Tempo fa mi sono imbattuto in un jingle che ha riportato la mia memoria ai tempi di bambino. Erano i tempi in cui c’era Carosello, immancabile tappa per i più piccoli prima di andare a dormire. Quanti ricordi ed emozioni questa sigla. Visivamente ci proponeva una sequenza di quattro monumenti rappresentativi di altrettante città: il Ponte dei Sospiri a Venezia, la Piazza del Campo di Siena, Via Caracciolo a Napoli e Piazza del Popolo a Roma e si chiudeva con un disegno stilizzato della fontana del Gigante di Napoli. |
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Non si trattava di semplice pubblicità (o reclame come si diceva), ma erano dei veri e propri sketch con tempistiche ben definite: il numero di secondi dedicati alla pubblicità, di quelli per le citazioni del prodotto e di quelli dedicati allo spettacolo erano determinati a priori, tanto che ogni sketch era di per sé un mini-spettacolo con, molto spesso, attori noti e in voga del periodo (oggi diremmo testimonial). E molti di quei claim ancora sono nella nostra memoria: ” …e che ci ho scritto Jo Condor?” – “Gigante pensaci tu… ” – “… solo perché sono piccolo e nero… ” – “… Miguel son sempre mi… ” ecc. |
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Quando avevamo la tv in bianco e nero, c’erano i due canali Rai (e poco piu’ avanti arrivo’ il terzo) e per passare da uno all’altro il più piccolo di casa (io) veniva mandato alla tv per il cambio canale. Ciò però non avveniva per caso, ma solo quando lampeggiava un triangolino bianco che indicava che sull’altro canale il programma stava per iniziare. |
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La programmazione non era così strettamente organizzata come oggi e spesso non si era pronti a mandare in onda il programma previsto e così la Rai ci mandava il suo intervallo, inizialmente con le pecore e più avanti con cartoline di città e luoghi del nostro paese con l’intento di far conoscere posti sconosciuti in giro per l’Italia. | |
La musica di sottofondo era composta da un “medley” di diversi brani riarrangiati per arpa. Più famosa la bellissima “Toccata” di Pietro Paradisi, |
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poi la Sarabanda di Couperin, | |
la Passacaglia di Haendel e altri. | |
All’epoca non si trasmetteva h24 come ora e l’inizio delle trasmissioni era dettato da questa sigla con un crescendo rossiniano dal Guglielmo Tell | |
e qui una divertente descrizione fatta da Enrico Montesano | |
e molto raramente, quando al sabato i genitori si addormentavano (e noi con loro), ci si risvegliava con la sigla della fine delle trasmissioni | |
e dopo di che tutto si annebbiava e confesso che ancora oggi ritorna un senso di buio e angoscia dovuta forse al fatto che era notte o anche al fatto che poco dopo, il film Poltergeist (1982) ha tramutato questa nebbia in uno spazio di connessione con l’aldilà. | |
Per fortuna più avanti a notte fonda arrivarono altre trasmissioni… | |
Ma ritorniamo al giorno.
Scattavamo tutti alla tv quando sentivamo questa sigla e subito dopo compariva il volto amico e rassicurante del Colonello Bernacca che cercava di farci capire la meteorologia e ci diceva se avrebbe piovuto e meno. E ai tempi era l’unico a darci le previsioni del tempo. |
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Il lunedì finalmente il film | |
e al giovedì tutti davanti a Rischiatutto, la cui sigla ultramoderna e ritmata (di Sandro Lodolo) era all’avanguardia per quei tempi. |
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ma la mia preferita era la Perla di Labuan in Sandokan. | |
Prima però toccava sorbirsi l’Almanacco del giorno dopo (meno male che qui c’è la Marchesini) | |
e il telegiornale che tra tutte le sigle è l’unica che musicalmente ha resistito nel tempo con giusto qualche piccola variazione e accorciamento, ma la melodia principale è la stessa. | |
La serata era definitivamente rovinata se c’era tribuna politica che già dalla sigla annunciava la noia! Mi proponevo per alzarmi a cambiare canale, ma non c’era niente da fare. | |
Quando anche Rete 2 si dotò di una sua redazione, nacque il Tg2 che volle creare una sua sigla fortemente caratterizza da una sequenza di tre note | |
che più avanti fu modificata spostando le tre note portanti alla fine del jingle per dare ancor più forza alla sigla che con qualche variazione dura a tutt’oggi | |
