erano gli oppositori a questa iniziativa umanitaria. Nonostante tutto il Presidente decise con gesto generoso di voler accogliere i rifugiati. Quel 4 agosto del 1939 arrivarono sul molo di Paulliac treni e camion stipati di persone, i più usciti direttamente dai campi di prigionia affamati e debilitati. Gli uomini e le donne essendo stati separati nei campi di prigionia si ritrovarono e si riunificarono famiglie in un clima di forte emozione.
Pablo Neruda e la moglie Delia del Carril vestiti di bianco dirigevano le operazioni di identificazione. Venne stabilito per velocizzare i visti di fare dei visti collettivi. Si facevano delle foto di gruppo degli spagnoli e una volta sviluppata la foto si ritagliavano le facce e le attaccavano sui moduli. I volontari sul molo consegnavano a ognuno del cibo e prodotti per l’igiene. I bambini ricevettero vestiti e scarpe.
Per finanziare l’impresa, Pablo Neruda raccolse donazioni da tutta l’America Latina ed anche dagli artisti suoi amici come Pablo Picasso. Un grosso aiuto arrivò dai quaccheri statunitensi.
All’imbrunire con l’alta marea, la nave Winnipeg salpò in un clima di grande emozione. Sul ponte alcuni piangevano ed altri intonavano canti catalani, consapevoli che non avrebbero facilmente rivisto il loro paese. Pablo Neruda scriverà: ”Che la critica cancelli tutta la mia poesia se le pare ma questo poema che oggi affido alla memoria non potrà cancellarlo nessuno”.
Il 3 settembre del 1939, giorno dell’arrivo in Cile della Winnipeg in Europa scoppiò la seconda guerra mondiale. Tra la folla sul molo ad accogliere la Winnipeg con a bordo gli esuli, le autorità del governo cileno tra cui un giovane Ministro della Sanità, il medico Salvador Allende. Tutto questo e molto, molto altro nel romanzo storico di Isabel Allende “Lungo petalo di mare”.