Articolo di Lalli Theodoli
Ho dovuto recentemente arrendermi alla totale ristrutturazione della casa in campagna richiesta con insistenza da mio figlio. Contributi che non capiteranno mai più. Io molto riottosa. I lavori di una mole talmente ingente da far dubitare se non fosse meglio buttarla giù e ricostruirla ma, alea iacta est
Non avevo mai dovuto affrontare prima un VERO TRASLOCO. Sì, ho spostato la cucina in camera da letto e il bagno in salotto ma tutti movimenti “interni”. Nel tempo alcuni mobili di città sono partiti per la campagna. Piazzati dapprima nelle stanze abitate, poi trasferiti nel magazzino…poi buttati. Il mio fedele aiuto che li ha trascinati negli anni da un posto all’altro mi dice “Nun era mejo jettarli de subito?” Tutta qui la mia esperienza.
Di traslochi avevo sentito parlare dalle mie amiche con gesti di orrore. Si affida ai traslocatori una casa che sembra perfetta e in ordine ma, non appena i quadri vengono staccati dalle pareti ed i divani spostati, compaiono orridi segni neri. Ma possibile che tutto fosse così sporco? Allo spostamento dei fornelli della cucina una mia amica si è nascosta in bagno non volendo affrontare lo sguardo severo degli operai. Un mare di grasso nero sulla parete.
Così, adesso è toccato a me. Il giardino distrutto dalla base di cemento per la gru, i lcontenitore dei calcinacci, il silo per il cemento. La casa è stata completamente smontata. Una casa molto vissuta, zeppa di tutta una vita. Un primo sopralluogo aveva creato una montagna di roba da buttare. Poi un periodo di somma vigliaccheria e stanchezza, oltre ad una vaga resistenza a dover affrontare i lavori, mi ha spinto ad aprire la porta e a dire “Imballate TUTTO e portate in magazzino”. E il TUTTO è rimasto lì per quasi due anni. Tende divani poltrone, ritratti, ricordi.. la vita di decenni.
Dopo due anni percorso inverso.
Tutto torna a casa mobili, quadri, letti e maree di scatoloni che ingombrano fino al soffitto la casa restaurata. Alcuni, per fortuna, hanno delle scritte: … la destinazione è chiara. Altri vengono aperti per scoprire oggetti che pensavamo buttati da secoli. I traslocatori li hanno scovati in cima agli armadi a muro in cui erano seppelliti da anni. Così tornano alla luce pantaloni vecchi e scarpe spaiate imballati con cura.
Una cassapanca pesantissima è stata riportata in ingresso. La apro per vedere la causa di tanto peso. Piena di vecchie riviste fin o all’orlo. Hanno fatto viaggio di andata e ritorno ed ora finalmente buttate. Ma quanti libri ci sono in questa casa? E quanto pesano. Io sola, purtroppo, ricordo la loro collocazione nelle varie librerie.
I mobili più ingombranti sono stati rimessi al loro posto ma maree di scatoloni aspettano di sapere la loro destinazione. In ogni stanza a pile. Li apro e porto il contenuto a destinazione. Come fare? non riuscirò a uscirne!
Sono seduta sconsolata fra mucchi di scatole e quadri e mobili ammucchiati. Esausta di mille su e giù per le scale, chiedo aiuto a mio figlio e a mio nipote. La casa è nel caos. Sembra un magazzino impazzito. Tonnellate di plastiche che avvolgevano i quadri e i mobili, scatoloni smontati e ammucchiati.
Indico loro alcune cose da portare al primo piano. Fanno qualche viaggio. Poi uno dice: “Scusa ho un appuntamento”, l’altro dice: “Scusa devo fare una riunione zoom”.
Uno dopo l’altro scavalcando scatoloni e mobili vengono a lasciare un leggero bacio di saluto affettuoso sulla mia fronte preoccupata. “Ma…mi raccomando…non ti stancare!“
Cara Lalli, mi sento così solidale con te! In queste occasioni divento vigliaccamente stanca! E pensare che ho una sorella e un marito che in questi casi sanno dare il meglio di sé… dei fulmini di guerra!