Un po’ di angoscia mi veniva anche quando sentivo questa sigla che mi faceva capire che la domenica era finita e che l’indomani si tornava a scuola. | |
Mi rincuoravo al pomeriggio quando arrivavano i Looney Tunes | |
e ancor più, questa è memoria di estate quando facevamo il tifo per l’Italia a “Giochi senza frontiere”. | |
Vorrei ora fare anche un passaggio in radio. Erano i tempi in cui la Rai iniziava a trasmettere in modulazione di frequenza con Rai Stereo Uno e Rai Stereo Due. E alla mezzanotte confluivano in Rai Stereo Notte. Quest’ultima avviò le sue trasmissioni nel 1982 e andava in onda dalle 0:00 alle 6:00 e data la tarda ora, si concedeva di trasmettere musiche ben lontane dalla classica programmazione commerciale. La trasmissione era divisa in quattro blocchi condotti da diversi speakers, che erano in gran parte anche giornalisti musicali: Giampiero Vigorito, Lucio Seneca e altre calde voci ci guidavano nella notte alla scoperta di musiche sconosciute con interessanti approfondimenti e racconti. E cosi capivamo l’evoluzione del progressive rock inglese, scoprivamo la musica new age e la relativa etichetta storica Windham Hill e capivamo l’evoluzione dal bee bop al jazz. Alle 23:58 arrivava l’annuncio, poi l’inno di Mameli, poi un inserto di Fripp & Eno e poi il lancio con la sigla “Viaggiando” di Roberto Colombo. Ancora venti minuti di sofferenza con il Giornale della mezzanotte e poi si partiva! Confesso che quando sentivo Viaggiando, ero pronto con le mie musicassette a registrare il programma e tutt’ora conservo dei nastri che risento con grande interesse. La trasmissione, ideata da Pierluigi Tabasso, nonostante la tarda ora di trasmissione, ebbe un successo incredibile in quanto affrontava tematiche e raccontava storie inedite e affascinanti, tanto che quando fu interrotta la sua programmazione nel 1995, un popolo di musicologi nottambuli protestò vivamente. Questi stessi, più avanti decisero di creare un archivio telematico delle puntate di Rai Stereonotte e venne creato il sito Via Po 14 (sede romana dalla quale si trasmetteva) mettendo a disposizione le puntate registrate. |
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Unica cosa che mi ha sorpreso nello studio per questo articolo, è stata scoprire che l’uccellino Rai, che annunciava l’ora esatta e altri vari inserti, era meccanico. | |
Più vado avanti e più ricordo e riscopro cose, ma per ora mi fermo qui. |
Alcune segnalazioni e tra queste condivido quella che vedeva come “attore” protagonista Gringo con le sue rime forzate per fare coppia con il suo nome.
Bravo! Quanti ricordi!
Fabrizio Pratesi
Filippo, complimenti una vera delizia il tuo articolo molto documentato. Con Carosello ci siamo cresciuti. “Dopo Carosello, subito a letto!”, così ci siamo sentiti dire per anni e anni. Personalmente avevo una passione per Angelino, un angioletto che voleva sempre venire sulla terra dalla sua nuvoletta ad aiutare noi umani. La pubblicità era quella di un detersivo (Supertrim) e quello che mi incantava era la musica, che altro non era che la Marcia Turca di Mozart. E’ stato senza dubbio il mio primo incontro con la musica sinfonica. Angelino mi ha aperto una finestra sul mondo della musica. Grazie Filippo!
Cara Carlotta grazie mille e visto che ci siamo aggiungo anche quella pubblicità della Vespa con il Quartetto Cetra che mi dicevi e che trovo meravigliosa e che ha lanciato il “LamberTwist”!
Tanti auguri di buon anno nuovo a tutta la lampadina! Che gioia rivivere l’infanzia con le canzoni che hanno segnato la mia crescita! Grazie mille veramente! Un affettuoso abbraccio a tutti voi della redazione che siete fantastici geniali e sempre interessanti.
Alessandra Vincenti Mareri Giusti
Buon anno alla LAMPADINA e al Comitato efficientissimo, avanti così…
Ringrazio tutti per l’invio di queste “illuminazioni” che leggo sempre con piacere. Oggi questo tuffo nel passato mi ha intenerito ed emozionato (io ricordo anche Lascia o raddoppia?).
Un forte augurio per il nuovo anno
Patrizia Serafin
Molto piacevole la selezione di sigle Rai anche se apportatrice di un pò di malinconia in quanto, inevitabilmente, sottolinea il passare (molto) del tempo.
Un unico appunto: il nome del curatore del programma era Pierluigi Tabasso e non Tirabassi. Questo, oltre alle lodi, gli era dovuto!
… giusto Enrico, ho corretto. Grazie per la precisazione.
Molto divertente, quanti ricordi…
Bellissimo ! Ho rivissuto tanti suoni e momenti belli !
Mi è piaciuta da matti la presentazione !