Una mia amica che, normalmente, al suo rientro a casa, domanda al suo cane, con cui parla di continuo, come sia andata la giornata, è stata recentemente sentita chiedere al cane, durante un viaggio in macchina “Pizzirì, ti piace più l’Umbria o le Marche?” Il cane non ha risposto, ma gli altri passeggeri sono rimasti in un silenzio sbigottito.
Chiamata ai pompieri. Una signora angosciata. Il suo Peter è rimasto chiuso in casa e lei non ha più le chiavi. La rassicurano. Arrivano subito. Montano la scala esterna. Per sbaglio, cercando di entrare dalla finestra, sfondano il vetro del condomino del piano di sotto che si affaccia sbraitando infuriato. Riprovano dal pianerottolo con la solita radiografia e scuotendo forsennatamente la porta. La padrona di casa, sdraiata sul pianerottolo, sussurra nello spiraglio:
“Tranquillo Peter, fra poco esci!”
Un pompiere impietosito cerca di tranquillizzarla:
”Signora stia tranquilla fra poco abbraccia il suo bambino!”
“Bambino? Ma è il mio cane!”
Nel salotto di casa loro, con i miei nipoti, seduta sul divano. Davanti a me i loro tre cani mandano ululati lamentosi. Chiedo: “Ma che hanno oggi?” Con aria di sufficienza “Ma nonna, stai seduta al loro posto!” Come non capirlo? dicono le loro facce.
Mi alzo, piena di peli bianchi sul golf nero e neri sui pantaloni bianchi, e i tre, come razzi, recuperano le loro postazioni.
Storie di cani… anzi di chi ama i cani.
Al Pincio un enorme cane peloso accompagna un ragazzo minuto mentre un bassotto cammina praticamente sotto le suole di un altissimo signore. Un levriero magrissimo, cui si contano le costole, trascina, come un forsennato, una ragazza un po’ pingue. Padroni totalmente diversi dal loro amico canino. Si perché i cani si scelgono anche per attrazione verso il simile o il totalmente diverso.
Diverse le motivazioni per decidere il tipo di cane da accogliere in casa. Una cosa seria. Seria come un matrimonio perché, almeno che non si tratti di persone inqualificabili, che poi li abbandonano, la loro compagnia durerà per tutta la loro vita.
Vecchi studi hanno dimostrato che i padroni vanno col tempo assomigliando ai loro cani non solo caratterialmente ma, anche, fisicamente. Un bulldog segue un anziano: ambedue guance cascanti e gambe storte. Un barboncino infiocchettato è assolutamente simile alla sua riccia e altrettanto infiocchettata padrona. Un signore dalla faccia triste si accompagna ad un tristissimo cocker che trascina le orecchie per terra. Un beagle scatenato gioca senza sosta con un frenetico ragazzetto.
Entrano in casa, a volte, su richiesta di figli che, dopo averli ficcati nella carrozzina delle bambole ed averli torturati per pettinarli con manine infantili…non se ne occupano più.
Legame antico quello fra uomo e cane. Una volta compagno di lavoro, poi di sport e di gioco. Prezioso amico e vigile presenza in periodi difficili, compagno di giochi sfrenati, sollievo di molte solitudini. Aiuto nella Pet Therapy. La sua presenza è stata ritenuta talmente importante per la guarigione dei bambini da permettere il suo ingresso negli ospedali pediatrici.
Ma non solo compagni di giochi e sport, anche gran ruffiani. Si sostiene infatti, da più parti, che un cane di qualsiasi genere al guinzaglio faciliti gli approcci, faccia “rimorchiare” insomma. Basta un complimento o una domanda sul cane, quale che sia, brutto o bellissimo e…il ghiaccio è rotto.
In caso di urgente necessità di stabilire nuovi rapporti sociali si può anche chiedere un cane in prestito. Ma occorre una preparazione. Bisogna poter rispondere alle molte domande su razza, età, luogo di nascita, abitudini (buone o cattive) passioni e odi (fuochi di artificio e tuoni).
Guai ad essere colti in fallo. Gli amanti di cani non perdonano,